Come molti anche noi conosciamo Vincenzo Bianconi come imprenditore e come protagonista del tentativo di rialzare la testa dei territori colpiti dal terremoto. Di recente anche come protagonista di una serie di polemiche in stile “metodo Boffo” portate avanti da una stampa un po’ troppo partigiana e schierata. In questo senso a lui tutta la nostra solidarietà.
È anche il candidato presidente, civico, della compagine del patto che vede in prima linea anche il MoVimento 5 Stelle nel regione Umbria. La nostra Lucia Vergaglia (in rosa nella foto) fa parte di questo schieramento.
Di Lucia Vergaglia, Candidata alla Regione Umbria:
«Auspico un confronto sui temi, sulle proposte e sulle prospettive. Qualcosa di concreto e serio e non invece trasformarlo nel solito referendum sulla attuale forza politica che guida alle città. Si vota per la Regione, quindi per le competenze sull’ambiente, sulla sanità, sulla mobilità, sul lavoro e sulle scuole superiori. Sulla politica agricola, su quella industriale e sui fondi europei.
Mi piacerebbe un confronto di livello però su questi argomenti se i colleghi candidati ci riescono. Se vogliono.
In occasione del decennale del MoVimento 5 Stelle candidati alla regione Umbria i candidati si sono incontrati con il capo politico Luigi Di Maio per discutere i particolari della campagna elettorale. E la nostra Lucia Vergaglia affila già le armi.
patto civico a partire da Brunello Cucinelli.\nUna
«A differenza della precedente campagna regionale il candidato presidente non è del M5S. E tuttavia molto importante per mettere il maggior numero rappresentanti e portavoce del MoVimento all’interno delle istituzioni darsi da fare nella campagna elettorale. Metterci la faccia.
Ci si avvicina con entusiasmo ai ruoli politici ma poi bisogna rendere un servizio alla comunità e fare tesoro dell’occasione per crescere come cittadini e come persone.
La ex capogruppo M5S di Orvieto, ora candidata alla regione Umbria sintetizza questa esperienza di cittadina prestata alle istituzioni.
Ed aggiunge l’auspicio, e l’invito a partecipare, alle prossime elezioni del 27 ottobre per regione Umbria.
Come se non fossero perfettamente chiare le regole di ingaggio delle candidature elettorali e le condizioni di vittoria in Regione wbbiamo assistito ad un proliferare di candidature del segreterie locali. Se da un lato questo È espressione di democrazia e partecipazione, cosa nobilissima, dall’altro non va dimenticato che così si riducono le possibilità al territorio di esprimere un proprio rappresentante.
«L’ultimo che si aggiunge alla lista è il sindaco di Parrano Filippetti. Evidentemente in questo territorio c’è una gran voglia di partecipare. Ma ci sono anche illustri esponenti del consiglio comunale di Orvieto.
E magari sono proprio quelli che parlano di poltronismo i primi ad essere perennemente in lista in una campagna elettorale.
Personalmente credo invece che il nostro territorio e più In generale le aree interne del sud-ovest orvietano si sono viste troppo spesso mettere in secondo piano da parte della politica regionale, da sempre capoluogocentrica.
Ed ormai la questione non è porre al centro del dibattito politico anche i territori cuspidi con altre regioni, ma quantomeno fare sentire la loro voce. Quindi ben venga ogni iniziativa che sia figlia di questa esigenza, e questo lo dico ben sapendo quanto sarebbe stato più utile un richiamo alla unità sui 2 candidati, di centro-destra e del patto civico, che avrebbero avuto più possibilità di emergere con la attuale normativa elettorale regionale. Infatti etica vuole che debba prevalere la libera scelta dei cittadini piuttosto la strategia ed il cinico opportunismo politico.
NELLE PROSSIME ELEZIONI REGIONALI #UMBRIA2019 DOVREMO INDICARE NELLE PREFERENZE I CANDIDATI DA UNA LISTA DI CITTADINI INTEGERRIMI ED ATTIVISTI MOLTO CONOSCIUTI. TUTTAVIA IN REGIONE OCCORRONO ANCHE ALTRE CARATTERISTICHE.
