Audit energetico permanente degli edifici pubblici di Orvieto. Niente da fare.

IN UNA GIORNATA DRAMMATICA IN CUI SI SONO BOCCIATE PROPOSTE SACROSANTE COME IL CONTRASTO ALLO SFRUTTAMENTO DELL’ACCATTONAGGIO ED IL CODICE ETICO PER GLI APPALTATORI COMUNALI È ANCHE MANCATO IL NUMERO LEGALE SULLA MOZIONE M5S PER RENDERE PUBBLICHE LE INFORMAZIONI RELATIVE AI CONSUMI ENERGETICI DEGLI EDIFICI DEL PATRIMONIO PUBBLICO E SULLA PROPOSTA DI RIQUALIFICAZIONE.

È noto che il comune di #Orvieto, come richiamato dal sindaco emerito Cimicchi e dalle note di commento della stampa, non si sia dotato di un piano energetico dotato di prospettive nel tempo. Questa cosa fa il paio con milione di euro e passa che nel nostro bilancio compare che tra i costi in termini di consumi energetici del nostro patrimonio. Per questo avevamo presentato una proposta articolata di audit energetico e di organizzazione sulla riqualificazione degli edifici del nostro patrimonio pubblico ma non c’è stato niente da fare perché maggioranza ed ex maggioranza hanno fatto mancare il numero legale proprio su questa proposta che avrebbe portato risparmio e benefici per l’ambiente. Ciò è avvenuto durante la giornata drammatica in cui essenzialmente tutta la maggioranza ha appoggiato ognuno dei 78 passaggi del piano regolatore è l’ex maggioranza si è regolarmente astenuta su ogni elemento senza entrare nel merito a differenza di Lucia Vergaglia che ha discusso caso per caso, la situazione è diventata ancora più critica quando della ex maggioranza ormai non rimaneva quasi nessuno e quindi decideva la sola maggioranza le bocciature del codice etico per gli appaltatori del comune di Orvieto proposta dal Movimento 5 Stelle a prima firma Lucia Vergaglia ed addirittura si è preferito respingere iniziativa per la quale si attivava un contrasto allo sfruttamento dell’accattonaggio forzato del nostro comune con istituzione di un presidio gestito dal terzo settore. Infine il fuggi fuggi generale che ha impedito il raggiungimento del numero legale per la discussione della proposta sulla riqualificazione energetica degli edifici pubblici e sulla analisi dei consumi, il cosiddetto Audit energetico. Una figura pessima in uno degli ultimi Consigli Comunali le quali si poteva far valere il proprio ruolo di rappresentante eletto da parte sia della maggioranza che dell’ex maggioranza. Quantomeno noi possiamo andare a testa alta per aver provato fino in fondo a fare il nostro dov’è che è a migliorare le condizioni di vita anzi la qualità della vita degli orvietani ed il benessere del territorio. Così come abbiamo

Per fare il quadro della situazione noi siamo comunque ottimisti. Ben vengano le iniziative singole come quella della sostituzione di porzioni di illuminazione con sistemi più moderni ed a basso consumo basati sulle tecnologie dei led ma la questione, a nostro avviso, va affrontata fissando dei paletti che siano al punto di partenza e l’obiettivo di medio termine e che possono essere seguiti dalle adeguate professionalità all’interno del comune che, per i tanti pensionamenti che arriveranno nei prossimi anni, potrebbe dotarsi di un esperto da includere tra i funzionari come Energy Manager. Nel frattempo però

alcune cose si possono cominciare a fare come ad esempio l’audit energetico degli edifici nei termini dei consumi, dei costi del consumato e dell’efficienza a partire da quella termica e luminosa.

Non di rado infatti assistiamo a scene negli edifici pubblici che fanno gridare allo spreco come i riscaldamenti accesi e le finestre aperte nelle giornate calde oppure gridare allo scandalo quando ci sono classi e palestre fredde nelle scuole. La nostra proposta, a prima firma Lucia Vergaglia, è articolata in tre parti:

  1. Audit iniziale dei consumi, dei costi e dell’efficienza energetica.
  2. Pubblicazione dei dati con aggiornamenti semestrali.
  3. Professionalizzazione del personale del comune dedicata alla gestione del sistema pubblico dell’energia, energy management, e pianificazione delle migliorie e manutenzioni migliorativa.

Questo tipo di attività è propedeutica ad un piano energetico territoriale ma non sostitutiva. Il nostro territorio sicuramente ha la potenzialità di una autoproduzione anzi di una autonomia energetica ma i tempi sono cambiati rispetto all’epoca di Cimicchi quando cadevano a pioggia i contributi anche per il biogas e persino per gli inceneritori, e quando c’era una industria di cui capannoni erano dotati di linee e di grandi apparecchiature tipiche da fabbriche, quando le lampadine erano tutte ad incandescenza e gli elettrodomestici non si compravano guardando la certificazione energetica dei consumi. Oggi è tutto diverso e vanno fatte le opportune valutazioni di costi e benefici, cominciando dal pubblico. Va inoltre precisato che vi fu un precedente Audit promosso dalla regione Umbria è confluita nella relazione dell’ingegnere Innocenzi del 2008 e relativo solo ad una parte degli edifici pubblici di Orvieto e Terni.

《Quello di rendere Orvieto una città energeticamente efficiente ed in grado di gestire le proprie risorse con maggiore efficacia è un obiettivo certamente alla portata e per il quale una amministrazione può fare la propria parte procedendo in questo modo. Dapprima conoscendo bene e rendendo pubbliche tutte le informazioni necessarie, poi facendo la propria parte e mettendosi in prima linea per l’efficienza energetica ed il risparmio infine promuovendo anche usando la leva fiscale l’iniziativa privata in favore di quei principi antispreco e di resilienza territoriale che da un lato migliorano le condizioni di vita nelle proprie abitazioni e nelle proprie aziende, aumentandone al tempo stesso il valore di mercato e dall’altro contribuiscono a rendere tutto il nostro territorio energeticamente riqualificato. E anche compito dell’amministrazione attivare ogni canale perché siano predisposti bandi locali che mettano nel paniere contributi economici e perché come ente pubblico si faccia il possibile per agganciare il treno della programmazione Europea che eroga Fondi proprio su questa materia.》 Lucia Vergaglia M5S Orvieto