Parcheggi con Ticket Premio

La stupidità e la malaeducazione non sono considerati handicap
La stupidità e la malaeducazione non sono considerati disabilità

Auto, autocarri e suv spiaggiati nei posti riservati agli invalidi, sui marciapiedi, in seconda fila e quando le auto della fila se ne sono andate via apparentemente piantati lì, come barche a remi alla fonda portate lontano dalla marea e trattenute solo dall’ancora.

Ogni giorno vediamo veicoli nelle posizioni più assurde, e non mi riferisco a chi, per brevi momenti, accosta per comprare sigarette e caffè, mi riferisco a chi davvero parcheggia dove gli pare e come gli pare.

Cosa fare per costoro, impermeabili ad ogni forma di invettiva verbale e, spesso, irridenti le multe che comunque ricevono. Noi vogliamo aiutarli, consigliarli affinchè ritrovino uno spirito del vivere comune…

Un’idea che avemmo ai tempi dell’università (ricordatami dal buon Alessio Paesano) era quella di premiare i peggiori parcheggi lasciando loro un certificato di premio in bella vista sul parabrezza, in breve tempo gli habituè della sosta selvaggia presero un più urbano stile di guida ed una miglior capacità di disporsi in parallelo al marciapiede. A chi va di stamparsi un pò di copie di un certificato come quello qui sotto chiedo di essere così gentili e cortesi di consegnarlo solo alle vetture, ed ai guidatori, che davvero meritino il premio. Nessuna raccomandazione, per carità

Premio Pessimo Parcheggio
Premio Pessimo Parcheggio

L’acqua dell’orticello di casa

Un’apparente dicotomia nella proposta politica delle forze più vicine ai temi dell’ecologia, dell’efficienza energetica e del vivere comune può manifestarsi nell’apparente tranquillità dei temi più scontati e di buon senso. Chi si preoccuperebbe, ad esempio, di un orticello nel giardino di casa o del condominio? Nessuno dovrebbe no? Anzi c’è chi, come il Movimento 5 Stelle, auspica una sempre maggior creazione di orti che permettano di puntare ad una maggior sostenibilità alimentare ed ad una riduzione degli spostamenti per la spesa. Anzi in tempo di crisi poter risparmiare qualche soldino per zucchine e pomodori, fragoline, per prezzemolo e basilico, per gli agli, le melanzane e per le cipolle è di certo meritorio quindi avanti con gli orti, saremo anche certi della presenza o meno di fertilizzanti e pesticidi, saremo sicuri della provenienza e saremo certi che comunque sono a chilometro zero.

Però l’orto va innaffiato… anche spesso. Ora se avete un impluvium per la raccolta d’acqua piovana, beh in questo caso finché piove siete a posto (zanzare a parte che comincerete a produrre in quantità industriale, sempre che non avveleniate l’acqua con pesticidi vari che poi finiranno nell’orto), in un’estate come questa del 2012 rimarrete comunque rapidamente a secco, e l’orto con voi, giusto il mese prima del raccolto.

Che fare? Usare l’acqua del rubinetto? Beh… questo invece cozza con ogni politica di risparmio idrico e spesso cozza anche con le ordinanze dei sindaci che in ogni estate secca prevedono multe salatissime per l’uso non alimentare o strettamente igenico? Usare strategie a bassa tecnologia come i vasi a riserva d’acqua? Gli stessi sindaci vi ordineranno di svuotarle o multeranno, nelle riserve sottovaso infatti si annidano le larve delle zanzare ed ogni estate l’ordinanza contro la proliferazione degli insetti, fatta su proposta dell’ASL, non manca mai.

Orti alternativiInsomma un problema apparentemente semplice ma che in realtà investe diverse sfere del vivere della comunità e personale.

Ma non vorrei, come molti, limitarmi a porre il problema su quanto detto qui sopra, la mia personale proposta civica, infatti, è:

  • Formazione: Incentivare l’attività di creazione degli orti di casa fornendo un contributo in termini di formazione con adeguati e moderni corsi di orticultura da giardino e, perché no, da balcone organizzati col contributo del comune e proposti in manifestazioni pubbliche ed, in forma di poster ed argomento di studio, nelle scuole.
  • Modernità: Incentivare l’uso, in vaso, dei Polimeri Super Assorbenti (SAP), materiali comunemente usati in giardinaggio che permettono l’assorbimento, ad esempio durante le piogge, di grandi quantità d’acqua per poi cederle al terreno lentamente quando questo diventa molto secco. L’incentivazione avverrà con un voucher, un buono, richiedibile annualmente per abitazione in comune atto a coprire il 50% della spesa fino ad un tetto massimo da fissare in rapporto alla misura dell’orto.
  • Risparmio: Incentivare anche l’uso dei gocciolatoi per limitare il consumo generale d’acqua durante il periodo di libero utilizzo favorendo quindi il riaccumulo in falda. Contributo alle spese su presentazione e valutazione progetto.

