Beppe Grillo lo aveva detto e lo fa, anzi lo ha fatto.
Era stato annunciato in quella che è stata una festa della condivisione e della partecipazione aperta: Italia a 5 Stelle, ad Imola. Durante un trascinante e coinvolgente intervento dal palco, davanti ad una folla composta da portavoce istituzionali senza giacca e cravatta, circondato dal sano entusiasmo degli organizzatori dei meetup sul territorio, i sostenitori, i simpatizzanti, i perplessi in quanto soliti osservatori della scena politica capaci di tediosi lamentii di rassegnazione e ai disfattisti scettici. Davanti alle televisioni e a giornali di mezzo mondo, con quella spontaneità che con insulsa denigrazione viene definita populismo: insomma davanti a tutti, proprio tutti ci comunicò che era giunto il momento di fare un “passo di lato” ed uscire dalla comunicazione in prima persona.
Quale differenza dagli ammuffiti congressi di partito con i delegati che si pavoneggiano dei pacchetti della dote di tesserati e votanti, ovattati in moquettes di ipocrisia, belle ragazze di rappresentanza nelle sale conferenza e gioviali buffet (in tutti i sensi) con la solennità dei proclami dei leader maximi che in virtù di indecifrabili equilibri sconosciuti, nei conclavi delle retrovie decidono chi debba essere ad incarnare modernissime scelte programmatiche che cambieranno la vita del partito e “di conseguenza” del Paese!
Ma Grillo, il quale non è stato eletto e quindi, e a differenza di Renzi non governa, con questo gesto di emancipazione realizza il nobile scopo, a questo punto reale ed attuale, di lasciare che il MoVimento compia la sua naturale evoluzione e cammini sulle proprie gambe. Obiettivo: la concreta affermazione di un metodo di fare politica semplice quanto rivoluzionario: far agire i cittadini in prima persona con onestà ed a tempo determinato, consci che ciò contribuirà all’abbattimento di questa classe politica che con opportunismo e corruzione ha schiacciato e vessa intere generazioni di cittadini!
E per il M5S adesso che cambia?
Nella forma ben poco cambia per il MoVimento 5 Stelle: scompare la dicitura “beppegrillo.it” il simbolo, i colori restano gli stessi, ma soprattutto i principi cardine del MoVimento 5 Stelle restano gli stessi. E questo mentre siamo al culmine della notorietà e della credibilità, mentre con maggiore consapevolezza dei nostri meriti politici siamo lanciati in determinanti sfide, e anche qui emerge una notevole distanza da altri: il nostro non è un restyling di facciata come di solito accade dopo una sconfitta elettorale o un fallimento dell’esperimento politico ovvero lo scisma scandaloso di alleanze di convenienza. Ma è l’affermazione che davvero il MoVimento è la rete degli iscritti e non Beppe Grillo.
Cercando di cogliere una debolezza che non c’è fin troppi commentatori, interessati, ci chiedono di candidare nelle posizioni elettive delle grandi città gli esponenti più noti e magari attraenti, come fanno nei partiti tradizionali; ma sarebbe un travisamento della nostra realtà!
Il MoVimento è questo: chi li conosceva prima i vari Morra, Di Maio, Di Battista, Lombardi, Crini, Ruocco… prima di essere messi alla prova avendo ricevuto il mandato dai cittadini che hanno dato fiducia al MoVimento Stelle? Sono cittadini che hanno potuto esprimere la propria capacità d’essere portavoce ed usano la visibilità ed anche i media per poter rendere intellegibile il mododi fare ed i fatti concreti della nostra politica, ma di certo non hanno fatto la gavetta di sezioni e circoli per ottenere una fama da spendere nell’avviata carriera da politicante. Come tutti i portavoce sono “semplicemente” dei cittadini onesti che hanno sospeso le loro attività precedenti per cimentarsi con gli incarichi che il sistema democratico chiama svolgere al meglio delle possibilità.
