OGNI ANNO NELL’ANNIVERSARIO DELLA DICHIARAZIONE SCHUMAN VOGLIO RICORDARE CHE LE RADICI DELLA MODERNA UNIONE SONO PIÙ REMOTE E LEGATE AL LAVORO DI NOI ITALIANI.
Oggi è l’#EuropeDay: il 9 maggio è un giorno che unisce, nel ricordo della Dichiarazione di Robert Schuman che avviò simbolicamente l’integrazione europea. Ma non è la data reale. Il momento fondante a mio personale avviso risale ai tempi degli accordi braccia per Carbone le quali i nostri concittadini divennero per la prima volta cittadini d’Europa con libera circolazione e accesso ai Diritti Sociali ed al welfare dei paesi nei quali andavano a lavorare. Fu su quella base che in realtà Si venne a stratificare trattato dopo trattato, pronunciamento della Corte di Giustizia dopo pronunciamento, l’attuale struttura su cui si basa la Unione Europea. Fummo noi italiani i primi a gettare con il nostro duro lavoro le basi autentiche ed essenziali delle Infrastrutture su cui poi in seguito è nata l’Unione. Quello spirito Sì è andato via via assottigliando per lasciare spazio e ad eccessi burocratici ed a un sistema di mercato e monetario la cui invasività sta generando la reazione degli Stati componenti e l’affermarsi delle richieste di sovranità. Queste ultime assolutamente assenti nei periodi in cui ci si affacciava alla Europa Unita delle comunità, uno spirito decisamente più ottimista e sostanzialmente più promettente. Allora in questa giornata quali dovrebbero essere i nostri proponimenti?
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