Cinema. Una risorsa da valorizzare

Inizia in questi giorni la lavorazione del film “Il giorno dopo” grazie anche alla collaborazione ed alla logistica curata con la locale associazione Umbria FilMovie. Orvieto è ricca di location suggestive e particolarissime e con il suo circondario potrebbe ritagliarsi uno spazio di riferimento importante.

Già nel lontanissimo 1898 nella nostra città fu scelta dall’inglese British Mutoscope & Biograph Company per un documentario sulla processione del Corpus Domini. Cinema muto, in bianco e nero. Per arrivare al colore ci vorranno lunghi anni col “Barabba” di Richard Fleischer, con Antony Quinn e Vittorio Gassmann e con “Io la conoscevo bene” con Stefania Sandrelli e Nino Manfredi. Nei nostri pressi, nella zona di Montecchio, a Melezzole, fu girato “Una pura formalità” di Giuseppe Tornatore del 1993, con Gerard Depardieu, Roman Polansky e Sergio Rubini. Gianni Amelio muoveva i primi passi nel mondo della regia e sceglieva le incantevoli chiese di Orvieto come scenografia per la RAI. con la produzione sperimentale “La città del Sole”. Più recentemente ad Orvieto sono stati girati “La casa Bruciata” di Massimo Sanno con Giulio Scarpati e Ornella Muti e la fiction televisiva “Il bello delle Donne”.

io la conoscevo bene orvieto

Ecco quello della presenza mediatica cinematografica e televisiva, a nostro avviso, può essere un elemento di valorizzazione importante del territorio per il quale anticipiamo la proposta di iniziative invitando le forze politiche di maggioranza ed ex maggioranza a proporne a loro volta. Si pensi ad esempio quanta influenza la fiction Don Matteo abbia nel comparto turistico di alcune cittadine della nostra regione o quanto abbia influenzato la scelta di viaggio dei nipponici un singolo film, Amarufi: Megami no hôshû,  da (soli) 10 milioni di euro ambientato ad Amalfi, con Rocco Papaleo, praticamente sconosciuto qui in Italia.

In base a queste premesse invitiamo l’Amministrazione a cogliere l’occasione odierna per iniziare un percorso di dialogo e partecipato con le realtà locali che hanno visto allontanarsi e perdersi vestivale ed eventi che avrebbero potuto promuovere la nostra città come location cinematografica, in special modo il locale festival del fumetto, Orvieto Comics, ed il Fantasy Horror Award internazionale che pure aveva attratto tanti attori e registi.

Questi rapporti e relazioni vanno ricuciti, la presenza di Orvieto nel panorama cinematografico e delle fiction va  assolutamente promossa e sostenuta. Non è solo un’affermazione culturale od una strategia di marketing territoriale, deve essere ul vero volano di sviluppo che questa nuova epoca di nuovi media può garantire a chi voglia coglierne l’opportunità.

A margine osserviamo che è sempre di oggi la polemica in base alla quale gli spazi utilizzati dal Umbria FilMovie e l’intera ex Caserma Piave risultino essere inagibili, e con loro risulterebbero esserlo anche quelli occupati per lungo tempo dalla protezione civile oppure lo spazio concesso per i pregiati costumi, metalli istoriati e tessuti della Lea Pacini, quelli del Corteo Storico per intenderci. La questione la pone Cittadinanza Attiva che si è vista negare l’utilizzo di spazi nell’ex Caserma per questioni di agibilità a fronte di un riconosciuto ed eccellente impegno sociale. Incredibile!

A lungo l’Assessore Andrea Vincenti ci ha rassicurati sul prossimo regolamento di utilizzo degli spazi dell’ex caserma, sia in sede di QSV che in altre occasioni pubbliche. E’ fondamentale che le attività che portano lustro alla nostra città e che andrebbero ulteriormente sostenute non vengano danneggiate, e che sia fatta chiarezza su questa vicenda dell’agibilità. In quegli stessi spazi infatti insistono i parcheggi dei cittadini e gli stalli di stazionamento degli autobus e non è pensabile che si faccia un’operazione del genere in aree inagibili.

Chiediamo pubblicamente una parola di chiarificazione all’Amministrazione ed, eventualmente, la ricognizione delle ordinanze passate che, soprattutto se conflittuali tra di loro, risulterebbero carenti dei requisiti di legge e cagionerebbero ingiusto nocumento alla cittadinanza.