Da che pulpito viene la predica

DOPO AVER PRIVATIZZATO MEZZA ITALIA E “CARTOLARIZZATO” FETTE IMPONENTI DI PATRIMONIO PUBBLICO ADESSO FANNO I DIFENSORI DEI BENI COMUNI.

“Ma mi faccia il piacere” direbbe il grandissimo Totò. Questi signori dopo aver fatto della loro cifra politica l’idea che c’era troppo pubblico e troppo patrimonio nelle mani delle amministrazioni locali e del demanio, ora invece le compagini di centro destra diventano tutte gran difensori del fatto che le amministrazioni non debbano mettere sul mercato i propri beni e che comunque non debbano essere utilizzati ad esempio per darli come spazio alle associazioni. Arrivando a fare propaganda così.

E sono gli stessi che hanno “privatizzato” e cioè venduto ai privati la farmacia comunale che tra l’altro era uno dei beni che ogni anno portavano utili nelle casse del comune.

Intendiamoci non lo vogliamo difendere Germani che secondo noi non ha saputo giocare la partita della proposta emersa in Q S V proprio della casa per le associazioni legata al coworking. E siamo tra i primi che invece vorrebbero una gestione diretta del patrimonio pubblico al servizio di quelle missioni che sono proprie del comune, a partire da quella turistica, culturale ed istituzionale e proprio per questo motivo siamo stati tra i primi ad opporci ad ogni forma di privatizzazione del palazzo del Popolo di Orvieto.

Tuttavia che sia proprio il popolo delle privatizzazioni a permettersi di fare delle reprimende su questo argomento fa sorridere e fa chiedere Da che pulpito viene questa predica.