La città di Orvieto, osservano dal M5S, risulta esposta a rischi sanitari ed a necessità di attenzione e cura stante il fatto che la propria popolazione è tra le più anziane della media nazionale. Questo consegue oltre ad una maggiore incidenza di talune patologie legate all’età anche una minor frequenza delle visite di medicina del lavoro, sportive o pediatriche rispetto alla media nazionale e, pertanto, ad una legittima e prevedibile maggior necessità di accesso a prestazioni diagnostiche, frequentemente in regimi di esenzione ticket. Diverse segnalazioni giunte alla capogruppo Lucia Vergaglia hanno portato all’emersione di un problema, una fattispecie che se accade costringe a ripetizioni di prenotazioni e pertanto contribuisce all’inefficacia della gestione delle liste d’attesa sanitarie per le quali, peraltro, il Movimento ha già presentato altri atti da discutere nel prossimo Consiglio Comunale ed organizzato un incontro pubblico.
Lucia Vergaglia (M5S)
«La prima cosa da sapere è che le casse CUP, cioè del Centro Unico di Prenotazione attivato dalla Regione, secondo quanto segnalato, non risultano collegate con l’archivio dati dell’Anagrafe Assistibili, per cui il sistema non rileva in automatico un codice di esenzione ticket. Infatti è il medico, attraverso la propria struttura o studio professionale, a compilare la richiesta aggiungendo le informazioni relative alle esenzioni, informazioni di natura non solo medica ma per esempio economica. Attività che se da un lato appara irragionevole dato che prevede che il medico curante debba essere messo a parte delle situazioni finanziarie dei propri assistiti dall’altro appare altrettanto irragionevole che la corretta ed aggiornata conservazione di questi dati personali e la loro corretta imputazione nella formulazione delle richieste siano caratteristica professionalizzante dell’attività per la quale il medico operi “in scienza e coscienza”. Questi che sono problemi che il nuovo regolamento privacy europeo GDPR farà deflagrare alla sua applicazione nel maggio 2018 e pertanto andranno gestiti per evitare pericolosi blocchi. Nel frattempo però la mancanza degli automatismi nell’attribuzione delle esenzioni vuol dire che un cittadino, pur se dotato di un codice di esenzione ticket, corre il rischio di pagare la prestazione o dover rinunciare per integrare i documenti allungando ancora i tempi di risposta sanitaria nel caso in cui alla richiesta di esami specifici non venga anche inserito il codice esenzione ticket dallo stesso medico, sia per mero errore formale che non conoscenza dei diritti attribuiti a quello specifico individuo; infatti, se il medico di famiglia o il personale che lo assiste per sbaglio non inserisce il codice di esenzione nella richiesta, anche in presenza di diritto all’esenzione, alla cassa CUP verrà richiesto di pagare il ticket. Ciò nei fatti pone un meno facile accesso al diritto alla salute proprio alle fasce di cittadini in più fragili condizioni e spesso costringe a ripetere file ed attese. La beffa è che sia il sistema CUP e l’ Anagrafe Assistibili sono gestiti dal medesimo soggetto, la SCARL (Società Consortile a Responsabilità Limitata) denominata UMBRIA SALUTE i cui soci risultano: ASL Umbria 1, ASL Umbria 2, Ospedale di Perugia, Ospedale di Terni i quali ricevono suon di quattrini dai contribuenti attraverso i bilanci degli enti locali. Siamo nel 2017, avere le “anagrafiche” e le informazioni sconnesse o duplicate rilanciando problemi e responsabilità alla platea degli assistiti è semplicemente inaccettabile. Risolvere i problemi delle liste d’attesa significa anche riordinare il modo in cui si erogano i servizi e questo di una sistema unificato, snello e moderno per davvero è un passo da fare al più presto.»Lucia Vergaglia, portavoce capogruppo Movimento 5 Stelle Orvieto
Alla negazione della libertà, e perfino della possibilità della libertà, corrisponde la concessione di libertà atte a rafforzare la repressione. H. Marcuse
1 commento su “Burocrazia e falle nei Ticket sanitari”
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