La crisi morde e non sono sufficienti le difese tradizionali dell’Italia figlia del boom e delle “partecipate statali”, dei tempi in cui si poteva agire sulla politica monetaria per svalutazioni competitive, i dazi impedivano i dumping dei mercati ed i servizi pubblici erano semplicemente un diritto ad accesso universale.
Il nostro stato sociale è nato in tempi lontani privi del sovraccarico tariffario diretto ed indiretto sui beni pubblici come i parcheggi e sui servizi pubblici come sanità, scuola e raccolta e trattamento rifiuti che ha trasformato il rapporto tra cittadini ed enti.
Il MoVimento 5 Stelle si è fatto interprete di questa situazione di fatto, da noi non voluta anzi osteggiata in quanto pur essendo europeisti siamo molto critici sulla valuta unica, sull’abdicazione delle banche centrali e sulle regole di mercato vigenti. Per noi bisognerebbe riportare il senso di comunità dei cittadini al centro della politica e questo significa un massiccio cambio culturale, orientato alla democrazia partecipativa o diretta, alla riduzione dei centri d’intermediazione amministrativa con l’abolizione delle province e l’accorpamento dei comuni sotto una certa soglia di abitanti (eccezion fatta per i comuni montani, isolani o comunque quelli particolarmente isolati), prevedendo quelle misure universali di sostegno presenti nel resto d’Europa con leggere differenze dovute alla peculiarità dei singoli paesi, come il Reddito di Cittadinanza ed il Microcredito. Altrettanto importante è dal nostro punto di vista l’impostazione del cittadino quale centro delle istituzioni.
Il cittadino deve tornare a fare parte attiva nelle istituzioni ed una vera inclusione sociale parte da qui.
Quindi non deve stupire quanto abbiamo insistito per includere nelle politiche comunali l’accesso ai lavori utili sia con lo strumento del Voucher che con il Baratto Amministrativo. E non dovrà stupire se continueremo a chiedere spazi di bilancio partecipativo in cui con un clic online i cittadini orvietani potranno decidere se destinare una quota parte della propria fiscalità a favore, ad esempio, degli asili nido, di un maggiore orario di apertura della funicolare oppure ad una maggior presenza della municipale in certi quartieri.
«Questo strumento di legge del Baratto Amministrativo nasce con l’attenzione verso la sensibilità provata del singolo, in disagio economico temporaneo, che non è nella condizione di poter adempiere alle proprie obbligazioni, sempre più onerose, nei confronti dell’erario. Si parte da un presupposto volontaristico: un cittadino od un gruppo di cittadini che decidono di avere un rapporto alla pari con le istituzioni con cui aprono un dialogo ed offrono la propria contribuzione operativa ai servizi della collettività.
Non una concezione di sostegno assistenzialista, e dunque concesso, ma ripristino della dignità di cui vuole dare il proprio contributo pur senza averne i mezzi economici. Non più cittadini esclusi socialmente e, potenzialmente, psicologicamente emarginati, ma veri protagonisti di un volontario riscatto nella vita cittadina, e per questo probabilmente ancor più meritevoli. Si esce dalla condizione di oscurità e vergogna di chi non vuole essere un evasore fiscale ed anzi si trasmette un’immagine costruttiva anche alle nuove generazioni che arriva a spiegare il senso profondo della contribuzione, del fare la propria parte nella società.
Nel merito il provvedimento approvato deve confrontarsi con i duri vincoli dello stato di predissesto in cui versa il Comune dalla precedente amministrazione e quindi necessita della predisposizione di accurati vincoli e criteri a tutela del trasparente equilibrio di bilancio. In tal senso noi del MoVimento abbiamo apprezzato gli emendamenti integrativi proposti dai gruppi di maggioranza al di la degli opposti schieramenti perchè, come diceva De Gasperi, politica vuol dire realizzare.» Lucia Vergaglia, capogruppo MoVimento 5 Stelle Orvieto
2 pensieri riguardo “Approvato il Baratto Amministrativo”
I commenti sono chiusi.