Alcuni anni fa quando quando nacquero le primissime liste civiche sostenute da Beppe Grillo e poi dal nascente M5S l’obiettivo era di portare i cittadini ad essere sindaco del proprio metro quadro. Da allora le cose sono cambiate moltissimo e, piaccia o non piaccia, il MoVimento non ha smesso di evolversi. Ed ora è una importante forza di governo in grado di relazionarsi ai livelli più alti in tutto il globo ed a mettere in campo personalità come il professor Conte che senza il M5S sarebbero rimaste in secondo piano. E questo sarebbe stato un vero spreco. Questo discorso si può applicare anche regione la quale è un ente in grado di leggere e preposto a gestire alcune cose importantissime come il sistema dei trasporti, la sanità ed i fondi europei. Per non parlare delle competenze in tema di lavoro e nella gestione del reddito di cittadinanza. A questo punto non siamo più chiamati a mettere un esperto del territorio a fare da sindaco della Regione proprio perché si tratta di sintetizzare esigenze diversissime che presuppongono una visione estremamente più ampia di quella di quella comunecentrica del consigliere comunale; naturalmente occorrono capacità e volontà di fare come nei ruoli comunali.
Occorre quindi sostenere chi abbia dimostrato di avere a cuore gli interessi di tutti, e di essere il grado di relazionarsi in maniera produttiva anche con le realtà che superano quelle del singolo comune, il singolo circondario.
Lucia Vergaglia M5S – Candidata per la regione Umbria
Inoltre il mio curriculum da avvocato e da docente negli insegnamenti superiori conferma chiaramente che il confronto al più alto livello e parte della mia esperienza.
Per questo reputo di disporre e padroneggiare le specifiche caratteristiche che dovrebbero avere gli eletti in Regione.
Per questo mi sono candidata con consapevolezza, e non solo per entusiasmo o voglia di partecipare.
Per questo vi chiedo di seguirmi passo dopo passo verso l’Umbria del terzo millennio, bella come nel passato ma più prospera, sicura e ricca di prospettive.
Si può fare politica con passione e rigore intellettuale portando a casa anche dei risultati? Con le persone adatte sicuramente sì. E noi lo abbiamo già dimostrato.
«In queste ore di avvio della campagna elettorale regionale ed in questi giorni di formazione delle liste infuria la polemica sui cambiamenti del MoVimento 5 Stelle e sulla evoluzione progressiva delle regole. Un cambiamento già avvenuto altre volte, certamente necessario rispetto alla primo stringato non statuto ed alla carta di Firenze che rappresentano le prime basi condivise su cui è nato l’impegno di molti attivisti e dei primi portavoce. Necessarie perché l’obiettivo di allora era conquistare qualche comune, cioè enti locali dove si vince con la legge elettorale dei sindaci che è maggioritaria e che quindi non prevede la necessità di condividere i ruoli decisionali con la minoranza. Questo permetteva di mantenere un grandissimo distacco tra i portavoce del M5S ed i consiglieri degli altri partiti. In Parlamento le cose sono diverse e chi è riuscito almeno a seguire qualche seduta oppure qualche lavoro di commissione sa bene e si rende conto del fatto che il lavoro va fatto assieme ad altri che hanno le idee diverse dalle tue, e che questo è la normalità. Tanto è vero che in questa campagna elettorale per le politiche che ci ha visto ottenere la vittoria numerica nel 2018 era partita con Luigi Di Maio che diceva: se non otteniamo il 40% non potremmo governare da soli ed allora proporremo a chi ci sta di lavorare con noi.
Ancora maggiore è la differenza in Europa dove già più di 5 anni fa abbiamo condiviso il percorso addirittura condividendo la presidenza del gruppo politico Efdd-M5S con Nigel Farage e con gruppi di altre Nazioni.
E poi il governo fatto con la Lega, con il famoso contratto, ed attualmente il governo Conte due in cui si cammina con altre forze politiche. Ed ora il Patto Civico anche in regione Umbria, mettendo però in seconda fila i politici.
Insomma quel MoVimento da solo contro tutti, che piacerebbe sicuramente ai partiti attualmente in minoranza ed all’opposizione, esiste e si manifesta nella democrazia diretta, nel percorso che internamente facciamo per sviluppare i programmi e per selezionare i migliori candidati tra chiunque i vostri iscritti voglia assumersi questa importante responsabilità. Ma altrettanto rispettiamo le regole della democrazia e non facciamo complotti di palazzo per opportunismo.
