UNA LETTERA APERTA DELL’EX SINDACO BARBABELLA CI CHIEDE SE ABBIAMO APPROFONDITO LA QUESTIONE UNESCO. AVENDOLA PRESENTATA IN CONSIGLIO DOVEROSAMENTE RISPONDIAMO.
Abbiamo letto sulla stampa della richiesta formulata attraverso una lettera aperta scritta di pugno dall’ex sindaco Barbabella che chiama in causa i gruppi consiliari e rispondiamo la medesima massima trasparenza che abbiamo dimostrato portando prima in commissione e poi in consiglio comunale la questione per un dibattito, un approfondimento degli atti ed una approvazione pubblica.
L’ex sindaco solleva la questione del comitato promotore i cui specifici punti di accordo individuano chi avrebbe fatto i progetti e chi è autore e quindi titolare e responsabile dei segni distintivi utilizzati per veicolare il progetto e rendersi riconoscibili come appunto promotori. Oltre a questo chiede, a nostro avviso giustamente, se da parte dei gruppi consiliari sì e proceduto ad una analisi sia della documentazione in itinere che valutazione degli interessi per i cittadini ed il territorio.
Qui di seguito la risposta di Lucia Vergaglia
Si firma “cittadino orvietano” l’ex sindaco del nostro comune ed ex presidente della società risorse per Orvieto. Le sue domande sono semplici e forse un po’ maliziosa per cercare di ottenere un endorsement nei confronti di un progetto i cui profili non sono stati ancora ben compresi anche da operatori esperti come lo stesso Barbabella. Le domande relative al comitato promotore ed agli interessi particolari che possono emergere dall’utilizzo dei segni distintivi di cui è autore lo stesso proponente del progetto ad esempio potrebbero ingenerare un sospetto di possibile privatizzazione del Monte Peglia come lo stesso ex sindaco scrive nella sua lettera aperta. L’unesco è però un ente delle Nazioni Unite ed i rigidi protocolli che utilizza sono estremamente specifici sul fatto che nel momento in cui vengono istituite le riserve , come è recentemente avvenuto proprio per il Monte Peglia, la sovranità non viene ceduta e resta dello Stato con le sue varie diramazioni come per esempio i comuni. Sovranità è una parola che a noi è molto cara ed è nella descrizione degli iter del processo per la creazione delle riserve dove si usa la locuzione “giurisdizione sovrana dello stato di appartenenza”. Inoltre vorrei far presente che la fase nella quale il comitato promotore si relaziona per ottenere il riconoscimento e ormai, da un mese, superata con successo e si deve aprire ora la fase della governance che ho già chiesto di avviare anche pubblicamente ed alla quale auspichiamo la più ampia partecipazione possibile.
Proprio sul tema della governance ho inteso già il mese scorso riporta che l’attenzione alla centralità di Orvieto che è dotata di tutti quei servizi a partire dallo stesso palazzo dei congressi e quelle professionalità che hanno come punti cardinali il nostro centro studi e l’alta scuola e che quindi può contribuire praticamente ed efficacemente a soddisfare la mission che il programma 2015-2025 della Mab Unesco e che riassumendo sono sviluppare e rinforzare i modelli di gruppo sostenibile, condividere a livello internazionale le esperienze fatte e le conoscenze acquisite, sostenere le strategie e le politiche di qualità legate allo sviluppo sostenibile ed infine incontrare ed aiutare gli altri stati a favorire la biodiversità come da noi individuata per mitigare gli effetti o contribuire al contenimento del riscaldamento globale. Insomma si tratta di attività di ricerca e studio, di formazione, di simposi e Congressi che potrebbero avere impatti più che positivi sul nostro territorio qualora fossimo capaci di fare sistema e non impelagarci in lotte intestine. Ricapitolando le risposte all’articolato insieme di quesiti proposti dall’ex presidente di risorse per Orvieto sono semplici: il comitato promotore ha già ottenuto il risultato del riconoscimento della riserva ora c’è bisogno della governance che sarà ovviamente un processo differente. Gli atti sono stati presentati e Messi a disposizione grazie a noi pubblicamente e pertanto rivendichiamo la massima trasparenza e naturalmente anche la valutazione dell’opportunità di far parte di questo progetto per i numerosi motivi che ho appena elencato. Le norme attuali e gli stessi protocolli della UNESCO inoltre impediscono ogni forma di privatizzazione e chiariscono che le aree in questione restano sotto la sovranità dello Stato italiano.
Iter
Il dossier di candidatura è elaborato sulla base del format “Biosphere Reserves Nomination Form”; previo avvio di un gruppo di lavoro che argomenti e contestualizzi i sette criteri definiti nel Quadro Statutario e che individui correttamente le parti della Riserva da destinare alle tre funzioni e le relative zonazioni. E’ necessario che il processo di candidatura sia condiviso da tutti gli stakeholder istituzionali e non del sito proposto.
Le candidature vanno trasmesse da chiunque abbia interesse (Istituzioni, Enti, Amministrazioni pubbliche, associazioni ed altri soggetti) al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare che avvia il procedimento ed attiva il Comitato Tecnico Nazionale MAB, al quale partecipa come invitato permanente la CNIU. Al termine dell’istruttoria, in caso di parere positivo, il dossier di candidatura viene inviato alla Rappresentanza Permanente d’Italia presso l’UNESCO per la trasmissione ufficiale ai Segretariati UNESCO competenti entro il 30 settembre di ogni anno.
Il Consiglio MaB, International Co-ordinating Council of the Man and the Biosphere Programme (ICC), tra il maggio e il luglio dell’anno seguente, sulla base della valutazione fornita dal Comitato Consultivo Internazionale, International Advisory Committee for Biosphere Reserves- IACBR, designa il sito proposto quale Riserva della Biosfera oppure stabilisce il differimento o la bocciatura della candidatura. Le Riserve, pur rimanendo sotto la giurisdizione sovrana dello Stato di appartenenza, fanno parte della Rete Mondiale delle Riserve della Biosfera, in cui la partecipazione è facoltativa e volontaria e la mission per il periodo 2015-2025 consiste nel:
- sviluppare e rinforzare modelli di sviluppo sostenibile nella Rete mondiale delle Riserve della Biosfera
- condividere le esperienze fatte e le conoscenze acquisite al fine di facilitare la diffusione e l’applicazione mondiale di questi modelli
- sostenere la gestione, le strategie e le politiche di qualità relative allo sviluppo sostenibile e alla pianificazione
- aiutare gli Stati membri e le parti interessate a soddisfare gli obiettivi di sviluppo sostenibile il più rapidamente possibile grazie alle esperienze condivise dalla Rete mondiale delle Riserve della Biosfera, sperimentando politiche, tecnologie ed innovazioni che favoriscano la gestione sostenibile della biodiversità e delle risorse naturali e la riduzione e l’adattamento ai cambiamenti climatici
Note sul “cittadino Barbabella”
consigliere comunale e assessore dal 1975 al 1980, poi Sindaco di Orvieto dal 1980 al 1989; consigliere provinciale di Terni dal 1990 al 1995; di nuovo consigliere comunale di Orvieto dal 1999 ad oggi con funzione di capogruppo; Vice Presidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione per il Centro Studi Città di Orvieto (CSCO) dalla fondazione fino al 2004; Presidente di RPO Spa dal 2004 al 2007.