Sono molte settimane che infuria una polemica sui social network e sulla stampa locale nella valutazione se Orvieto si sia impoverita oppure no. A confronto ci sono le carte che parlano d’incremento turistico in favore della città, d’altro canto è esperienza comune trovare sempre meno negozi aperti e meno gente per le strade. Entrambe le cose sono verificabili. Come M5S ci siamo sempre posti il problema dell’aumentare l’appeal del borgo antico come attrattore turistico e come “centro commerciale naturale” non per una lotta ideologica contro i centri commerciali e super aperti allo Scalo, Ciconia, Sferracavallo ed all’Arcone, ma seguendo a semplice considerazione che i soldi spesi nei negozi e negli esercizi di vicinato ricadono nel territorio invece che nei furgoni portavalore diretti lontano.
A nostro avviso centro storico di Orvieto è uno dei volani economici della cittadina, punto di riferimento di quello che la la normativa e l’uso comune generalmente con la locuzione di Centro Commerciale Naturale, punto di approdo del turismo che è una delle industrie delle occasioni lavorative che ancora tengono nel territorio.
Ma il progressivo svuotamento dai negozi, soprattutto tradizionali, e dei tanti locali lasciati sfitti per lunghi periodi le cui vetrine buie e troppo spesso impolverate contribuiscono a quel senso di vuoto e aumentano la tendenza desertificazione, indebolendone l’attrattività come luogo di socializzazione, ritrovo e svago, rendendo meno gradevole l’esperienza del vivere il cuore cittadino e riducendovi la propensione alla spesa locale. Peggio ancora le troppe vetrine sporche e non oscurate in maniera decorosa, luogo di affissione selvaggia per manifesti, volantini, fogli di giornale ed anche per comunicazioni private, inoltre gli ingressi commerciali in stato di semiabbandono dove tra i serramenti metallici forati e le porte interne si manifestano ricettacoli di sporcizia e rifiuti vari, che causando oltre a gravi problemi di igiene pubblica un forte degrado estetico. Considerazioni di normale buon senso che ci meravigliamo non siano state fattivamente e concretamente fatte proprie dalla Giunta, soprattutto ricordando che, sul finire di novembre scorso, il Sindaco Germani affermava l’importanza del commercio, anzi dell’offerta commerciale, quale componente essenziale della proposta qualitativa che il comune di Orvieto, nella sua totalità, esprime per aumentare il proprio indotto.
Pertanto il MoVimento 5 Stelle di Orvieto ha depositato un atto di indirizzo politico orientato a precisi impegni contro lo svuotamento e l’impoverimento commerciale del Centro Storico
- incoraggiare i proprietari dei locali sfitti ad applicare canoni calmierati, garantendone il pagamento attraverso le cooperative fidi delle Associazioni di categoria;
- agevolare l‘uso temporaneo dei locali per realizzare, ad esempio, mostre ed esposizioni, per esporre immagini promozionali della Città quali infopoint diffuso, o incentivare una rete di temporary shop, anche contraddistinti da un’immagine unica, da attivare soprattutto in occasione di eventi di richiamo (UJW, FolkFestival, Giubileo ecc…) per offrire agli imprenditori la possibilità di provare nuove idee a costi accessibili;
- a valutare l’opportunità di predisporre, come già fatto in altre cittadine, una politica atta a contrastare e prevenire comportamenti anche omissivi, che determinino il depauperamento del patrimonio collettivo prevenendo quelle situazioni generali di incuria e degrado che deteriorino la buona vivibilità urbana e la qualità della vita civile: a titolo di esempio potrebbero essere verificate e premiate le buone pratiche quali pulire le saracinesche ed evitare l’accumulo di rifiuti gettati attraverso le serrande all’interno degli immobili; quali l’oscurare le vetrine attraverso modalità e materiali tali da rispettare il decoro estetico delle vie del centro; il rimuovere le insegne degli esercizi cessati, con ripristino dello stato dei luoghi; il tenere pulite le vetrine conservandole libere da affissioni con la pacifica eccezione delle comunicazioni di trasferimento dell’attività commerciale in altro luogo e dell’offerta di vendita o locazione del fondo; l’utilizzo di camouflage sui serramenti quali quelli con le immagini dei monumenti orvietani oppure la riproduzione dell’interno negozio in attività in forma promozionale come in uso nei centri urbani maggiori dove è consueto vederli con la scritta “questo negozio può essere tuo”;