Se negli organi preposti non ricevi il sostegno di un numero minimo di firme le tue proposte, per quanto importanti e necessarie, purtroppo non possono essere neanche votate. Sono le regole, ed in democrazia funziona che si seguono. Così la proposta dei capogruppo PSI e M5S per un Consiglio Comunale aperto e deliberativo, ovvero in grado di approvare atti e mozioni che abbiano forza ed attivino uffici ed enti, è caduta nel vuoto. Sarebbe stato diverso dai recenti precedenti Consigli Aperti che non erano deliberativi ma puro spazio di discussione pubblica con le ampie relazioni da parte dei consiglieri firmatari, tuttavia privo di efficacia legale. No, questo sarebbe potuto essere un momento di impegno comune ma purtroppo si è preferito non dare il seguito.
Successe anche l’anno scorso in maggio, il tema era il medesimo e ci fu un irrituale comunicato di Commissione, privo delle firme, contenente una chiara negazione che fosse previsto un Consiglio Aperto. Insomma nonostante la crisi, la svalutazione delle azioni ed il rischio di perdere la banca non è cambiato nulla.
La portavoce Lucia Vergaglia, Movimento 5 Stelle
«Come sappiamo non si è proceduta ad una scrematura dalla discussione dei diretti dipendenti della Cassa di Risparmio, ed ovviamente non c’è stata l’eleganza di un opportuno allontanarsi dalla discussione. Nossignori. E se questo abbia influenzato l’andamento dei molti dibattiti fino ad oggi lo si può solo ipotizzare ed immagino ognuno dei commentatori della stampa, degli osservatori privilegiati del mondo istituzionale e dell’impresa, ed infine gli esperti di diritto sapranno farsene certamente un’idea. I cittadini avrebbero potuto farsela se la trasparenza di mandare in streaming la Commissione, che pure è approvata dal 2014, fosse stata rispettata. Invece no, non è andata così. Noi che oggi siamo all’opposizione di questa gestione non condivisa e siamo uno dei possibili governi prossimi della città non approviamo questo comportamento. Non lo approviamo nella forma che ostacola la partecipazione, non ne approviamo il pessimo esempio ed immagine di appare prendere decisioni a porte chiuse avendo un filo diretto che tra controllore e controllato non dovrebbe esistere, non ne approviamo la sostanza di almeno due anni di mancanza d’incisività sulle scelte di Fondazione, Cassa ed acquirenti mentre le grida d’allarme non mancavano e le informazioni c’erano, non ne approviamo i modi che appaiono distanti, lontani, irrispettosi e chiusi financo all’ascolto delle legittime e perchè no anche singole esigenze dei cittadini, della storia del territorio, del dovere di custodia dei beni anche immateriali che sono connessi al comune come ad esempio il brand della Cassa di Orvieto, non ne approviamo il disinteresse e l’incapacità di richiamare i valori etici e la responsabilità sociale che pure sono scritti negli statuti sia della Cassa che della Fondazione, non ne approviamo le scelte che in un modo o nell’altro hanno portato nei consigli di amministrazione coloro che sembrano schierarsi senza ascoltare gli enti ed infine la cittadinanza che li ha espressi. Da capogruppo di minoranza della forza politica che sulle banche ha una visione netta e precisa dico che proveremo a riportare la questione agli altri organi e che comunque cercheremo di lavorare al meglio dal nostro ruolo. Ma da cittadina che vuole un’amministrazione a 5 stelle devo dire che si sta perdendo la banca nonostante ci sia stato il tempo di gestire la crisi, e c’è della responsabilità di chi comanda in questo.» Lucia Vergaglia, ex candidato sindaco del Movimento 5 Stelle
Alla negazione della libertà, e perfino della possibilità della libertà, corrisponde la concessione di libertà atte a rafforzare la repressione. H. Marcuse