Istruzioni per evitare lo stress da vaccini a Scuola

Con l’avvicinarsi dell’inizio della scuola e l’accavalcarsi delle scadenze previste dal decreto vaccini vale la pena di fare un breve sunto per genitori che si apprestino ad accompagnare i figli a scuola, indipendentemente da quali siano opinioni di ciascuna famiglia e nel rispetto di qualsiasi sia la valutazione di questa nuova normativa.
vaccini2.jpgQui di seguito il gruppo consiliare del Movimento orvietano riporta un rapido elenco dei documenti da raccogliere e delle plausibili questioni che da genitori o tutori si potrebbe essere costretti ad affrontare, al netto della lettera spedita da qualche regione o qualche Ausl ed arrivata, ahimè, solo ad una parte dei genitori e certamente non esaustiva.

  • DOCUMENTAZIONE: Nel decreto Lorenzin è prevista la presentazione una documentazione per l’accesso alla scuola materna o asili nido per coloro i quali non sia stati esonerato in forza di specifica scelta del medico. Si tratta del libretto vaccinale, di una copia della prenotazione per la vaccinazione in tempi successivi o l’autocertificazione. Ecco questa ultima può essere fatta in forma libera anche se alcuni altri comuni e plessi scolastici hanno redatto uno schema di base. In particolare le autocertificazioni delle prenotazioni posticipano alla data ultima del 10 marzo 2018 la consegna di ulteriori documentazioni che esplichino la situazione del bambino o, in casi particolari, spieghino che vi sia un differimento od addirittura l’esonero o l’omissione delle vaccinazioni obbligatorie, che in caso di alcune condizioni mediche diventa una scelta necessaria. Tutto questo, naturalmente, comporta un problema di privacy con il transito di informazioni sensibili e la necessità del trattamento di tali dati personali, soprattutto in forza del nuovo regolamento europeo General Data Protection Regolation (GDPR) che entrerà a sua volta in vigore a maggio 2018,.
  • CANCELLAZIONE DELL’ISCRIZIONE IN MANCANZA DEI DOCUMENTI? No, attualmente ciò non può accadere. Vale la pena di ricordare che la legge non è retroattiva: il decreto è di giugno, mentre la maggior parte delle iscrizioni dei bambini 0-6 anni sono state perfezionate da gennaio ad aprile. L’iscrizione scolastica fino all’anno scolastico 2019/2020, cioè quel periodo transitorio di applicazione della legge cui si è riferito, ad esempio, il Veneto per dilazionare i tempi degli adempimenti, è comunque specificamente destinata a non decadere, e questo è espressamente specificato nel decreto.
  • CONSAPEVOLEZZA. Il decreto chiarisce la necessità che ci siano i giusti tempi di informazione e promozione dell’offerta vaccinale da parte delle Ausl, in modo si possano compiere scelte consapevoli, non dettate da esigenze burocratiche o prese in fretta ignorando ogni cautela. Questo significa che nonostante la pressione mediatica ed il rimbalzare di prese di posizione che chiedono di agire con urgenza, in realtà la legge stessa chiede ai genitori di prendersi il tempo necessario.
    In effetti, chi vuol far vaccinare i propri figli ha il diritto/dovere di prendersi il tempo necessario per approfondire e fare una anamnesi personalizzata delle condizioni di salute del bambino. Esistono esami prevaccinali per la verifica di eventuali controindicazioni alle vaccinazioni che il pediatra stesso potrebbe evidenziare, esistono gli esami dei titoli anticorpali per rilevare il livello oltre di immunizzazione ereditato dai genitori o avvenuto in seguito a malattie contratte naturalmente che rendono edotti della non necessità di talune vaccinazioni, ma per farli occorre entrare nelle liste d’attesa lunghissime della nostra sanità. Se c’è volontà o la necessità di effettuare questi passi è il decreto stesso che prevede che i tempi congrui a partire dal relativo regime transitorio, andando anche oltre il 10 marzo 2018 se necessario; ciò al fine di prevenire proprio le scelte non adeguatamente informate e prive di eventuali approfondimenti anche clinici. Questo è un opportuno rimedio volto ad evitare scelte determinate più dalla fretta di “essere in regola” e pesantemente influenzate dai media che in questi mesi hanno sottoposto la cittadinanza ad una campagna di contrastanti pareri come se fosse una sorta di referendum!!!
  • LE PROCEDURE STANDARD. E’ il classico caso dei decreti attuativi in presenza di competenze “concorrenti” tra Stato e Regioni ed Il caos esploso dopo l’annuncio e l’approvazione di questo decreto è evidente. Comunque la si pensi tutti avrebbero bisogno di tempo e di procedure standard chiare che per ora non ci sono. Inoltre c’è la questione privacy/vaccini non ha una specifica previsione di legge: pertanto non essendo regolamentato altrimenti, il trasferimento dei dati sensibili dalle Ausl alle scuole, non appare avere una specifica copertura legislativa e pertanto impatta la privacy rasentando pericolosamente l’illiceità. La questione va approfondita ma intanto ad oggi le Ausl possono e dovrebbero comunicare solo coi genitori e certamente non con gli altri istituti come ad esempio le scuole.

