AL VOTO CIRCA LA METÀ DEI COMUNI ITALIANI. QUESTO IL QUADRO DI RIFERIMENTO.
Complessivamente, considerando tutte le regioni, i numeri della consultazione elettorale sono i seguenti:
- comuni al voto: 3.843 su 7.914 comuni italiani (48,6%)
- appartenenti a regioni a statuto ordinario: 3.657su 3.843 (95,2%)
- appartenenti a regioni a statuto speciale: 186 su 3.843 (4,8%)
- comuni superiori (*): 238 su 3.843 (6,2%)
- comuni inferiori (*): 3.605 su 3.843 (93,8%)
- capoluoghi di provincia: 30 (di cui 6 capoluoghi di regione)
- sindaci eletti al primo turno: 3.658 su 3.843 (95,2%)
- comuni al ballottaggio: 141 su 3.843 (3,7%)
- comuni con elezioni non valide: 13
- comuni con elezioni posticipate: 31
La sintesi di Lucia Vergaglia
《Ai ballottaggi si è votato in 15 capoluoghi di provincia e il confronto si è concluso con ol centrodestra ne ha conquistati 7 (Biella, Vercelli, Ferrara, Forlì, Ascoli Piceno e Foggia, Potenza) mentre il centrosinistra 7 (Rovigo, Verbania, Cremona, Reggio Emilia, Livorno, Prato e Avellino).
Al M5S la sola Campobasso.
Volendo dare un risultato di insieme dei comuni significativi cioè quelli con più di 15mila abitanti: il centrodestra aveva 39 sindaci e ora ne ha 75. Il centrosinistra ne aveva 149 e ora ne ha 109. In molti anzi troppi comuni il movimento non è neanche all’opposizione, proprio come qui ad Orvieto, ed è comunque assente dalle aree decisionali e dalla possibilità di incidere ad esempio nelle Anci nelle unioni di comuni diventate di fatto un obbligo nelle cosiddette aree interne del paese che fanno parte della strategia di coesione sociale anche del nostro governo, almeno a leggere la ministra Barbara Lezzi.
Quanto alle grandi città il centrosinistra ha preso Bari, Bergamo, Firenze, Lecce, Modena e Pesaro, mentre al centrodestra vanno Pavia e Pescara, Perugia e Urbino.
Da un lato i sindaci che alla responsabilità importanti in relazione alla salute dei cittadini ed alla protezione civile dei territori, Dall’altro le Amministrazioni comunali che curano lo sviluppo economico e presidiano tutte quelle funzioni come la mobilità pubblica oppure i servizi sociali e quelli di vigilanza e sicurezza, che promuovono lo sviluppo economico delle aree artigianali ed industriali, il commercio ed anche la politica culturale ad esempio gestendo la rete dei musei civici e quella delle biblioteche ed infine la scuola; ecco perché era strategico e fondamentale essere presenti e lasciare libera di esprimersi la rete dei cittadini e degli attivisti, a maggior ragione se già inseriti nelle istituzioni ed in grado di passare il testimone a chi verrà dopo. Credo ci sia poco altro da aggiungere e che i dati parlino da soli.》Lucia Vergaglia.
*) si definiscono comuni superiori quelli che hanno più di 15000 abitanti grande della Provincia autonoma di Trento dov’è questa cifra è fissata a 3000.
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