Sono appena uscite le classifiche sulla qualità della vita che vedono la provincia di Terni perdere qualche punto ed il paragone con l’orvietano diventa rapidamente necessario perchè, qui, le cose potrebbero anche andare peggio.
Ad esempio l’indicatore generale del ternano sui tempi di smaltimento delle cause civili, molto buono tanto da portare l’intera provincia in undicesima posizione, per l’orvietano è drammaticamente più grave con i ritardi accumulati per la soppressione del tribunale. Altre differenze restano marcate a danno di Orvieto come l’assenza del multisala cinematografico (ma non era previsto al Fanello?), l’assenza della banda larga od il tasso migratorio dei giovani.
Punti critici restano il tenore di vita, la popolazione ed alcune assenze importanti in termini di infrastrutture e servizi. Eppure vorremmo ricordare che l’incremento del PIL procapite e della densità abitativa erano al centro dei proclami elettorali sia della destra che della sinistra risultata vincente. Eppure ad oggi nulla si è mosso, o neanche messo in cantiere. Quella fotografata dall’istat è la conseguente stagnazione in cui Orvieto non si riesce a distinguere dal resto della provincia di Terni.
«La Giunta prenda atto che ormai non è più solo il giudizio critico della forza d’opposizione maggiormente rappresentativa nel paese a pretendere un cambio di passo, l’impegno immediato dei fondi europei ed iniziative di vero marketing territoriale, ma sono gli osservatorio economici più prestigiosi ad asserverare, a confermare inoppugnabilmente, la nostra richiesta d’agire.» Lucia Vergaglia, M5S Orvieto