Le regole da osservare sono sempre le stesse stringenti in quanto consensuali: dimostrare di essere incensurati, senza carichi pendenti o comunque sconosciuti alle procure. Assumersi l’impegno vincolante di non ripresentarsi dopo due mandati per scongiurare il rischio di pensare di aver dato una svolta di vita entrando in politica sine die. Decurtare tutti gli emolumenti previsti per legge per chi ricopre cariche politiche e rendicontare in maniera documentabile le spese sostenute al fine di valutarne la necessità e l’essenzialità. Mantenere un comportamento trasparente e inequivocabile durante il mandato che deve rimanere coerente con i programmi enunciati nelle campagne elettorali o nelle comunicazioni tutte con i cittadini che non devono essere gabbati una volta che si è entrati fisicamente nei palazzi del potere ad occupare degnamente gli onorevoli ( quelli si che lo sono e di cui è indispensabile essere all’altezza ) scranni del Parlamento. Questi non sono mai stati dettami antidemocratici, come alcuni interessati, manovrati ed preoccupati cercano di denigrare con luridi attacchi, al netto, contrario rappresentano degli strumenti operativi di realizzazione concreta dei contenuti che il MoVimento 5 Stelle si propone di rendere tangibili. In questi anni il tipo di comunicazione è dovuta cambiare sulla scorta delle istanze da parte dei cittadini che preferivano una modalità più tradizionale per capire l’oggetto misterioso sulla scena politica. Siamo stati dirompenti come ci eravamo prefissi di fare e adesso dobbiamo spiegarne il perchè, anche per difenderci dalla continua mistificazione della controinformazione che manipola la conoscenza effettiva dei fatti. E’ stato necessario, ma indispensabile in quanto richiesto e per i non professionisti della politica, dell’imprenditoria e dello spettacolo ci siamo fatti carico anche di questa branca del sapere, oltre alla doverosa conoscenza di leggi, regolamenti, prassi parlamentare e soprattutto tecniche di redazione degli atti: adesso siamo pronti!
Chi dopo aver provato il dolce dei soldi e delle piccole grandi lusinghe degli avversari ha scelto la comoda strada della fuoriuscita e dopo vari ammonimenti è stato salutato per quello che è : un indegno destinatario della fiducia dei elettori. Siamo una forza di minoranza e non c’è costato poco decidere di perdere alcuni dei nostri che con tanta disinvoltura si sono lasciati fagocitare come da sempre accade e trasferirsi nelle cattedrali del potere. Resteranno, come accade a tanti altri dei plaudenti quanto insignificanti impiegati del voto in aula: peccato, hanno avuto la formidabile occasione di essere costruttivi e competenti, evidentemente non sono mai stati portavoce del MoVimento 5 Stelle.
Purtroppo anche a questo consueto, banalissimo malcostume occorre porre rimedio, anche se non era tanto prevedibile che fosse facile perdere pezzi. E così interviene una modalità nuova, ma di ineludibile coerenza.
Per noi, dato il crescente declino della onorabilità degli onorevoli, l’assenza del vincolo di mandato costituzionalmente previsto nasce dalla naturale aspettativa dell’ordinamento di un’ineludibile nobiltà personale e della coerenza degli eletti, attualmente è un’utopia irrealizzabile. Occorre essere sinceri, nella realtà dei fatti e dei comportamenti questo alto principio di onestà politica viene violentato in maniera reiterata e sempre più disgustosa. Se tutti fossero come noi ( siamo chiamati ad essere diversi migliori rispetto a chi ha sempre abusato e quindi tradito) sarebbe un effetto fisiologico e consequenziale l’efficace e materiale applicazione, ma come giustamente dice Alessandro Di Battista non è facile essere un 5 Stelle rendere.
Tutto questo insieme di connotati originari e viventi non cambierà con la minima modifica del logo e del contrassegno che ci identifica e ci rende identificabili. L’azione resterà la medesima in tutte le sedi istituzionali dove siamo present : enti locali, nazionali ed europei. Si poteva fare di più? Certo. Ma a ben guardare alla luce di quanto fin ora portato avanti, siamo in un’era geologica più avanti rispetto ai dinosauri che ancora comandano, finora inconsapevoli della loro estinzione prossima ventura!
«Personalmente, sono entusiasta di questo importante passo che è l’ennesimo cimento che vogliamo affrontare con fiducia e rinnovata determinazione. E poi, finalmente ci liberiamo di quella stantia espressione da telegiornale telecomandato dal capo redattore in ossequio a direttori rete allorquando, a malincure, ma comunque in maniera sminuente e distorta, lanciano un finto servizio di cronaca politica esordendo con un insulso: “Beppe Grillo dal suo blog fà sapere…”
Come se si trattasse di un pulpito di una liturgia medievale. Ma per favore: è risibile!
Grillo ritorna alla sua professione in uno di spettacolo autoriale e porta per teatri ed auditorium lavori di alto profilo civile come ha fatto fin dai tempi dei club e successivamente delle prime apparizioni televisive dove, si ricordi, scontò un defenestramento più che decennale.
Adesso, per ovvie ragioni ogni volta che parla è uno scoop che di volta in volta, nella sua indiscutibile indipendenza può decidere di assecondare o respingere. I suoi testi tratteranno di politica e di società civile come sempre ed ovunque e saranno feroci e sarcastici anche sulla nostra attività e su come viene condotta. E come sempre ci sarà un prezzo per il biglietto che gli spettatori dovranno corrispondere dato che si tratta di lavoro.» Lucia Vergaglia, fieramente MoVimento 5 Stelle Orvieto