A poche ore dal rapporto Svimez, da sempre punto di riferimento per le politiche d’intervento pubblico in zone a rischio, soprattutto del sud Italia poi mutuate nel resto della nazione, che cita testualmente la necessità di forme di “reddito” d’inclusione sociale o di cittadinanza dobbiamo chiedere al Comune di Orvieto come intenda confrontarsi con lo stato di crisi dei propri cittadini.
Respinte le proposte d’inclusione con i voucher per i piccoli lavori in economia e l’adesione al manifesto di Libera della mozione Rosati – Vergaglia sul reddito di dignità, nel silenzio tra l’altro della stessa associazione il cui presidio cittadino fu costituito da Paolo Borrello, depositiamo una prima interrogazione sulle iniziative dell’amministrazione partendo dallo scottante caso di Garanzia Giovani per il quale l’Unione Europea ha messo a disposizione fondi cospicui e sul quale ci sembra non sia stato nessuno sviluppo tangibile.
Chiediamo quindi al Sindaco ed all’Assessore al Lavoro di rendere pubblici i dati dei progetti e quali aziende di formazione stanno effettivamente operando, con quale efficacia. Inoltre chiediamo quali politiche attive d’inclusione sociale reddituale-lavorativa siano in atto a fronte degli oltre 5.000 iscritti attuali alla camera del lavoro e considerate le crisi industriali, in particolare Tione ed Electrosys su cui chiediamo lo stato dei fatti e le prospettive.
Non vorremmo che per pensare ad Aree Interne e Contratto di Fiume si sia perso di vista che i lavoratori ed i cittadini devono avere prospettive e possibilità di reddito e lavoro tutti i santi giorni.
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