GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DONNA – da @LuciaVergaglia –
Oggi in giro ci sono alcuni Signori quelli gentili che hanno la premura di sorridere, farci gli auguri e magari qualche attenzione.
Noi signore siamo imprevedibili nelle nostre reazioni a questa giornata: ciascuna ha la propria sensibilità, convincimento, temperamento, cultura e cosa più importante il proprio vissuto.
Ecco la mia:
Valori e rispetto non fanno parte del kit che riceviamo all’Ufficio Anagrafe sono qualità che noi UMANI dobbiamo, spesso con fatica ed ostacoli, far emergere e praticare per poterci affermare come esseri sociali evoluti.
Modelli, ruoli e responsabilità sono riferimenti che se non esercitati con coscienza possono diventare demoni per tutti e si va verso la tensione se non addirittura la barbarie a prescindere dall’emisfero in cui si nasce.
Anzitutto, sorvoliamo sulle fesserie neo – linguistiche ipocrite, insulse, cacofoniche e pure ridicolizzanti ovvero la moda di declinare al femminile le professioni e gli incarichi ( quando mi chiamano Avvocata ricordo sempre che l’unica che viene appellata così è la Madonna che intercede per i nostri guai quelli veri….).
Poi vale una regola sola che dovrebbe accomunare TUTTI.
Nel tortuoso percorso della vita di relazione vi è un’unica bussola di orientamento: nessuno si deve permettere di lasciarsi considerare e trattare da inferiore se non addirittura subalterno.
Secondo me prima di nutrirsi d’astio e partire lancia in resta in battaglie squallide e pericolose occorre valutare fino a che punto viene rispettato l’altro essere umano; infondo si tratta di semplice lealtà, il primo sostegno nello stabilire come si sta al mondo.
Si deve scegliere e decidere tra il più comodo e subdolo favorire, concedere, assecondare, spesso lasciar vincere per tirare a campare o confrontarsi un autentico confronto alla pari. Quest’ultimo di certo implica un dispendio di energie notevole e delusioni sul “campo da gioco” a fronte di un gretto, fatale ed inevitabile ergastolo di frustrazione e vittimismi.
Rischiosissimo sabotaggio della correttezza che si riverbera ed amplifica con danni indeterminabili in tema di discriminazione personale e quindi sociale.
Ma vi prego, uomini e donne non tiriamo fuori la solfa del reciproco quieto vivere per andare avanti perché è quanto di più nocivo alla realizzazione di una vera uguaglianza della dignità e dello sviluppo della personalità e non so se avete riconosciuto qualche termine già presente nella nostra amata Costituzione Italiana!!!