Incentivare i Risciò

Risciò

Tra i modi più interessanti per permettere la mobilità turistica al centro storico, la cosiddetta Rupe di Orvieto, mi piace pensare al risciò a pedali (od anche a pedalata assistita elettricamente).

  • il Risciò non inquina
  • non è rumoroso
  • non è un taxi, non necessita di licenze
  • può entrare liberamente nelle ZTL
  • è complementare alla mobilità in bici

Qualcosa che oggi manca e che potrebbe essere incentivata qui ad Orvieto, favorendo le convenzioni Park&Rent con i parcheggi comunali e gli operatori privati che volessero mettersi in gioco. Una proposta Green e piacevole già realizzata nei centri storici più belli d’Italia

Ma quello da che parte sta?

Guccini: ma da che parte sta?
Guccini: ma da che parte sta?

Uno dei fenomeni di massa più comuni nella propaganda politica è l’appropriazione indebita.

Intendiamoci è legittimo inspirarsi a personaggi, filosofie, religione e tradizioni nell’azione politica, tuttavia è cosa diversa trasformare in proprie bandiere, ad esempio, il carisma altrui dicendo che costui è dalla, anzi è della tua parte.

Infatti spesso troviamo degli iscritti “d’ufficio” a partiti e movimenti politici persone che proprio non se lo sognano di schierarsi con il politico di turno.

Recentemente ho avuto una discussione legata alla posizione politica che avrebbe assunto oggi il bravissimo Francesco Guccini (nella foto) in quanto reputato un autentico DS da chi amabilmente conversava affianco col fernet in mano.

Beh… che dire?

Posso solo riportare qui sotto un suo testo autobiografico che mi pare chiarisca la propria posizione in modo definitivo.

Ma s’ io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, le attuali conclusioni credete che per questi quattro soldi, questa gloria da stronzi, avrei scritto canzoni; va beh, lo ammetto che mi son sbagliato e accetto il “crucifige” e così sia, chiedo tempo, son della razza mia, per quanto grande sia, il primo che ha studiato… Mio padre in fondo aveva anche ragione a dir che la pensione è davvero importante, mia madre non aveva poi sbagliato a dir che un laureato conta più d’ un cantante: giovane e ingenuo io ho perso la testa, sian stati i libri o il mio provincialismo, e un cazzo in culo e accuse d’ arrivismo, dubbi di qualunquismo, son quello che mi resta… Voi critici, voi personaggi austeri, militanti severi, chiedo scusa a vossìa, però non ho mai detto che a canzoni si fan rivoluzioni, si possa far poesia; io canto quando posso, come posso, quando ne ho voglia senza applausi o fischi: vendere o no non passa fra i miei rischi, non comprate i miei dischi e sputatemi addosso… Secondo voi ma a me cosa mi frega di assumermi la bega di star quassù a cantare, godo molto di più nell’ ubriacarmi oppure a masturbarmi o, al limite, a scopare… se son d’ umore nero allora scrivo frugando dentro alle nostre miserie: di solito ho da far cose più serie, costruire su macerie o mantenermi vivo… Io tutto, io niente, io stronzo, io ubriacone, io poeta, io buffone, io anarchico, io fascista, io ricco, io senza soldi, io radicale, io diverso ed io uguale, negro, ebreo, comunista! Io frocio, io perchè canto so imbarcare, io falso, io vero, io genio, io cretino, io solo qui alle quattro del mattino, l’angoscia e un po’ di vino, voglia di bestemmiare! Secondo voi ma chi me lo fa fare di stare ad ascoltare chiunque ha un tiramento? Ovvio, il medico dice “sei depresso”, nemmeno dentro al cesso possiedo un mio momento. Ed io che ho sempre detto che era un gioco sapere usare o no ad un certo metro: compagni il gioco si fa peso e tetro, comprate il mio didietro, io lo vendo per poco! Colleghi cantautori, eletta schiera, che si vende alla sera per un po’ di milioni, voi che siete capaci fate bene a aver le tasche piene e non solo i coglioni… Che cosa posso dirvi? Andate e fate, tanto ci sarà sempre, lo sapete, un musico fallito, un pio, un teorete, un Bertoncelli o un prete a sparare cazzate! Ma s’ io avessi previsto tutto questo, dati causa e pretesto, forse farei lo stesso, mi piace far canzoni e bere vino, mi piace far casino, poi sono nato fesso e quindi tiro avanti e non mi svesto dei panni che son solito portare: ho tante cose ancora da raccontare per chi vuole ascoltare e a culo tutto il resto!

