IN CINQUE ANNI LA SITUAZIONE DELLA PIAZZA DI ORVIETO SCO È RIMASTA FERMA AL PALO. IL COMMERCIO LANGUE E GLI ATTRATTORI SONO ALTROVE.
Anche i pochi tentativi fatti si sono scontrati con un comune ostile e degli innesti burocratici apparentemente fatti apposta per scoreggiare l’iniziativa privata. Le promesse di Germani sono state disattese ma questo era nell’aria. Anche il tentativo di Lucia Vergaglia di portare la questione delle commissioni per lavorare sul regolamento delle grandi superfici di vendita alimentare è stato reso vano dall’obbligo di farlo passare attraverso il qsv ( il quadro strategico di valorizzazione previsto dalla legge regionale) che però nel frattempo è stato sospeso.
Insomma quella parte del quartiere che era destinato a commercio e servizi è diventato un parcheggio dormitorio.
Aspettiamo adesso le mirabolanti promesse elettorali dei candidati che faranno la carrellata anche ad Orvieto Scalo proponendo soluzioni fantastiche peccato solo che quando lavoravamo per quella parte di territorio nessuno, ci ha sostenuto neanche coloro che oggi si candidano.
LA RUPE DEL CENTRO CITTADINO È CIRCONDATA DALLE LUCI DELLO SCALO E DI SFERRACAVALLO PER METÀ. MA DA PONTE DEL SOLE FINO A VIALE PRIMO MAGGIO DI NOTTE È AL BUIO.
Come quella metà opposta della luna la parte del circondario cittadino che non guarda in direzione dell’autostrada non è stata considerata degna di un piano illuminazione cittadino ed invece di averne cura la vediamo lasciata come le strade rurali, con la sola interruzione dell’area di servizio e del supermarket. Occorre certamente molto di più.
Non risulta necessaria la manutenzione ordinaria ed in qualche caso addirittura il rifacimento della sede stradale, ma occorre un vero e proprio progetto di riqualificazione Tenendo presente le peculiarità del territorio e la necessità della messa in sicurezza di alcuni incroci residenziali come ad esempio quello di Case Maggi o di Ponte del sole.
PIAZZA DEL COMMERCIO È ANCORA SENZA COMMERCIO. UN VERO SCHIAFFO A CITTADINI, IMPRENDITORI E LAVORATORI DI ORVIETO SCALO, CHE TRASCINA IN UNA CRISI INFINITA DEL VALORE ANCHE “IL BORGO” CON I SUOI SERVIZI.
Piazza del Commercio è ancora senza commercio. Così come il vicino Centro “Il Borgo” che, privati del grande attrattore che era il negozio Coop, hanno visto spostarsi ingenti flussi dei cittadini da un’area all’altra con conseguente modifica dei valori dei fondi commerciali, depositi, e delle Infrastrutture condominiali.
Mentre è vero che il comune non può e non deve sostituirsi al privato è anche vero che le attività del comune in relazione alle riqualificazioni stradali ed alla concessione degli spazi per i grandi centri commerciali insieme alla mobilità valgono nello sviluppo cittadino molte volte le leve fiscali che ogni tanto certi ex assessori pensano di presentare come una panacea. A proposito questo impoverimento diffuso è avvenuto in costanza dell’opera per l’appunto degli stessi ex assessori e, come se non bastasse, entrambi i gruppi di ex maggioranza e maggioranza attuale ci hanno lasciati soli quando abbiamo portato in discussione l’assegnazione delle licenze per la grande superficie di vendita e il problema dell’eccessiva concentrazione nelle mani della singola Coop che aveva appena rilevato il gruppo Superconti. Insomma liberisti quando conviene protezionisti quando c’è di mezzo il bacino di voti e nel frattempo la situazione è rimasta quella che c’era ormai 5 anni fa.
C’è una crisi conclamata e nessuno che abbia avuto il coraggio di prendere di petto la situazione. Coraggio ai proprietari e ai residenti. Coraggio a chi vorrebbe tornare a lavorare. Il 2019 non è lontanissimo.
C’è chi parla di incertezza circa il ricollocamento del personale e delle ditte terze del gruppo Superconti, all’interno di Coop Centro Italia, e c’è ancora aperta la questione della “licenza” da Supermarket di Piazza del Commercio con la necessaria salvaguardia della vivibilità della zona.
E’ necessario ripartire dalla mozione a 5 stelle approvata all’unanimità dal Consiglio Comunale di Orvieto il 30 aprile scorso.
