DOPO AVER SUBITO DUE ANNI DI FALSE ACCUSE ED INSINUAZIONI SU POSSIBILI ARRIVI DI RIFIUTI DA ROMA ADESSO CI LEVIAMO I SASSOLINI DALLE SCARPE.
È la Perugia governata dalla destra che ha bisogno di aiuto per conferire i propri rifiuti prima che scatti un’emergenza ampiamente prevedibile e per la quale il Movimento 5 Stelle di Orvieto è sempre stato in prima linea a chiedere che si ragioni in termini di economia circolare e quindi di impiantistica. La stessa destra i cui rappresentanti ad inizio giugno insinuavano che ci fosse stato un incontro a Roma tra Lucia Vergaglia e Virginia Raggi proprio in relazione del portare i rifiuti di Roma a Le Crete. Adesso dal Movimento non vedono l’ora di levarsi i sassolini dalle scarpe e chiedere che venga usata la stessa acredine riservata contro di loro per il sindaco di Perugia e di schierarsi a difesa di Orvieto. Ma non c’è solo il centro destra nel mirino della portavoce M5S Lucia Vergaglia che ci tiene a ricordare al centro sinistra ed alle liste civiche che hanno bocciato nel 2016 la sua proposta preventiva di “Diffida Legale per rischio e costi di una emergenza rifiuti” di avere impedito così la prevenzione del problema.
Il documento in questione avrebbe impegnato il Sindaco e la Giunta, allo scopo di informare dei potenziali profili di responsabilità, anche personali, afferenti ai comuni, agli enti gestori ed organismi di controllo e alla Regione, di procedere ad una immediata diffida legale ad adempiere la raccolta differenziata a termini di legge ai Comuni della Regione, e di procedere all’immediata diffida alla Regione ad adempiere il proprio ruolo di custode del territorio, controllo dei Comuni e responsabile del piano rifiuti (specificando che la diffida valeva anche quale costituzione in mora per il danno incombente da una eventuale azione d’imperio per l’utilizzo in deroga normativa e contro gli interessi territoriali della discarica di Orvieto, nonché per la possibile ‘emergenza ambientale’ conseguente alle inosservanze di legge). Adesso, spiega la Vergaglia, i costi saranno collettivizzati e quindi graveranno anche sulle tasche degli orvietani. L’impatto ambientale, conclude amaramente, sarà coma al solito una nostra spiacevole e non richiesta “esclusiva”.
«È un refrain imbarazzante noioso quello che ho dovuto sentire negli ultimi due anni da parte dei Banchi dei miei colleghi dell’opposizione e che non ha aiutato Orvieto a mettere in sicurezza la gestione del territorio. Soprattutto dopo l’inutile e sconveniente privatizzazione di Le Crete. Oggi però non ci troviamo a dover proporre un nuovo modello alternativo quello attuale ci troviamo invece a dover ripianare problemi che sono partiti da lontano in un clima avvelenato da una cultura del sospetto creata ad arte proprio contro chi ha fatto dell’ambiente sano la propria bandiera. E oggi che a chiedere aiuto è la stessa parte politica che in questi anni ha contribuito a rendere inutile ogni proposta come quella dell’originale osservatorio Le Crete da me firmata e da nessun altro di coloro che siedono alla mia sinistra , i quali invece ne hanno creato una brutta copia, voglio e devo puntualizzare che adesso toccherebbe a loro lanciare strali contro il sindaco di Perugia ed accusarlo di manifesta incapacità di gestione del proprio territorio così come hanno fatto con gli esponenti pentastellati. E se non lo fanno , se per primi non si guardano in casa, allora sono destituite di ogni fondamento le loro parole in funzione dell’argomento ambiente.
Detto questo occorre fare chiarezza e trasparenza per la cittadinanza su due piani ben separati.
Il primo concerne l’assenza dell’impiantistica già prevista e la mancanza di un piano adeguato almeno a leggere le parole riportate dalla stampa nei virgolettati dell’assessore regionale Cecchini. Il secondo invece concerne il ruolo del nostro sindaco all’interno della Auri cioè della autorità regionale che si occupa dei rifiuti e delle scelte che vengono fatte in funzione di Le Crete.
E per chiarire completamente la posizione del MoVimento 5 Stelle la enuncio a lettere chiare: siamo favorevoli a contribuire al riciclo dei materiali siamo contrari invece a riempire la discarica come fosse il 1980.
Aggiungo inoltre che se, nel giugno 2016, fosse stata approvata la proposta a prima firma della sottoscritta relativa ad una messa in mora preventiva dei comuni come Perugia che rischiavano di avviare procedure emergenziali e aperture d’imperio delle discariche come la nostra quantomeno avremmo la leva economica da opporre per far immaginare ai sindaci di quelle città un aggravio di costi rispetto al portare quegli stessi rifiuti in direzione di quei paesi stranieri che sono invece intenzionati ad accoglierli per loro libera scelta.
Purtroppo invece la bocciatura di tale iniziativa è stata netta ed oggi rischiamo di pagarne le conseguenze noi, con il nostro ambiente, la nostra immagine e le nostre produzioni di qualità, e non altri comuni dell’Umbria. E come se non bastasse le logiche emergenziali ricadono sui bilanci generali, con accessi a fondi che vengono alimentati anche dalla nostra fiscalità e quindi rischiamo addirittura di pagare per subire. Un vero e proprio schiaffo ai cittadini.
Infine il sindaco Germani è convocato in Auri venerdì su questo tema della crisi perugina dei rifiuti ed afferma già la propria opposizione, però in passato è stato troppo poco incisivo; ne consegue che questa vicenda vada discussa in trasparenza all’interno degli organismi del Consiglio Comunale con la concretezza necessaria per avere un quadro di medio periodo ed una risposta al problema contingente ed immediato e deliberare di conseguenza. Che sul lungo periodo invece sia ben chiaro che non basta differenziare ma occorre ridurre a monte, riparare, recuperare la materia e riciclare lo sanno anche i sassi ed ogni resistenza risponde solo ad ignoranza oppure a precisi interessi economici nella facile gestione delle crisi emergenziali e degli impianti di sversamento.»