Il corteo storico merita una sede museale propria, moderna ed interattiva. Questo lo sanno anche i sassi ad Orvieto.
Serve un contesto appropriato senza fare l’autogol di levare spazi polifunzionali o congressuali come Palazzo dei Sette o Palazzo del Popolo progettando a partire dagli abiti e dalla storia del corteo, sia quella laica che la processione religiosa, un’ipotesi espositiva adeguata ai tempi di oggi in cui mettere costumi ed armi nelle teche con dei poster illustrativi non basta proprio per niente.
Ci sono esempi anche piccoli, immaginiamo le tre stanzette di Monteriggioni che fa ben più del recente “Orvieto Vie” in termini di risultati, oppure eventi funzionali ad esposizioni temporanee come quelle che a Venezia organizza il CERS che funzionano benissimo.
In ogni caso il luogo fisico che possa custodire e far conoscere la storia del Corteo, rievocare gli anni formidabili delle realizzazioni e generare ricadute positive e durature nel tempo sicuramente serve e chiamatelo, se volete, Museo del Corteo. Aspettando il nuovo assessore alla cultura e le nuove nomine governative al consiglio di amministrazione dell’Opera del Duomo, ente che ai sensi del proprio Statuto potrebbe e dovrebbe essere coinvolto in tali progetti, è fondamentale aprire la discussione in maniera seria e partecipata per evitare anche che un tale progetto non venga usato come leva politica per sottrarre altri spazi alla comunità. Pertanto depositiamo un atto d’impegno che indirizzi l’azione della Giunta e del Sindaco ad iniziare e rendere partecipativo un tale percorso.