I conti del disastro costante delle morti bianche li facciamo a settembre, appunto con la ripresa del lavoro ed a maggio in occasione della festa del primo, primo come quell’articolo della Costituzione che spiega che L’Italia è una repubblica basata sul lavoro.

Anni di competizione al ribasso non soltanto in termini salariali, ma anche in termini di investimenti nella sicurezza dei lavoratori, non sono stati utili a fermare la crisi e neppure a ridurre il dramma della disoccupazione, al contrario questi due indici sono sempre peggiorati fino allo stop pandemico, e le politiche messe in atto, quelle lacrime e sangue, non hanno ottenuto l’effetto del rilancio ma soltanto un peggioramento delle condizioni dei lavoratori.
E dunque così sbagliato cominciare a considerare l’idea di invertire il paradigma e ragionare in termini di investimenti sulla sicurezza e sulla qualità delle condizioni di lavoro? Sarebbe così anomalo che gli investimenti dei controlli facciano seguire assunzioni in quei campi e nelle forniture dei presidi di sicurezza? Sarebbe così strano che una catena del valore possa nascere dal lavoro stesso?
Quella del PNRR è un’occasione straordinaria da non mancare anche per rendere migliori, sotto ogni punto di vista, le condizioni per gli occupati e per le imprese. Dunque perché non approfittarne?