Il M5S Orvieto pose la questione non appena vi furono le prime avvisaglie dell’acquisizione della catena Superconti osservando che la situazione quasi monopolio ad Orvieto Scalo da parte di un unico operatore economico non avrebbe certo favorito residenti, l’incremento di posti di lavoro ne incrementato il valore delle superfici immobiliari ed alla fine è riuscito a portarlo in discussione in Consiglio Comunale ottenendo l’unanimità sull’istituzione di una pubblica discussione sulla destinazione di piazza del Commercio e delle licenze supermarket.
Non più tardi del 2 febbraio ultimo scorso il nostro appello al Comune per risolvere il problema della licenze Coop di Orvieto Scalo.
Infatti questo è il campanello d’allarme di una situazione che sta sfuggendo di mano. Gli stessi operatori del settore chiedono chiarezza nelle regole e le risposte dell’Amministrazione e del personale del Comune non sono univoche o definitive. A riprova ed esempio per lungo tempo nonostante la liberalizzazione le licenze commerciali “di vicinato”, quelle di negozi, bar e ristoranti per intenderci, sono continuate ad essere vendute e compaiono come parte essenziale negli atti notarili di cessione e trasferimento delle attività commerciali.
La questione del regolamento del commercio è tuttora un elemento fondante del patto civico che regola il Comune. E’ vero che il sistema delle autorizzazioni è cambiato, ma non così il sistema urbanistico e neppure le regole relative alle medie e grandi superfici di vendita, siano esse alimentari, miste o non alimentari. In special modo ad Orvieto Scalo la situazione di fatto punta ad un monopolio della Coop che va per la proprietà di SuperConti, possiede le attività del negozio Coop di piazza del Commercio e dell’Iper “La Porta di Orvieto”. Insomma sembra una vera e propria dimostrazione della posizione dominante per la quale l’antitrust ha appena avviato l’istruttoria per accertare eventuali abusi.
L’argomento è complesso e va analizzato con attenzione, tant’è che abbiamo chiesto che venisse inserito nell’ordine del giorno dell’apposita Commissione Regolamenti con il dichiarato obbiettivo di risolvere in positivo la vicenda ricordando che lo Scalo doveva essere, come previsto nei piani di sviluppo che avevano previsto questi moderni insediamenti, un “Quartiere da Abitare” (Sindaco Mocio, 2006). La risposta del Presidente Talanti (PD) è stata laconica: non sussistono le condizioni di parlarne in Commissione dato che la concertazione commerciale dello Scalo ricade nel cosiddetto Quadro Strategico di Valorizzazione (QSV) del Centro Storico in quanto anche lo Scalo è Centro Storico. Tuttavia è stato lo stesso Sindaco Germani a smentire il suo presidente di commissione e compagno di partito, presentando solo pochi giorni dopo, l’iniziativa “Orvieto Scalo: Un quartiere PER abitare” (Sindaco Germani, 2015) con il suo progetto integrato di viabilità, commercio ed urbanistica ben lungi dall’essere passato per il QSV.
In questo caos politico istituzionale possibile espressione della lotta interna al Pd, con l’antitrust che individua come possibile posizione dominante e danno alla concorrenza commerciale l’asse Coop-SuperConti, davvero non capiamo a questo punto perchè non affrontare il nodo del commercio in Consiglio Comunale, cioè nella sede degli indirizzi di governo cittadino, a tutela dei nostri commercianti e del tessuto sociale dello Scalo.
Per questo abbiamo voluto presentare un Ordine del Giorno orientato ad ottenere una delibera vincolante per un “Tavolo di lavoro sulle regole del commercio” atto a superare i limiti ed i problemi attuali, oppure, in caso ci fosse preclusa anche questa via, almeno funzionale a scoprire quali parti politiche vogliono risolvere i problemi e quali invece, per qualche motivo, sembrano goderne.
Il problema della licenze di Orvieto Scalo è il campanello d’allarme di una situazione che sta sfuggendo di mano. Gli stessi operatori del settore chiedono chiarezza nelle regole e le risposte dell’Amministrazione e del personale del Comune non sono univoche o definitive. A riprova ed esempio per lungo tempo nonostante la liberalizzazione le licenze commerciali “di vicinato”, quelle di negozi, bar e ristoranti per intenderci, sono continuate ad essere vendute e compaiono come parte essenziale negli atti notarili di cessione e trasferimento delle attività commerciali.
La questione del regolamento del commercio è tuttora un elemento fondante del patto civico che regola il Comune. E’ vero che il sistema delle autorizzazioni è cambiato, ma non così il sistema urbanistico e neppure le regole relative alle medie e grandi superfici di vendita, siano esse alimentari, miste o non alimentari.
