A 40 anni dalla sua morte Gianni Rodari è più vivo che mai.

Già, la fantasia…

Questo 14 aprile 2020 è segnato da un evento di dimensioni planetarie che sarà ricordato per moltissimi anni essendo riuscita la pandemia del coronavirus a fermare e far chiudere in quarantena oltre la metà del mondo. Nonostante i progressi della nostra scienza siamo stati costretti a rintanarci perché siamo stati colti completamente impreparati. Di fronte a qualcosa del genere vogliamo perdere tempo a parlare di fantasia, di creatività?

«Sebbene il Romanticismo l’abbia circondato di mistero e gli abbia creato attorno una specie di culto, il processo creativo è insito nella natura umana ed è quindi, con tutto quel che ne consegue di felicità di esprimersi e di giocare con la fantasia, alla portata di tutti», scrive Gianni Rodari nella Grammatica della fantasia. Ecco probabilmente questo è il consiglio che ci darebbe oggi, quello di cercare e lasciar trovare strade nuove, di coglierne l’occasione data dalla necessità della scuola a distanza, per esplorare nuovi modi perché il lavoro non si fermi durante la quarantena ed infine per non far sembrare una prigionia l’obbligo di rimanere a casa per i più piccini ed anche per i più anziani. Ecco l’attualità viva della fantasia di cui parlava Gianni Rodari, quella che era parte integrante di ogni sua attività, anche quella a maggior contenuto pedagogico ed intellettuale, ed è qui la vitalità del suo lascito come autore, come pedagogista e come italiano conosciuto in tutto il mondo che in fondo non ci manca soltanto perché non ci ha mai lasciato per davvero.