Meetup Orvieto. I faccioni elettorali

ANNI DI SERMONI E FILIPPICHE CONTRO LA PRESENZA DEI VOLTI E LA PERSONALIZZAZIONE DELLE CAMPAGNE ELETTORALI CHE OSCURAVANO I TEMI E ORA CI PREDICAVA BENE RAZZOLA PEGGIO DEGLI ALTRI.

I temi sembrano essere scomparsi dalla propaganda elettorale. Sommersi da una ridda di slogan e di frasi fatte , di hashtag ai limiti del ridicolo e soprattutto dai faccioni elettorali.

Santini, manifesti, Meme per Instagram e chi più ne ha più ne metta tutti con l’onnipresente faccione. Pose plastiche che sembra Il Manifesto degli Avengers , trucco per le signore che sembra ci si prepari alla festa dell’anno e giacche per i signori, vistosamente a disagio.

Dei temi neanche l’ombra, Sotto il vestito niente. Forse con l’eccezione di qualche fotoreportage su aiuole non curate e qualche strada dissestata, di quell’incontro in cui ci diciamo quanto siamo belli e bravi da soli o al massimo quella volta che ci si vede con un qualche “candistar” su cui si erano focalizzate le attenzioni dei media quella volta nel passato che dovrebbe essere l’archetipo della classe dirigente nuova che è pronta a cambiare l’Europa o il Comune con un colpo di bacchetta magica.

Scusate, ci siamo sbagliati, Eravamo rimasti a quei tempi in cui i temi erano importanti ed i cittadini, quelli normali, dovevano diventare sindaci del proprio metro quadro.

Ci siamo sbagliati Abbiamo cominciato a calare dall’alto le famose super competenze salvo poi scoprire che di super in senso fumettistico neanche l’ombra e quanto a competenze continuano a non suscitare nessun imbarazzo e nessuna sorpresa negli incontri con quei cittadini attivi come i rappresentanti dei comitati , o dei vecchi Meetup. E cascano pure negli errori tipici per i quali sfottevamo “quelli bravi”. Abbiate pazienza quindi se diciamo chiaramente ed ammettiamo di esserci sbagliati … a fidarci.

E in questo nuovo contesto si è sbagliata anche Lucia Vergaglia col suo ostinato attaccamento all’impegno, al “devono prevalere i temi” ed al fatto che sono i cittadini ad essere importanti ed a poter fare la classe dirigente di se stessi per il proprio territorio per un periodo limitato di tempo.

Noi che queste cose abbiamo voluto professare e che siamo rimasti fedeli agli impegni, pur essendo cresciuti, sembra che abbiamo sempre meno spazio. Ora si capisce bene che chi sia entrato all’interno in posizione dirigente voglia cristallizzare con gli stessi metodi degli altri una propria posizione ed una propria , non del tutto chiara, agenda politica.

È successo come quando nel passato, dalla politica tipica dei partiti, ci siamo trovati isolati ed abbandonati. Così accade ora che per qualche motivo non serviamo più o peggio siamo quello specchio nel quale non guardarsi perché altrimenti si riconosce di aver tradito la propria originaria natura. E quindi giù di faccioni alla Dorian Gray, apparentemente giovani ed apparentemente parte di quella piccola rivoluzione che portò dei cittadini normali a diventare Stato, prendendo però ora gli stessi atteggiamenti e comportamenti di ciò che avrebbero dovuto combattere ed abbattere. Che amarezza.

Restano le immagini sbiadite di quella volta che abbiamo sostenuto la lista con candidato sindaco Lucia Vergaglia e nella quale non prevaleva alcun faccione elettorale. C’erano i nomi di tutti, il simbolo della forza politica e sotto il codice QR che portava direttamente ai temi , alle pagine del programma elettorale.

Quello che è venuto dopo dal 2018 in poi è un’altra cosa. E tocca guardare in faccia questa realtà e decidere come regolarsi.