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Folk negato a Francesco Guccini

OGGI IL COMUNE PROPONE IL FOLK FESTIVAL COME MANIFESTAZIONE CULTURALE DIFFUSA ATTRAVERSO LA “TEMA” RICALCANDO LA NOSTRA PROPOSTA DEL 2014, CHE PERÒ RESPINSERO SONORAMENTE

Abbiamo perso anni e nel frattempo altri competitori si sono fatti spazio e ci hanno letteralmente surclassati, su tutti vale l’esempio di Civita di Bagnoregio.

Adesso si tenta gli insegnamenti dell’ultimo giro prima delle elezioni ed ecco che il Folk Festival assume l’aspetto culturale a 360° che avevamo proposto a nostra volta quando presenta Vamo l’idea forte della cittadinanza onoraria a Francesco Guccini indiscusso punto di riferimento di questo genere e studioso delle tradizioni popolari. Anche il voler essere positivi a tutti i costi ed il nostro ormai consueto virgolettato “L’importante è che si faccia” assume nei giorni dedicati a questa manifestazione più un valore formale che sostanziale perché questo è uno di quei momenti in cui ci brucia di rabbia quello che è successo in quegli anni per la pura volontà politica di dire No al Movimento 5 Stelle. Qui di seguito il resoconto di cosa abbiamo dovuto dire al maestro Guccini quando lo abbiamo incontrato.

Correva il 2014. Il sostegno compatto della stampa, la sorpresa e la gioia dei cittadini più giovani e le posizioni ovvie dei più provinciali «che c’azzecca Guccini co’ Orvieto?» hanno accompagnato un tentativo, una proposta del M5S di offrire le chiavi della città del Folk Festival all’uomo, all’autore che incarna il Folk italiano. Un tentativo respinto in modo compatto da tutte le forze politiche, di maggioranza ed opposizione. Abbiamo perso tutti, non ci ha guadagnato nessuno e la cultura cittadina continua a cristallizzarsi in un immobilismo privo di stimoli e proposte nuove. Come preannunciato avremmo chiuso questa vicenda informando di persona l’autore e riportando le sue parole, il suo pensiero. Ne abbiamo appena avuto occasione e sarà per molti una doccia fredda, speriamo che possa essere anche una benefica sveglia.

Qui il racconto di quest’incontro, breve ed incredibile.

Francesco Guccini presentava il suo ultimo libro un una piovosa Viterbo, a pochi chilometri da noi.

Come sempre quando c’è Guccini il luogo giusto dell’evento è facile da individuare, basta seguire la folla. Noi non eravamo li per la presentazione ma per il breve appuntamento che l’artista ci aveva dato dietro le quinte del palco, separati dal pubblico solo dal sipario. Pochi minuti per parlare della proposta per la sua cittadinanza onoraria presentata dal MoVimento 5 Stelle e respinta dalle forze politiche di tutti gli schieramenti.

L’incredulità sul suo volto, mentre sottovoce snocciolava i nomi dei comuni che invece hanno voluto attribuirla, il dolore nel ricordare origini orvietane del vecchio manager, il fastidio nel sentire che dal Pd è arrivata la bocciatura. No non ha fatto spallucce, come noi Francesco Guccini si è sentito colpito. Sorpreso e colpito. Ha chiesto semplicemente «Ma perché no?» Come potevamo parlare delle patetiche scuse dal Pd di un regolamento in lavorazione, un regolamento che a distanza di tanti mesi non solo non ha avuto luce, ma evidentemente era solo la facciata dietro cui si sono voluti nascondere dalla maggioranza, un regolamento per il quale in tutto questo tempo nessun atto è stato mai presentato. Non potevamo ed abbiamo risposto che pensavamo fossero solo motivi politici, avversi al presentatore della proposta.

«Questa è l’Italia, la cultura è in ostaggio e quando si può fare qualcosa c’è sempre il bilancino degli interessi delle parti e questo fa malissimo al nostro paese. Un riconoscimento come questo avrebbe portato attenzione e fari, gli scrittori ne avrebbero scritto, gli autori fatto canzoni già solo per il fatto che avevate riconosciuto l’opera di Francesco»

Questo il tenore di commenti che intanto facevano attorno a noi i volontari di Caffeina Cultura, una manifestazione Culturale con la C maiuscola che, purtroppo, Orvieto neanche se la sogna, troppo impegnata a guardarsi l’ombelico ed a mantenere quell’appeal di città alta e strana che all’epoca del grand tour aveva un senso ma che oggi suona soltanto di vecchiume e noia ripetitiva, come quelle signore radical chic troppo in là con gli anni.

