Orvieto. Teatro protagonista ed istituzioni distratte

MAGNIFICA PRIMA NAZIONALE de “IL GABBIANO” AL MANCINELLI ORVIETO. SUBLIME MASSIMO RANIERI E STREPITOSA ALCHIMIA DELLA COMPAGNIA. PECCATO LA CITTÀ POCO COINVOLTA DALLE ISTITUZIONI “DISTRATTE”.

(Di Lucia Vergaglia.)
La mia non può essere là recensione dell’opera teatrale rappresentata perché ” semplicemente” abbiamo assistito alla cultura che ci aspetta e ci accoglie sul palco è stato l’incontro tra le pagine del romanzo e i tormenti di ciascuno di noi allorquando si presta attenzione ai graffi della propria anima. Occorre coraggio e fede per sfidare la propria capacità di lasciare entrare la potenza delle suggestioni e delle evocazioni con l’incognita di non sapere quali possano essere gli effetti e il coinvolgimento personale. Spesso le difese creano troppi ostacoli.
Come le resistenze che incontra la dedizione completamente DISINTERESSATA di coloro i quali investono energie, tempo e risorse nei progetti di rilancio del Teatro Mancinelli e dunque di Orvieto.
Il nostro piacere di cittadini è innanzitutto di gratitudine nei loro confronti, ma soprattutto di sostegno economico e partecipazione: il teatro costa e se si vuole mantenerlo di livello nazionale occorre che si sia orgogliosi di acquistare il biglietto per godere della felicità che solo il palcoscenico può regalare.
Quando si applaude chi ha creato per noi è una rivincita sulla passività su certi giorni della passano inosservati. È un’esperienza di vita condivisa con gli attori: entrambe le parti possono raccontare di “quella volta quando ad Orvieto…”
Per questo con rammarico, ho osservato la risposta empatica del cittadini e il disinteresse delle istituzioni.

L’impegno verso le attività della programmazione degli spettacoli non si può ridurre alle quattro parole da conferenza stampa con le foto di circostanza.
Occorre esserci con la presenza fisica in mezzo agli spettatori, possibilmente col biglietto acquistato e non col posto riservato alle autorità.
Le autorità devo svolgere il proprio ruolo e dovere nei luoghi deputati, ma quando c’è festa, perché secondo me ogni qualvolta che si riesce a mettere in scena uno spettacolo di qualsiasi genere, è una festa della comunità, se gli invitati più rappresentativi non sono interessati perde di senso e di sostanza qualsiasi entusiasmo propositivo.
Intellettuali, notabili, stampa, esponenti della vita pubblica e soprattutto chi ha il potere di decidere ovverosia chi amministra hanno una responsabilità che forse neppure avvertono nel contribuire a rendere il Teatro Mancinelli e quindi Orvieto uno scrigno aperto!
Possibile che non si sia coscienti di quale prezioso valore aggiunto vi sia nel realizzare il binomio prestigioso ORVIETO – TEATRO.
La direzione artistica dovrebbe poter valutare e selezionare le produzioni che vogliono venire a mettere in scena gli spettacoli qui e non fare i salti mortali per riuscire a portare titoli e cast pur sapendo che gli sforzi non troveranno la giusta ricompensa di visibilità e ritorno quanto meno sul territorio locale.
Non è accettabile che non si creino le minime condizioni di accoglienza affinché quando c’è la serata al teatro gli esercizi commerciali e di ristorazione trovino conveniente tenere aperto, non vi sia un trasporto pubblico che colleghi ai parcheggi, non sia data la possibilità di creare uno spazio alle piccole librerie per esporre nelle aree del teatro i testi e i volumi attinenti all’opera rappresentata.

Dal profondo del mio cuore Vi consiglio di recarvi al botteghino per la replica di oggi e con l’occasione alzare lo sguardo e leggere il cartellone dei prossimi eventi.
E magari rimediare alla mancanza di non aver goduto di un momento di arte creato per noi tutti qui ad Orvieto!


Il Gabbiano, di Anton Čechov … incontro fra due protagonisti assoluti del teatro italiano, Massimo Ranieri e Giancarlo Sepe.