In Italia la normativa relativa all’amministrazione dei Comuni e degli altri enti locali è raccolta in un testo unico. Il Testo Unico Enti Locali è quindi il punto di riferimento al quale attingiamo le fonti di diritto relative alla nostra iniziativa politica come forza di opposizione ed è molto chiaro: per comuni delle dimensioni di Orvieto il numero di assessori consentito è di cinque (Croce, Custolino, Gnagnarini, Martino e Vincenti).
Abbiamo storto un pochino il naso a vedere vicesindaco la Croce che non è stata ritualmente eletta e sappiamo che in caso di inconveniente a Germani si profilerebbe un potenziale intervento prefettizio atto allo scioglimento del Consiglio, ma finchè il Sindaco resta in carica il problema non sussiste.
Tuttavia, senza presentazione informativa e preventiva in Consiglio od in Commissione di Garanzia, il Sindaco Germani ha rilanciato in stile Poker con una All In mettendo in giunta praticamente mezza maggioranza. Ai regolari assessori si aggiungono quindi Vignoli per le attività relative ad uno dei punti di forza di Orvieto, l’essere la capofila delle città Slow (www.cittaslow.org), con lui Roberta Cotigni (che ha in portafoglio anche lo Sport) e Flavia Timperi, ultimo ma non ultimo il capogruppo Pd in Consiglio, Taddei, con la delega al portafoglio economico e dei rapporti con gli altri comuni per i finanziamenti delle “Aree Interne”, una delega pesante e di valore.
Lo scopo del Consiglio comunale è indirizzare l’azione politica e controllare, i consiglieri delegati diventano, invece, degli esecutori che dovrebbero controllare se stessi. Un corto circuito del quale abbiamo chiesto conto in apertura del Consiglio Comunale di lunedì 13 aprile, al Sindaco in persona, chiedendo lumi soprattutto sulla durata e sui costi di questa operazione.
Il Sindaco ha rivendicato l’opportunità della scelta dati i tanti compiti che ha il comune, ma ha evitato accuratamente le risposte sulla “scadenza” di queste deleghe non sono arrivate, sui costi si vedrà in bilancio. Noi non abbiamo niente di personale contro Cotigni, Taddei, Timperi e Vignoli ma siamo certi che la procedura non sia corretta e che la separazione dei ruoli e dei poteri debba essere privilegiata ad altre logiche. A questo punto ci permettiamo di osservare che ci sono assessori regolarmente non presenti, ed avari di risultati, e che forse è meglio ragionare in termini di una giunta più efficiente che chiamare a raccolta gli esponenti della propria maggioranza e dargli ruoli non politici ma istituzionali non previsti dalla legge.
Agli stessi Consiglieri delegati chiediamo pubblicamente se loro credono che sia giusto, regolare e, soprattutto, opportuno che non ci sia una “scadenza” per il loro inconsueto ruolo amministrativo.