Spiace dirlo ma dai tempi di Giorgio Scerbanenco nessuno scrive più storie importanti ambientate nella nostra città, dai tempi di Nino Manfredi il cinema ci evita, passa per caso giusto qualche episodio di una breve fiction. Ci difendiamo con la musica, Jazz e Folk, ma l’Amministrazione in questo non ha meriti e la politica, pigra e lassista, ha perso l’ennesima occasione rinunciando ad accogliere il più importante FolkMan d’Europa tra i suoi concittadini.

Alla fine per l’artista si alza un ennesimo sipario di molti ancora che verranno, noi ci ritiriamo come dei fans, con il suo autografo, ma non su un disco, sullo “strillone” del giornale che raccontava quanta superbia inutile possa aver peccato chi, soprattutto di sinistra, siede in Consiglio.

Orvieto deve aprirsi alla cultura

Tema e teatro Mancinelli, un binomio indissolubile che ha regalato alcuni acuti e tanti costi alla città.

Nonostante il magnifico edificio teatrale e la grande predisposizione degli artisti ad esibirsi sul palco cittadino c’è un gap importante tra il costo dell’apparato gestionale, la controllata comunale TEMA, che ha incamerato nel tempo tantissimi debiti ed ancora rappresenta un tassello importante alla voce costi del bilancio cittadino, e l’apertura culturale della città che passa, ad oggi, per altre vie e  con il mancato sviluppo di vere compagnie e scuole locali di altro profilo la cui rappresentatività fosse motivo e giustificazione di tali esborsi.

Nossignori, si osserva puramente una gestione dell’esistente ed a tale situazione il M5S deve tirare le somme, non limitandosi a ricordare semplicemente quanto costi la partecipata comunale, ma inquadrandola nella mancanza di una programmazione dell’assessorato alla Cultura, competente per materia, drammaticamente latitante mentre della TEMA restano evidenti i troppi impegni esterni alle attività culturali come la Green Card per le colonnine di ricarica per le auto elettriche, che forse non sarebbero nel cuore dell’attività di gestione del Mancinelli.

«La soluzione ai problemi dei costi, e per una maggiore apertura culturale, non è per nulla complicata e l’abbiamo racchiusa in una mozione depositata il 14 dicembre per aderire alla Compagnia Stabile dell’Umbria, esattamente come hanno fatto altre decine di teatri prestigiosi come il Morlacchi di Perugia, che prevede sei mesi per organizzare la fuoriuscita della partecipata comunale dalla gestione del teatro e la contemporanea adesione al meno dispendioso circuito del Teatro Stabile dell’Umbria, ricco della capacità produttiva di decine di teatri, con annesse scuole e compagnie, la cui massa critica e capacità di negoziazione è ben superiore a quella che viviamo attualmente.

Ci sarebbe inoltre spazio di manovra per utilizzare a nostra volta il circuito per rilanciare produzioni e proposte orvietane attraverso lo stesso Teatro Stabile dell’Umbria ed anche questo, nell’ipotesi di voler esprimere i tanti talenti ed i contenuti del nostro territorio, è un elemento interessante da non sottovalutare soprattutto in ottica futura.» Lucia Vergaglia, M5S Orvieto

Qui di seguito il testo della mozione: Continua a leggere Orvieto deve aprirsi alla cultura

Guccini: ennesima occasione persa.

Alla fine ci fu l’incontro, breve ed incredibile.

Francesco Guccini presentava il suo ultimo libro un una piovosa Viterbo, a pochi chilometri da noi.

Come sempre quando c’è Guccini il luogo giusto dell’evento è facile da individuare, basta seguire la folla. Noi non eravamo li per la presentazione ma per il breve appuntamento che l’artista ci aveva dato dietro le quinte del palco, separati dal pubblico solo dal sipario. Pochi minuti per parlare della proposta per la sua cittadinanza onoraria presentata dal MoVimento 5 Stelle e respinta dalle forze politiche di tutti gli schieramenti.

collage guccini viterboL’incredulità sul suo volto, mentre sottovoce snocciolava i nomi dei comuni che invece hanno voluto attribuirla, il dolore nel ricordare origini orvietane del vecchio manager, il fastidio nel sentire che dal Pd è arrivata la bocciatura. No non ha fatto spallucce, come noi Francesco Guccini si è sentito colpito. Sorpreso e colpito. Ha chiesto semplicemente «Ma perchè no?» Come potevamo parlare delle patetiche scuse dal Pd di un regolamento in lavorazione, un regolamento che a distanza di tanti mesi non solo non ha avuto luce, ma evidentemente era solo la facciata dietro cui si sono voluti nascondere dalla maggioranza, un regolamento per il quale in tutto questo tempo nessun atto è stato mai presentato. Non potevamo ed abbiamo risposto che pensavamo fossero solo motivi politici, avversi al presentatore della proposta.

