In tanti cittadini si sono trovati spaesati in questi ultimi giorni per la strana scelta di blindare cassonetti sanitari, per capirci quelli che fino alla settimana scorsa erano per pannolini e e pannoloni mentre ora, senza un biglietto di preavviso o dicitura in cui si danno indicazioni, la scritta “pannolini” è scomparsa ed il cassonetto risulta chiuso a chiave.La conseguenza, prevedibile, è stata l’abbandono dei presidi sanitari usati al di fuori dei cassonetti non risultando ai cittadini alternative plausibili e sensate. In pochi giorni, in perfetta corrispondenza con i postulati e l’esperienza consolidati nella “Teoria delle finestre rotte” per la quale è il disordine urbano ad avere influenza e capacità di generare comportamenti anti-sociali, sono arrivati anche i sacchetti d’indifferenziato tanto da essere stati segnalati alle autorità e diffusi sui social network.
Un prevedibilissimo brutto spettacolo proprio nei giorni di infiorata e corteo storico.
Abbiamo depositato sin dal 21 maggio una interrogazione al Sindaco sperando che intanto l’atto formale portasse ad una immediata risoluzione della situazione ma così non è stato pertanto, dopo avere dato il tempo all’Amministrazione a porre rimedio, siamo costretti a dare informazione ed a chiedere intanto un’azione di ripristino del decoro e dell’ordine urbano in attesa di una risposta in Consiglio sugli intendimenti della Giunta Germani.
«Intanto chiariamo un concetto: tra la nascita ed i tre anni di età i bambini possono arrivare a produrre una tonnellata di rifiuti in forma di pannolini e chiedere alle famiglie di tenersi in casa tali presidi fino al giorno dell’indifferenziata, dove i pannolini andrebbero in mancanza di cassonetti dedicati, è il contrario di quanto un’amministrazione impegnata dovrebbe fare. Personalmente, da mamma, ravviso un vero e proprio comportamento strategico ai danni delle famiglie e delle giovani coppie che vengono messi quasi di proposito in conflitto generazionale con i residenti più anziani, lasciando che i diritti di tutti vengano scambiati per privilegi di pochi. Persino il generoso tentativo di introdurre i pannolini lavabili con sgravi fiscali resta lettera morta se non perseguito e pubblicizzato, ma seppellito in una pagina del Bilancio comunale. Così oggi rileviamo che, con questi presidi sanitari lasciati in abbandono per mancanza di alternative concrete e praticabili, la città risulta probabilmente esposta a rischi sanitari e sicuramente uno spettacolo indecoroso. Sarebbe stato semplice, come si fa con i cartelli ai parcheggi, avvertire e dare indicazioni invece si è scelto, come al solito, un atto d’imperio facendo, come al solito, una figuraccia. Amministrare non è impedire l’accesso ai servizi e poi lamentarsi delle prevedibili intemperanze dei cittadini verso un Comune burocratico e lontano. Amministrare è piuttosto riconoscere le esigenze presenti e future della Comunità e farsene interprete realizzando le soluzioni. Non vi pare?» Lucia Vergaglia, M5S Orvieto.
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