La situazione orvietana è paradossale. Interi Consigli Comunali mandati a perder tempo (e denaro dei contribuenti) su questioni per le quali hanno competenza Giunta e Commissioni. Il dibattito politico ridotto ad essere sterile palcoscenico per le vicine elezioni regionali e gli istituti democratici asserviti all’interesse delle forze politiche.
Abbiamo tenuto un comportamento retto, istituzionalmente esemplare e di grandissima apertura alle esigenze operative dell’assise consiliare. Evidentemente questo non solo non è bastato ma ha offerto la sponda al malcostume dell’ex maggioranza che con malafede cerca visibilità ed all’attuale maggioranza con il suo ridicolo e pessimo modo di fare ostruzionismo alla rovescia in cui subissa gli ordini del giorno con atti informativi ed esecutivi che potrebbero realizzare in pochi minuti schioccando le dita avendo dalla propria sia la macchina amministrativa che la totalità “dei consiglieri delegati”. Adesso basta!
Il M5S oggi sale sull’Aventino e prende platealmente le distanze da questo modo d’occupare gli spazi democratici che tutto è meno che far politica. Oggi è necessario dimostrare d’avere a cuore la città e pertanto avevamo ampiamente avvertito delle nostre scelte.
Su pressante richiesta della presidenza per la speditezza dei lavori avevamo già ritirato tutti gli emendamenti e le interrogazioni, abbiamo lasciato in Ordine dei Lavori solo quanto da lungo tempo depositato e già calendarizzato e avremmo voluto fare fino in fondo il nostro dovere. Ma alla “impropria”, falsa ed incauta dichiarazione del Presidente del Consiglio Comunale Pettinacci che ribaltava proprio su di noi responsabilità in ordine a queste scelte abbiamo dovuto, con la rabbia che prova chi è nel giusto, scegliere l’Aventino ed abbandonare l’aula con queste parole:
«Egr. presidente
constatiamo il fatto che si lascia accumulare per diversi mesi l’insieme dei provvedimenti presentati senza alcun discrimine in ordine alle attualità delle tematiche poste. Ciò comporta l’effetto deleterio e risibile di trovarci a discutere questioni superate dagli eventi. Si vanifica così un’azione veramente costruttiva ed attenta ai problemi della collettività, il fenomeno è di tale portata che si è arrivati alla Sua richiesta di ritirare o trasformare la natura degli atti presentati al fine di ridurre l’ingolfamento degli ordini del giorno delle sedute prossime venture.
Il M5S ha finora risposto sempre con trasparente lealtà e soprattutto in rispetto dello spirito istituzionale, pesino tollerando la circostanza di vedersi superato e discriminato dalle scelte dell’ufficio di presidenza che a tutt’oggi ha organizzato la lista degli argomenti non tenendo conto della priorità del deposito ma limitandosi a riproporla di volta in volta nell’elenco e quindi nei fatti rendendo di difficile realizzazione l’obbiettivo di discutere quanto calendarizzato mesi prima. Un esempio fra tutti la nostra proposta di mobilità per le festività natalizie calendarizzato ben due mesi dopo le festività natalizie.
Recentemente c’è stato chiesto di trasformare in scritte le interrogazioni a risposta orale in aula, ciò comporta, inevitabilmente, un rallentamento dell’affrontare i problemi e le possibili soluzioni.
Ma circostanza ben più preoccupante, abbiamo assistito ad un comportamento irriguardoso nei nostri confronti: la Sua presidenza anziché apprezzare il nostro atteggiamento di fattiva e leale collaborazione istituzionale ha incassato una meschina vittoria di Pirro liberando un posto nell’elenco delle interrogazioni a risposta orale che è stato prontamente messo a disposizione per l’ultima e nuova proposta di Forza Italia.
Questa organizzazione e conduzione dei lavori dell’assemblea è dunque marcatamente sbilanciata a svantaggio di chi ha lealmente accolto gli inviti.
Tutto questo fino ad ora.