«Questa è l’Italia, la cultura è in ostaggio e quando si può fare qualcosa c’è sempre il bilancino degli interessi delle parti e questo fa malissimo al nostro paese. Un riconoscimento come questo avrebbe portato attenzione e fari, gli scrittori ne avrebbero scritto, gli autori fatto canzoni già solo per il fatto che avevate riconosciuto l’opera di Francesco»

Questo il tenore di commenti che intanto facevano attorno a noi i volontari di Caffeina Cultura, una manifestazione Culturale con la C maiuscola che, purtroppo, Orvieto neanche se la sogna, troppo impegnata a guardarsi l’ombelico ed a mantenere quell’appeal di città alta e strana che all’epoca del grand tour aveva un senso ma che oggi suona soltanto di vecchiume e noia ripetitiva, come quelle signore radical chic troppo in là con gli anni.

Spiace dirlo ma dai tempi di Giorgio Scerbanenco nessuno scrive più storie importanti ambientate nella nostra città, dai tempi di Nino Manfredi il cinema ci evita, passa per caso giusto qualche episodio di una breve fiction. Ci difendiamo con la musica, Jazz e Folk, ma l’Amministrazione in questo non ha meriti e la politica, pigra e lassista, ha perso l’ennesima occasione rinunciando ad accogliere il più importante FolkMan d’Europa tra i suoi concittadini.

Alla fine per l’artista si alza un ennesimo sipario di molti ancora che verranno, noi ci ritiriamo come dei fans, con il suo autografo, ma non su un disco, sullo “strillone” del giornale che raccontava quanta superbia inutile possa aver peccato chi, soprattutto di sinistra, siede in Consiglio.

cittadinanza negata guccini (autografata)

Cittadinanza onoraria a Francesco Guccini

Poeta, cantastorie, professore, musicista, scrittore, fumettista, ricercatore, cantautore, linguista, artista… non ci sono definizioni che possano racchiudere i versatili talenti di Francesco Guccini.

Francesco GucciniAntesignano del recupero della cultura popolare, e delle tradizioni locali, allorquando l’Italia cercava di svincolarsi dai clichè contadini in vista di un’urbanizzazione che, troppo frettolosamente, relegava nei ricordi le proprie radici. E’ questo l’elemento proprio che ci spinge a sottoporre, all’assise consiliare del Comune di Orvieto, la celebrazione di una cinquantennale carriera fatta di integra indipendenza dalle forze politiche; sotto i palchi dove fino a poco tempo fa cantava le storie e la Storia, infatti, in tanti hanno sbandierato i propri vessilli, tentando di avvolgervi l’opera del maestro. Francesco Guccini, con dissacrante ironia, ha sempre respinto tali beceri tentativi conservando la propria integra indipendenza che di lui ha contraddistinto opinioni, comportamenti e libertà espressiva.

Francesco Guccini, del resto, è immune anche alle lusinghe del suo stesso pubblico che, all’indomani dell’annuncio del suo ritiro dalle scene, gli ha continuamente richiesto di riprendere la sua attività dal vivo. L’artista ha consegnato il suo ultimo lavoro discografico, “L’ultima Thule”, come una sorta di testamento artistico tra le cui righe si può leggere il messaggio: “Gente, adesso tocca a Voi.”.

Ciò che proponiamo è, dunque, la celebrazione istituzionale, non politica nè sotto la bandiera dei partiti di governo od opposizione ma un reciproco onore e dimostrazione di ammirazione tra la Città di Orvieto, capitale del Folk, e l’artista che ne incarna e ne canta i più profondi significati.

Pertanto la Consigliera Vergaglia ha depositato un Ordine del Giorno al Consiglio Comunale, che si dovrà esprimere sulla decisione per il conferimento della cittadinanza onoraria al Maestro Guccini, raccomandando che le nostre più alte istituzioni gli conferiscano le simboliche chiavi della città in un pubblico evento.

Siamo ottimisti sul fatto che la proposta non trovi ostacoli o strumentalizzazioni di sorta che andrebbero solo a svilire un momento di partecipazione sociale e di vasto richiamo culturale nella nostra Orvieto.

Qui di seguito il testo dell’Ordine del Giorno consegnato dalla Consigliera Vergaglia al Presidente del Consiglio Comunale, dott. Angelo Pettinacci. Continua a leggere Cittadinanza onoraria a Francesco Guccini