SI PARLA TROPPO POCO DEI CASCHI BLU, CHE PER NOI SONO IMPORTANTI NEI BALCANI E PER IL MEDITERRANEO. OGGI È LA LORO GIORNATA.
Nonostante la continua narrazione delle vicende legate al nostro mare interno, il Mediterraneo, soprattutto in relazione alla immigrazione di massa verso l’Europa molto difficilmente l’approfondimento mediatico sulle motivazioni viene affrontato. Insomma si fa più attenzione agli effetti che non alle cause , si preferisce concentrarsi sulla cronaca piuttosto che parlare di politica estera. Eppure l’Italia storicamente è un paese chiave e centrale nel rapporto tra Europa occidentale, quella orientale, il Medio Oriente è l’Africa. In questa giornata dedicata ai caschi blu, ai peacekeeper, vogliamo guardare a ciò che si tenta di fare con la politica per creare delle condizioni di vita migliori per tutti noi in ogni paese.
Questa Giornata Internazionale nasce per rendere omaggio alla memoria e al servizio di tutti quegli uomini e quelle donne che, nel nome della pace, hanno prestato la propria assistenza e in innumerevoli circostanze hanno prestato anche la vita (leggi calamità naturali, incidenti, malattie, violenze di ogni genere ecc.) mentre continuano, in giro per il mondo ad essere impiegati nelle operazioni di peacekeeping sotto l’egida della bandiera blu dell’ONU.
L’Assemblea Generale delle Nazioni Unite con la Risoluzione 57/129 del 2003 ha scelto il 29 maggio per celebrare la Giornata internazionale dei Peacekeepers.
Attualmente le 16 missioni di pace in cui sono impegnati riguardano non solo la protezione dei civili e la riduzione del rischio che si degeneri nuovamente in conflitti bellici come è capitato anche nella nostra Europa in tempi recenti ma anche a prevenire quell’effetto destabilizzante che le conseguenze di questi conflitti possono avere nei paesi pacifici come il nostro. Le recenti crisi dei rifugiati
ne sono un esempio. Qui di seguito il commento della nostra Lucia Vergaglia.
《 Innanzitutto una premessa: anche in tempi di rilancio delle istanze di sovranità e controllo delle frontiere va riconosciuto un grande rispetto alle istituzioni sovranazionali che quando si mettono insieme per affrontare le calamità possono fare la differenza. Fra le iniziative dell’ONU una delle più interessanti è quella delle forze interposizione e di peacekeeping, i cosiddetti caschi blu, ai quali va il mio personale rispetto e senso di alta gratitudine. Il loro lavoro li porta a fare da cuscinetto in tante che circondano la nostra realtà locale ed Europea. La stragrande quantità delle missioni attualmente attive è a vario titolo legata ai nostri territori, penso ad esempio ai Balcani nei quali troppi mesi si è perso di vista l’aumento della tensione tra Serbia e Kosovo, ed influenza direttamente la pressione alla quale è sottoposto il Mediterraneo, soprattutto in termini di rifugiati.
Nella giornata di oggi non solo vanno riconosciuti i meriti dei singoli peacekeepers ma la sfida che ci pongono anche i nuovi scenari: dai cambiamenti climatici alle crisi delle economie basate sul lavoro manuale per la produzione industriale ed agricola. Dal più piccolo comune italiano alla più grande metropoli Europea occorre che i cittadini smettano di indossare quegli occhiali che vedono bene solo da vicino e si ritorni ad avere una visione ampia, pur senza perdere di vista i problemi di casa. Anzi forse proprio per rafforzare la capacità di prevenire ulteriori problemi a casa propria. Grazie quindi a tutti i caschi blu ed all’organizzazione delle Nazioni Unite che, non a caso, rappresenta la maggioranza degli stati indipendenti nel nostro pianeta.》 Lucia Vergaglia.