L’argomento è complesso e va analizzato con attenzione, portando in audizione gli operatori e gli esperti, implementando le buone pratiche dei comuni più avanzati nei nostri regolamenti e provvedendo a periodiche messe a punto periodiche in vista degli ulteriori progressi del delivery, della distribuzione e della mobilità. In tal senso il M5S intende coinvolgere nella sede sella II Commissione permanente il maggior numero di forze dotate di quel potere di indirizzo della politica cittadina a realizzare un “Tavolo di Lavoro sulle Regole del Commercio” dedicato a risolvere gli attuali problemi e prevenire quelli potenziali con l’obbiettivo di riportare il commercio ad essere un centrale punto di riferimento della vita e dello sviluppo della città
La questione delle cosiddette licenze commerciali per i supermarket di Orvieto Scalo configura una eccessiva concentrazione nelle mani della sola Coop, un monopolio di fatto.
La questione nasce da lontano ed ha un punto di svolta quando, nel 2006, Orvieto Scalo doveva divenire “un quartiere da abitare” e l’allora sindaco Mocio «…in ottemperanza ad una legge regionale, propose al Consiglio Comunale, in particolare alla III^ Commissione Permanente, l’iscrizione all’ordine del giorno, del punto relativo all’individuazione urbanistica di un’area per la realizzazione di una struttura di tipo AG1.» definendo lo Scalo luogo «….strategico per l’intero territorio comunale e per la sua collocazione, un quartiere che soffre del suo sviluppo originario intorno alle grandi arterie di viabilità su gomma e su ferro; un quartiere attraversato da grandi infrastrutture come la 205, alla strada Bagnorese, alla 71 Umbro-Casentinese, da due ferrovie, dall’Autostrada. Su Orvieto Scalo, l’Amministrazione Comunale con una serie di piani è più volte intervenuta nel tempo, fino agli interventi estremamente qualificanti del PUC.».
In pratica la realizzazione del centro commerciale, per quanto già fosse previsto da tempo, nasce su questi fondamenti. Peccato che nel frattempo non ci si era messi a lavorare seriamente anche sulla regolamentazione commerciale per le aziende di questo livello che, ad oggi, mostra serie lacune quali l’impossibilità della revoca delle autorizzazioni nonostante la prolungata ingiustificata chiusura, come nel caso di piazza del Commercio. Oltre a ciò la concentrazione nelle mani di un singolo operatore commerciale non è in alcun modo disincentivata.
Chiariamo però che il Comune non ha più voce in capitolo sulla questione squisitamente commerciale, ma la sua autorità per i negozi di medie e grandi dimensioni, resta per quanto concerne i necessari parcheggi e gli standard urbanistici ed all’Amministrazione cittadina che spettano questi compiti di regolamentazione, e non possono certo essere demandati a terzi. Allo Scalo oggi insistono gli spazi ex Coop attualmente chiusi (e di quando in quando strumentalmente riaperti per poche ore proprio per prevenire eventuali scadenze delle autorizzazioni), Superconti che è stato recentemente e legittimamente acquisito dalla Coop e, dulcis in fundo, il centro commerciale “La Porta di Orvieto” che è sempre della Coop. Un monopolio che non favorisce il generale andamento del commercio, il sano sviluppo della città e lascia delle aree tristi e svuotate preda di svalutazione ed abbandono. Un monopolio che, a nostro avviso, ha portato lo Scalo al degrado tipico delle periferie urbane cittadine.
Tutto ciò in barba agli auspici che volevano lo Scalo “un quartiere da abitare“, non da occupare.
Il M5S ascolterà le esigenze degli operatori e dei residenti e chiederà modifiche al regolamento per le autorizzazioni alle medie e grandi superfici di vendita per adeguarlo alla necessità che queste siano attive e funzionanti, e non siano invece causa di svalutazione ed impoverimento di un intero quartiere proprio nel rispetto di chi aveva creduto alle iniziative per vivere lo Scalo.
«Secondo noi il commercio deve essere volano di occupazione e prosperità e le autorizzazioni amministrative non devono essere posizioni di privilegio e rendita esclusiva. O c’è vantaggio per tutti o si devono cambiare le regole del gioco, in meglio.» (Lucia Vergaglia)
Da allora tanti annunci, tanti soldi stanziati, tanti rimpalli di responsabilità tra uffici e tra politici. Nessuna indagine, nessun inquisito, nessuna sicurezza. Come se il fiume non avesse mai scavalcato ponte ed argini, come se tutto sommato dato che non ci sono stati i morti in fondo va bene così. Una nuova normalità che negli ultimi anni qui in Umbria, con i suoi recenti eventi alluvionali “non ordinari” (2005, 2008, due nel 2010, 2012 e 2013 ), e le sue tre emergenza siccità (2003, 2007, 2012) è ormai percepita come consuetudine. E poco importa che climatologi e metereologi confermino per il futuro un aumento in frequenza ed intensità di questi eventi “estremi” e che il solo impatto economico diretto, a seguito delle alluvioni di questi ultimi 10 anni, sfiora il miliardo di euro (tra danni e perdite al patrimonio pubblico e privato). Tutto ormai viene considerato normale, lo sappiamo, lo sanno quelli dei comitati locali ed i tanti cittadini. Sanno tutti che gli eventi si ripeteranno, non sanno quando, non sanno come, ma sono coscienti, tutti, che torneranno a ripetersi.