Sono quei partiti e quei candidati politici che ci vogliono deboli ed incatenati a diffondere le accuse di snaturare il MoVimento. La loro propaganda é tipica dei politici di mestiere.
#PassoDopoPasso anche il Centro studi #GianniRodari riapre le porte ai visitatori ed agli studiosi. Vergaglia: “Buone notizie per la #cultura. Torna fruibile una collezione che non ha eguali al mondo, tutti noi del consiglio di amministrazione del centro ne siamo orgogliosi.”
Una storia travagliata quella del centro studi Gianni Rodari di Orvieto. L’orgoglio di ospitare come emanazione diretta del comune il centro culturale per eccellenza dedicato al più grande autore per l’infanzia italiano del 900 aveva purtroppo lasciato il passo alla visione burocratica che negli anni delle spending review non aveva trovato di meglio da fare che ridurre al minimo i servizi comunali, e quindi trasformare realtà vive ed attive come il centro studi in archivi polverosi.
Il trend si è invertito su iniziativa di Lucia Vergaglia, poi nominata come rappresentante comunale del consiglio di amministrazione dell’ente, e degli eredi della famiglia di Rodari ed ora finalmente almeno il sabato si potrà cominciare a poter consultare il catalogo ed a proporre anche nuove iniziative per il centenario dell’autore.
Tuttavia sono ancora tante le realtà come il centro Gianni Rodari che nella nostra Regione e nella nostra Italia restano ferme con le quattro frecce e non sono feconde per l’inerzia della politica soprattutto locale.
ALL’ANNUNCIO DELLA TRASFORMAZIONE IN PARCHEGGIO DI PARTE DI PIAZZA DEL POPOLO VOGLIAMO SOTTOLINEARE UNA QUISQUILIA…
Risponde al regalo che l’attuale sindaco Roberta Tardani avesse annunciato che avrebbe riportato i parcheggi a Piazza del Popolo. Era nel suo programma di restituire quella parte della città alla mobilità privata dei cittadini. Anche se (nel 2020) dovrebbe essere la piazza degli eventi e rappresentare un punto di riferimento del centro storico di una città d’arte importante, e pertanto godere di quella mobilità pubblica alternativa e di ampi spazi pedonalizzati, l’attuale sindaco ha davvero tutto il diritto di farlo.
Ci sono delle regole tuttavia. Il programma elettorale viene trascritto come atto politico ed approvato in Consiglio comunale: sono le famose linee di indirizzo politico della amministrazione.
“LA DISTANZA PIÙ IMPORTANTE DA RIDURRE IN POLITICA È QUELLA TRA IL DIRE E IL FARE.” (Lucia Vergaglia)
Alla domanda classica sulle distanze che separano una forza politica da un’altra Chi sostiene come noi il M5S ha sempre risposto che ci sono buone idee e buona politica, e che queste non sono necessariamente di destra o di sinistra. In molti stati del mondo ad esempio il reddito minimo garantito gliele proposto dalle forze conservatrici mentre in altri da quelle progressiste. Per noi è semplicemente una buona idea.
E non è quello che fa la distanza tra il nostro modo di fare politica e quello di altri. La differenza è nella volontà di realizzare le cose che promettiamo, di trasformare le belle parole in atti politici e fatti concreti.
Nel nostro osservatorio privilegiato sulla politica locale in Umbria, in particolare nel territorio orvietano, abbiamo visto troppe volte scomparire impegno dopo campagne elettorali fatte di grandi proclami.
Al al contrario noi siamo sempre stati conseguenti oppure a quanto si decideva insieme attraverso quei meccanismi di democrazia partecipativa come ad esempio il Rousseau del M5S. Il caso emblematico è stato l’avere ottenuto le unioni civili qui ad Orvieto dopo la scelta fatta dai cittadini convocati da Beppe Grillo sul portale del MoVimento. Oppure la scelta condivisa, attraverso il nostro ben più modesto blog, di proporre una via di uscita contro l’accattonaggio forzato che è ben presente qui ad Orvieto.
Qui qui di seguito le parole di Lucia Vergaglia, promotrice di Orvieto città per la Costituzione.
Alla negazione della libertà, e perfino della possibilità della libertà, corrisponde la concessione di libertà atte a rafforzare la repressione. H. Marcuse