In questi giorni i cittadini che seguono le reti locali hanno potuto seguire le discussioni su Baratto Amministrativo e Reddito di Cittadinanza. Discussioni molto accese come è giusto che sia quando si parla di temi dall’impatto rilevante sul modo di vivere e lavorare di un’intera città, su come possano essere volano di sviluppo ed ammortizzatore nelle crisi.
La parte più accesa del confronto, quando è diventato chiaro che avrebbe prevalso il NIET della destra alla proposta sul reddito avanzata da Sel e MoVimento 5 Stelle è stata l’aspra reprimenda all’indirizzo di quei consiglieri che lavorano nel mondo bancario.
Dal M5S la posizione espressa da Lucia Vergaglia è stata netta.

«Oggi quella bancaria è una delle categorie lavorative del privato non ancora travolta dalla crisi, ma adesso sta per toccare anche a voi lo stesso destino del resto del mondo impiegatizio. Voi che avete avuto in questi anni un osservatorio privilegiato che poteva seguire i flussi di denaro destinato al lavoro delle imprese od i risparmi delle famiglie ed il valore sempre più scarno dell’investimento nel mattone votate contro o vi astenete dalle iniziative sul reddito. Non vi rendete conto che tra poco tocca anche a voi fare i conti con le riduzioni del personale, la ricerca del lavoro, il job act che è peggio della Fornero? Dovreste essere in prima linea.»
C’è stato chi ha risposto direttamente, chi ha fatto gesti scaramantici e lo stesso presidente del Consiglio Comunale Pettinacci ha dovuto richiamare all’ordine.
Ebbene sono passati appena dieci giorni, non dieci settimane, mesi o anni, dieci brevissimi giorni per darci ragione con la Rappresentanza Sindacale Aziendale FABI della Cassa di Risparmio di Orvieto che chiede un intervento PUBBLICO per scongiurare:
«il via libera ad una fusione per incorporazione della Cassa nel Gruppo della Popolare di Bari con conseguenze occupazionali, se non ben governate, catastrofiche»
La vicenda era sotto gli occhi di tutti ed era ampiamente prevedibile senza dover essere dei fenomeni. Spiace solo che ci sia stato un negare l’evidenza, spiace che ci siano state delle persone che, pur di votare contro una richiesta sensata, dotata di adeguate copertura, presente in tutta Europa tranne qui, e per la quale al Consiglio Comunale si chiedeva solo il sostegno “politico”, sia stata invece respinta facendo addirittura del vittimismo.
«Ebbene rispondano loro al FABI. Dicano quelle forze politiche che hanno negato l’evidenza, che hanno fatto gli scongiuri se e come debba essere sostenuta la Cassa di Risparmio di Orvieto quando hanno rifiutato di assumersi la responsabilità per le famiglie e chi il lavoro l’ha perso respingendo le iniziative sul Reddito. Lo dicano quelli che ci hanno preso in giro mentre presentavamo un piano alternativo per salvare Electrosys facendo partecipare i dipendenti; Electrosys che aveva competenze, specialisti, clienti, presenza di mercato, leadership industriale riconosciuta e ordinativi ma veniva ingolfata nei ben noti meccanismi di credit crunch che hanno bloccato tutto e mentre i tanto decantati “ammortizzatori sociali” partivano solo ed esclusivamente dopo una nostra interrogazione parlamentare. Ora è del suo ex concorrente di Ferrara ed ha smesso d’impensierirlo, anzi ha portato i marchi della costellazione Itelco nel proprio portafoglio. Glielo spieghino costoro se e come chi ha sostenuto la vicenda Electrosys in un certo modo dovrebbe fare altro con la CRO, la Cassa di Risparmio di Orvieto. Noi onestamente lo ammettiamo di essere gli ultimi arrivati e per noi ogni occasione è buona per imparare qualcosa di nuovo. Saremmo quindi lieti di capire quali soluzioni la politica che ci chiama “grillini” e prende in giro vorrà mettere in campo. La palla è a loro, si diano da fare e in fretta.» Lucia Vergaglia, portavoce M5S Orvieto