Altrove già piove di nuovo, è normale, si sa, e la gente in altre regioni ci muore per via di un argine di polistirolo disgregato da un fiume come i giocattoli dei bambini, e di nuovo il minuto di silenzio per le vittime e di nuovo la colpa e del dissesto, mai di un politico o di un progettista, di un professore che ha dato il via libera, della commissione apposita di scienziati, come la “Grandi Rischi” tutta assolta a L’Aquila (ma allora perchè convocarla e pagarla? Perchè decidere sulla scorta di opinioni di cui non sono responsabili?).
E’ così in tutta la nazione ed Orvieto non fa eccezione, la resa sembra istituzionalizzata. Sappiamo che il Paglia può esondare così le istituzioni, per star tranquille, sanno telefonare un allarme a centinaia di famiglie ed aziende e poi facciano quel che vogliono, vadano da amici e parenti, vadano nei due centri di accoglienza, vadano mentre il fiume travolge un territorio trascurato e protetto solo sulla carta.
Noi però non ci arrendiamo, e non vogliamo che le istituzioni ribaltino responsabilità e colpe sui cittadini per poi gridare all’emergenza ed all’imprevedibilità, per poi parlare di “calamità”. In occasione di questa giornata chiediamo all’assessore Custolino ed al Sindaco Germani d’intervenire in commissione e spiegare perchè i soldi stanziati non sono serviti a completare le opere di messa in sicurezza e quali azioni il Comune intenda porre in essere a tutela dei propri cittadini.
E’ doveroso non lasciar sopire la faccenda con il solito inutile minuto di raccogliemento e con le parole di solidarietà, è doveroso mettere in sicurezza il territorio, è doveroso chiarire la catena delle responsabilità.
Questi sono gli otto Deputati del MoVimento 5 Stelle che il giorno 8 Aprile, dalle 10.30 alle 12.00, incontreranno i cittadini orvietani. I nostri cittadini portavoce risponderanno alle domande sulle attività politiche nazionali ed internazionali e si informeranno sulle criticità del territorio da approfondire, eventualmente, in sede parlamentare come già molte volte è stato fatto per la nostra città.
Saranno anche presenti i candidati alle elezioni amministrative per il Comune di Orvieto, che non si presentano al pubblico in prestigiosi alberghi o stando dietro una scrivania, ma tra la gente e con la gente, ed anche loro saranno a disposizione per rispondere alle domande di iniziativa politica relative al territorio ed al futuro della nostra città.
Appuntamento in via Duomo dalle 10.30 alle 12.00 e se il tempo sarà clemente faremo un salto ai mercati di Ciconia e di Orvieto Scalo. Come sempre l’iniziativa sarà visibile in streaming sul Blog Beppegrillo.it e sui canali YouTube del Parlamento5Stelle con Hashtag #NonCiFermateTour , con lo stesso tag sarà possibile interagire via Twitter.
Dopo Orvieto i nostri partiranno per Marsciano, Foligno ed infine Perugia.
Concludendo: molti politici locali vantano una linea diretta con il Parlamento romano, il M5S invece vanta una linea diretta con i cittadini di tutt’Italia. Le cose cambiano, per alcuni a parole, per altri nei fatti.
L’unica strada per l’ospedale di Orvieto e il ponte detto “dell’adunata”, il cui nome rievoca nella memoria il ventennio fascista ma è in realtà molto più antico e si riferisce alla confluenza, adunata appunto, dei due fiumi, il Paglia ed il Chiani.
E’ uno degli snodi principali della Complanare, la nuova strada che affianca il Paglia, i cui lavori sono, pare, fermi con le 4 frecce, pare, dicono, per l’imprevista presenza di cavi telefonici interrati ed altre quisquilie del genere.
E’ attualmente in condizioni, dicono, di piena sicurezza. Beh… guardate qui e giudicate Voi.
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Ne parleremo ancora e tanto, Voi restate sintonizzati e partecipate.
Alla negazione della libertà, e perfino della possibilità della libertà, corrisponde la concessione di libertà atte a rafforzare la repressione. H. Marcuse