Non chiediamo voti, ma non accettiamo falsi pregiudizi.

#Orvieto è un tesoro prezioso da proteggere nell’ambiente, da valorizzare per cultura, turismo e tradizione, da promuovere come sede di enti pubblici prestigiosi ed eventi internazionali, da sostenere nell’esprimere le sue potenzialità lavorative ed imprenditoriali trasformando le peculiarità come quella dell’essere il centro esatto dell’Italia in opportunità per la creazione di posti di lavoro e marchi di livello internazionale, da agevolare per le giovani coppie e le famiglie che si allontanano nei dintorni ben più ospitali ed inclusivi per invertire il declino demografico.
Noi non abbiamo mai fatto mancare la nostra capacità di proposta e di iniziativa e non ci siamo mai messi di traverso per puro calcolo politico, e questo tutti gli osservatori esterni lo riconoscono, e persino gli avversari.
Peccato che ai tempi in cui media e professionisti trentennali delle istituzioni ci tacciavano di antipolitica in molti tra i cittadini non abbiano creduto che potevamo fare la differenza ed hanno puntato sui volti noti. Ora in gran parte sentono che avrebbero potuto scegliere diversamente, magari non votando lo stesso per il M5S e scegliendo altri, ma senza la pressione e l’ansia che i media scatenarono ai tempi.

Ci dicevano che eravamo antipolitica e molti cittadini che gli hanno creduto ora voterebbero diversamente.

Invece è andata così e senza quel pungo di voti in più col quale qui ad Orvieto non restava solo Lucia Vergaglia a battersi tra l’ex maggioranza e la nuova maggioranza, e pertanto non abbiamo avuto neanche uno degli organi di garanzia (vicepresidenza o III commissione). Con quelli potuto fare molto di più però serviva che ci avessero dato più forza in quelle urne, ma non ci conoscevano nei fatti, nel rispetto degli impegni che si esprime nel MoVimento nazionale (come quello di essere i primi a tagliarsi via i propri privilegi e metà dello stipendio), nella capacità di essere proposta oltre che, giustamente, critica e protesta. Tuttavia, come si vede in questi referendum, non è ancora finita e continuiamo ad avere media e commentatori ferocemente opposti.

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E’ contro i pregiudizi istillati goccia a goccia da questi signori esperti di comunicazione che dobbiamo impegnarci ogni santo giorno, nel piccolo comune o nella Nazione, nell’interesse comune dei cittadini ed in quello dei nostri territori.

Non chiediamo il voto ma di superare il velo di pregiudizi.

Ed ancora una volta non chiediamo il voto, ma chiediamo di venire in piazza Domenica 27 prossima, alle 10.30 del mattino in piazza della Repubblica, e valutare, chiedere e confrontarsi con tutti noi. Sentite anche la nostra campana assieme a tutte le altre poi, dopo il referendum noi accetteremo quello che sarà deciso nelle cabine elettorali.

Noi in piazza ci saremo con Alessandro di Battista e tanti altri, e Vi Aspettiamo.