Si avvicinano a grandi passi le elezioni regionali del 2015 anche qui in Umbria e, dal territorio orvietano, nel rispetto dei programmi regionali che saranno sviluppati in maniera orizzontale e paritaria tra i territori, poniamo alcune questioni (#DomandeInMoVimento) ai futuri candidati del MoVimento che si avventurano verso le Regionalie a 5 Stelle.
Come sempre separeremo le questioni nelle macrocategorie delle 5 Stelle (Sviluppo, Trasporti, Ambiente, Acqua e Connettività), ma saremo specifici alle esigenze e propensioni locali.
- Sviluppo: Il M5S locale propone il recupero della zona industriale a vocazione tessile di Fontanelle di Bardano sfruttando la fortunata coincidenza che in quella sede, secondo autorevoli studi, insista precisamente il centro fisico dell’Italia. La nostra idea è quella dello sviluppo del “Centro del Made in Italy” nel quale far convergere le maestranze del tessile, il locale Centro Studi Città di Orvieto, il locale istituto d’arte in ambito design, ed il nascente Campus per la formazione di sviluppatori di App, nella stessa Bardano, attorno a cui indirizzare un cluster di sviluppo ed innovazione dedicato alle tecnologie del wearable ovvero alle tecnologie indossabili di design e manifattura Made in Italy. La nostra richiesta ai candidati è quella di contribuire, sostenere e diffondere questa idea.
- Trasporti: E’ la regione ad occuparsi della convenzione con Trenitalia per l’acquisto a blocchi di corse dei treni regionali. In questi anni si è depauperato questo servizio per giustificare i contributi pubblici ad Alta Velocità o rinforzo dell’E-45 ed altre “grandi opere”. Noi vogliamo che si torni a fare mobilità pubblica ed in tal senso chiediamo più corse, con più vagoni, per i regionali e le linee da abbonamento. Che l’attenzione ritorni sull’utenza piuttosto che sui grandi investimenti dei grandi gruppi.
- Ambiente: Localmente il dissesto, non solo idrogeologico, porta in prima pagina le nostre esondazioni e frane al ritmo di un paese sotto bombardamenti. Sono necessarie azioni di mitigazione del rischio e di ripristino, tante, piccole, continue. Non grandi opere ma, come fu fatto nel passato, chiediamo sostegno regionale ad una legge specifica che permetta interventi di largo respiro. Allora si chiamava “Progetto Orvieto” e permise la messa in sicurezza della Rupe e la fruibilità dei tanti beni archeologici ed architettonici, se avessimo qualcosa del genere anche oggi potremmo opporla alla valenza “strategica” della geotermia speculativa prevista sull’Alfina, con i suoi potenziali terremoti indotti e dissesti dell’assetto idrico delle nostre falde.
- Acqua: Con la riduzione ad enti di secondo livello ed il successivo assorbimento di competenze da parte di Comuni e Regioni si dovranno, tra le molte altre cose, ridiscutere i “Disciplinari di Concessione” come quello che lega E. ON (Enel) alla Provincia di Terni per l’utilizzo del bacino di Corbara a fini Idroelettrici e per i quali ben poco ritorna al territorio orvietano. Come Terni con Piediluco per la centrale delle Marmore anche Orvieto richiede un ristoro per l’impegno delle preziose risorse locali, stranamente “ignorate” dalle precedenti amministrazioni.
- Connettività: In vista degli accentramenti regionali dei servizi informativi con la creazione di Umbria Digitale Scarl e la necessaria ripartizione delle “ridondanze” dei centri dati, per buona prassi da porre a molti chilometri tra loro, reputiamo significativo che vi sia ad Orvieto il nuovo datacenter regionale per la continuità di servizio o di backup ed archivio, lasciando gli attuali datacenter di “produzione” nelle sedi storiche dei capoluoghi. Ciò anche in vista della nuova prossima geografia regionale comprendente la provincia di Viterbo e la Toscana occidentale che rende Orvieto posizione strategica, accessibile e centrale per queste strutture. La diffusione della connettività, l’efficienza dei servizi online, la loro raggiungibilità anche in caso di problemi, passa anche, e soprattutto, per queste scelte di rete.
Queste sono una selezione delle tante esigenze locali specifiche che, come noi, tanti Comuni probabilmente vorranno portare in quello spirito di collaborazione fattiva e rispetto delle esigenze locali per le quali sono nati, dal basso, i MeetUp.
siete destinati al 3,2 per cento nel migliore dei casi, lo sapete vero?
Solo se i cittadini decideranno di non votare e di essere sudditi.
La scelta è degli Umbri, noi ci siamo.
Buona fortuna Giovanni