Il M5S anziché essere apprezzato per l’ausilio concretamente prestato si vede marginalizzato nella possibilità di portare avanti la propria azione politica nei tempi e nelle forme necessarie, vale a dire con attualità, concretezza ed efficacia. Troviamo, nello specifico, che scorretto ed inutile convocare un numero di sedute sempre maggiore e frequente laddove è impossibile trattare gli argomenti importanti che richiedono un’attenta discussione e riflessione; questi infatti risulteranno sempre sommersi ed annegati in quella forma di ostruzionismo alla rovescia con cui la maggioranza, che dispone della giunta e delle deleghe per agire di autonomia anche qui tra i colleghi consiglieri, ha voluto operare senza vedersi opporre una Sua netta e pubblica presa di posizione, nell’inserire copiosi punti sui quali avrebbero già libertà di realizzazione nell’amministrazione ordinaria.
Si avverte la nauseante sensazione di voler dare l’impressione che il consiglio lavori incessantemente, ma la cittadinanza è meno sprovveduta di quanto si crede ed ha chiara la percezione di come vanno le cose in consiglio: ci si dilunga su temi lontani dalla ricerca delle soluzione alle problematiche vere della città.
Colleghi Consiglieri,
Diretta conseguenza del malcostume testé descritto è l’indugiare nella mancanza di opportunità nel contegno tenuto. Alcuni colleghi consiglieri, incuranti della responsabilità politica e morale verso coloro i quali hanno dato loro mandato di rappresentanza, stanno ostacolando la speditezza dei lavori in aula. Vengono portati in discussione argomenti che potrebbero, come già deciso da tempo ma non ancora mai attuato, presentare nelle commissioni consiliari le tematiche proposte. Ciò comporterebbe il duplice vantaggio di avere delle posizioni più condivise, in virtù dell’apporto di ciascun capigruppo, e cosa massimamente costruttiva, in consiglio arriverebbe un lavoro pressoché completo al fine di rendere più agile ed efficace la discussione nell’assise. Ciò permetterebbe un’evidente riduzione di tediosi tempi che invece ledono un’autentica dialettica politica.
Purtroppo ciò a cui si assiste e di cui mi corre l’obbligo POLITICO e MORALE di denunciare una sorta di pantomima: le question time della maggioranza sono un malcelato esercizio di vana critica che si trasforma in un’occasione di formidabile propaganda per l’amministrazione: ma quanto è facile fare bella figura quando le domande sono preconfezionate ad hoc! Usando un paragone calcistico viene servita la palla all’attaccante che tira in una porta praticamente vuota.
L’opposizione dell’ex maggioranza non è da meno nell’adoperare a proprio uso e consumo lo scranno che occupa come megafono elettorale proponendo tematiche di natura spesso non comunale al solo scopo di sollecitare e fomentare allarmi sociali lontani dalla quotidianità dei problemi del territorio orvietano al chiaro scopo di spostare l’attenzione su argomenti di campagna elettorale nazionale. Naturalmente anche questo si concretizza in un maggiore aggravio del già pesante ingolfamento dell’elenco dei provvedimenti che raggiunge cifre dissennate e di impossibile trattazione nell’arco della seduta consiliare.
Vedere ripetere più e più volte il nome di alcuni colleghi appare con evidente finalità propagandistica volta a dare l’impressione che solo una parte del Consiglio alacremente ed INDEFESSAMENTE per il bene della città stuzzicando sentimenti ed emozioni di allarme nella società civile.
Vogliamo smascherare e distinguere l’apparente realtà dei fatti.
Ai colleghi diciamo che lasciar accumulare, come al solito, per le sedute successive questo ordine del giorno avrebbe il solo scopo seduttivo di un’operazione pubblicitaria elettorale.
I miei toni restano pacati ma fermi per rispetto istituzionale all’assemblea nella quale sono orgogliosa dell’essere portavoce dei cittadini. La mia denuncia delle storture che riscontro non può essere che in puro stile cinque stelle. Riusciremo ad arrivare all’attenzione dell’opinione pubblica come ci siamo proposti di fare e per quanto potrà essere di nostra conoscenza diffonderemo con assoluta trasparenza e partecipazione quello a cui assistiamo. Oggi mi limiterò a leggere questo testo e, come era consuetudine dei plebei dell’antica Roma quando i Patrizi negavano i loro diritti, salirò all’Aventino abbandonando quest’aula consiliare in questa seduta che diviene farsa.» (Lucia Vergaglia, M5S Orvieto)