Tavolo di lavoro sul commercio.

Il problema della licenze di Orvieto Scalo è il campanello d’allarme di una situazione che sta sfuggendo di mano. Gli stessi operatori del settore chiedono chiarezza nelle regole e le risposte dell’Amministrazione e del personale del Comune non sono univoche o definitive. A riprova ed  esempio per lungo tempo nonostante la liberalizzazione le licenze commerciali “di vicinato”, quelle di negozi, bar e ristoranti per intenderci, sono continuate ad essere vendute e compaiono come parte essenziale negli atti notarili di cessione e trasferimento delle attività commerciali.

La questione del regolamento del commercio è tuttora un elemento fondante del patto civico che regola il Comune. E’ vero che il sistema delle autorizzazioni è cambiato, ma non così il sistema urbanistico e neppure le regole relative alle medie e grandi superfici di vendita, siano esse alimentari, miste o non alimentari.

L’argomento è complesso e va analizzato con attenzione, portando in audizione gli operatori e gli esperti, implementando le buone pratiche dei comuni più avanzati nei nostri regolamenti e provvedendo a periodiche messe a punto periodiche  in vista degli ulteriori progressi del delivery, della distribuzione e della mobilità. In tal senso il M5S intende coinvolgere nella sede sella II Commissione permanente il maggior numero di forze dotate di quel potere di indirizzo della politica cittadina a realizzare un “Tavolo di Lavoro sulle Regole del Commercio” dedicato a risolvere gli attuali problemi e prevenire quelli potenziali con l’obbiettivo di riportare il commercio ad essere un centrale punto di riferimento della vita e dello sviluppo della città

Qui di seguito il testo dell’iniziativa

Al Presidente Talanti, II Commissione
e per conoscenza
Al Sindaco Germani, Città di Orvieto
All’Ass. Martino, delega per “Commercio”
All’Ass. Custolino, delega per “Urbanistica”

Al Pres. Pettinacci, Consiglio Comunale

Loro Sedi

OGGETTO: OdG “Tavolo di lavoro sulle regole del commercio”

Egr. Sig. Presidente Talanti, gentili colleghe, cari colleghi,

Innanzitutto una premessa ed una indicazione di metodo: reputiamo che il commercio sia, e debba essere, uno dei tessuti connettivi dell’organismo socioeconomico orvietano, che permetta l’ordinato sviluppo della vita sociale dei cittadini, lo strutturarsi di aggregazioni economiche nei pressi degli esercizi contribuendo al benessere del territorio in una società sana. Reputiamo inoltre che l’armonizzazione delle richieste degli operatori alle effettive necessità riscontrate dall’esperienza amministrativa possa permettere un libero mercato, privo delle caratteristiche patologiche dovute a posizioni di rendita ed a quelle specifiche abilità nell’infilarsi tra le pieghe di norme e regole che possono legalmente, ma ingiustamente, avvantaggiare alcuni a danno di tutti e che pertanto tutti gli attori della parte politica dotati del potere di indirizzo debbano, assieme, contribuire ad adeguare a tempi, ed esigenze nuove, le regole che influenzeranno consumatori ed operatori di commercio e distribuzione del nostro territorio, nel nostro territorio e per il nostro territorio.

Detto questo è necessario affrontare la questione che ha destato preoccupazione in quest’ultimo periodo, ovvero la questione “licenze” per la media distribuzione alimentare nella zona di Orvieto Scalo. Negli ultimi mesi del 2014 infatti la gestione Raggi della Coop è stata additata, sia da parte politica che dai tanti portatori di interessi locali, come responsabile di un problema più ampio di disgregazione socioeconomica e periferizzazione del quartiere. Tanti i problemi dalla chiusura del supermercato in piazza del Commercio, tante le prese di posizione del Sindaco, dell’Amministrazione e della politica soprattutto in relazione all’atto di riapertura per una sola ora a fine autunno, bloccando di fatto locali, permessi e quindi libero mercato. Intanto la Coop acquisiva anche l’altra “licenza” del quartiere con l’acquisizione della catena Superconti e, non va dimenticato, opera nei pressi anche con una GDO, il Centro Commerciale “Porta di Orvieto”, nel medesimo territorio creando un nuovo quadro con caratteristiche, assai inopportune, di limitazione dal mercato della concorrenza.

Tale problematica è la spia di una più generale inadeguatezza dell’attuale sistema di regole del commercio e dell’urbanistica, sviluppato qui nell’orvietano ben prima della liberalizzazione degli esercizi di vicinato dell’era Monti, e ben prima dell’introduzione di centri commerciali sul nostro territorio.

La questione che si pone è, quindi, di affrontare la nuova situazione per evitare degenerazioni. Piazza del Commercio è stato un segnale d’allarme, così come il degrado che ne è nato e le tante chiusure o cambiamenti qualitativi dei negozi nei dintorni, ad esempio nel Borgo, con la conseguente svalutazione immobiliare ed a tali sollecitazioni dobbiamo permettere al mercato, alla libera iniziativa, di rispondere in modo vitale, senza svantaggiare ingiustamente chi voglia lavorare ed operare. È inconcepibile al giorno d’oggi che una eventuale inerzia della pubblica amministrazione sia corresponsabile, in tempi così di crisi, a simili impoverimenti dei nostri concittadini. Sicuramente l’azione politica ed amministrativa non può fare miracoli, ma certamente non può rimanere inerte o, peggio, farsi strumentalizzare a danno della comunità locale.

Pertanto il gruppo consiliare M5S propone

alle S. V. la messa in OdG in II Commissione, in quanto competente dei “regolamenti”, dell’istituzione di un “tavolo di lavoro sulle regole del commercio” presso il quale ascoltare le istanze dei portatori d’interesse quali, ad esempio, le categorie commerciali e la stessa Coop, coinvolta in maniera preponderante nella situazione di Orvieto Scalo, per poi apportare rapidamente, con il supporto ed il contributo degli uffici preposti e con il legittimo coinvolgimento degli assessori competenti, le modifiche che saranno reputate più adatte a permettere un libero commercio, in cui le situazioni di vantaggio patologico ed ingiusto danno vengano progressivamente e celermente eliminate e nel quale prevedere momenti di controllo ed aggiornamento anche per gli anni a venire, anche in vista dell’impatto delle nuove tecnologie, del nuovo assetto demografico-urbanistico e delle nuove forme di mobilità già previste o prossime venture.

In attesa di un pronto riscontro l’occasione ci è gradita per augurare buon lavoro e porgere

Distinti Saluti

Cons. Avv. Lucia Vergaglia