Ricapitolando va raccomandata estrema calma. Nessun bambino 0-6 anni può essere respinto da asili e scuole materne se viene consegnata la documentazione o l’autocertificazione della propria situazione entro l’11 settembre (dato che il 10 settembre è festivo). Per i bambini 6-16 non in regola con le nuove vaccinazioni obbligatorie ricordiamo che ad oggi non è prevista la decadenza dell’iscrizione e neppure c’è il divieto di accesso alla scuola. Alle scuole però si deve consegnare la documentazione come descritto prima, anche in caso si voglia avviare il percorso di informazione e di approfondimento diagnostico per il bambino od addirittura si voglia intraprendere la strada dell’obiezione, predisponendo in questo caso il ricorso alla giustizia da parte di chi ritiene illegittima questa nuova norma, ed il suo sistema sanzionatorio, che non ha eguali in Europa.

«La narrazione mediatica di questa vicenda ha ridotto un problema di impostazione sanitaria in una specie di film dove ci sono buoni e cattivi; un imbarbarimento culturale inaudito. La situazione invece è molto articolata e va affrontata nei tempi corretti e, da parte del governo, andrebbe quantomeno fornita la provvista economica necessaria per dare la possibilità ai sanitari di valutare la risposta a queste vaccinazioni, se esistono individui low responder o non responder, cioè nei quali il vaccino risulta poco o non efficace, ed in che percentuale siano, assicurare protocolli chiari in caso di reazioni avverse ed informazione per chi ha, ad esempio al lavoro od in famiglia, individui immunodepressi che per molti giorni dovrebbero, a detta di molti istituti sanitari, evitare la vicinanza con i neovaccinati. Tale provvista economica invece manca e va integrata, quantomeno in legge di stabilità, ripeto al netto delle considerazioni di parte politica. La mia personale raccomandazione è quella di mantenere la calma e predisporre la documentazione come indicato e d’accordo con il pediatra od il medico di riferimento. Mettersi a criticare le scelte degli altri genitori è invece inutile e sbagliato. La maggioranza della popolazione è adulta infatti e non è soggetta al decreto vaccini quindi è, e resterà, non vaccinata; se ci fosse effettivamente una qualche crisi sanitaria sarebbero i lavoratori, in primis i sanitari e quelli della scuola, a doversi vaccinare e con loro tutti gli altri cittadini. Non essendoci stata tale previsione significa che non c’è, ad oggi, nessuna evidenza di pericolo imminente ma solo una scelta governativa sulla quale ognuno trarrà le proprie conclusioni e farà le proprie scelte nell’esclusivo interesse della salute dei bambini.
Per questo raccomando consapevolezza dei propri diritti e dei propri doveri, rispetto per le scelte degli altri genitori e per il lavoro, anzi il superlavoro, che in questi giorni sono chiamati a fare gli operatori sanitari e della scuola.» Lucia Vergaglia, M5S Orvieto

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