Thin Tank

Cos'è un Think Tank? Scoprilo quiUn think tank (letteralmente “serbatoio di pensiero” in inglese) è un organismo, un istituto, una società o un gruppo, tendenzialmente indipendente dalle forze politiche (anche se non mancano think tank governativi), che si occupa di analisi delle politiche pubbliche e quindi nei settori che vanno dalla politica sociale alla strategia politica, dall’economia alla scienza e la tecnologia, dalle politiche industriali o commerciali alle Consulenze militari.

Beh, per ora, questo blog è un Thin Tank, un Serbatoio (molto) snello, visto che contiene solo la produzione di quest’autore.

Tuttavia un Thin Tank è pur sempre traducibile come Piccolo Carrarmato.

Il Paradosso di Jevons

Nel 1865 William Jevons, nel suo libro The Coal Question, osservava che il consumo inglese di carbone era cresciuto dopo che James Watt ebbe introdotto il motore a vapore (alimentato a carbone), che aumentava notevolmente l’efficienza energetica del precedente motore di Thomas Newcomen. Ci si attendeva secondo buon senso una diminuzione  del consumo dovuta al risparmio di carburante che questi motori permettevano ma non andò così, anzi…

Il “Paradosso di Jevons” afferma che “i miglioramenti tecnologici che aumentano l’efficienza con cui una risorsa è usata possono fare aumentare il consumo totale di quella risorsa, invece di diminuire”.

In realtà nelle teorie economiche attuali non è affatto considerato un paradosso ed è generalmente considerato tacito che l’aumento di efficienza si traduce normalmente in una diminuzione di costi che, in genere, aumenta i consumi. In pratica i consumatori s’ingolosiscono del bene output di questa maggiore efficienza, che avrà quindi adesso un minor costo, e ci si avventano sopra, a condizione che la domanda del bene in questione sia sufficientemente elastica.Il Paradosso di Jevons e le auto ibride

Infatti se la domanda è rigida, una variazione di prezzo non indurrà sensibili variazioni nel consumo dell’output, e quindi indurrà una diminuzione del consumo dell’input della risorsa. Viceversa se la domanda è elastica, quindi variazioni nel prezzo producono significativi aumenti nel consumo dell’output, ci saranno incrementi anche nell’input. Si tratta di quello che viene chiamato ‘effetto rebound’. Ogni politica civica che punti a strategie di efficienza e risparmio dovrà confrontarsi spesso con problematiche che possono sfociare in effetti apparentemente paradossali come quelli che descrive Jevons, facendo tesoro delle esperienze del passato per non trovarsi impreparati in futuro.

Traffico permettendo

Orvieto è una cittadina interessante, spesso ignora e passa sopra a problemi vitali come l’arsenico nell’acqua del rubinetto e poi, poi si va ad impelagare ed arrovellare in furibonde discussioni sul traffico… già proprio sul traffico, e magari sulle sue gravissime conseguenze come l’inquinamento acustico e quello atmosferico, troppo spesso, ed a sproposito, utilizzate come leva di pressione per ottenere dei velleitari cambi di viabilità, assolutamente non inseriti nel quadro delle esigenze Orvietane e senza neanche un’idea della città futura desiderata.

Giornata normale a Torino, giornata fluida a Roma, Napoli o Milano

Chi non conoscesse questo territorio sappia che parliamo di uno dei comuni più estesi d’Italia e con i suoi ventunomila abitanti riesce a raggiungere la densità abitativa di ben settantacinque (75) abitanti per chilometro quadrato. Senza arrivare a San Giorgio a Cremano, piccolo comune del vesuviano, che con i suoi undicimilacinquecento (11.500) abitanti per chilometro quadrato rappresenta il record opposto, direi che il traffico, ad Orvieto, può essere soggettivamente percepito come problema da chi abita nella strettoia dove il furgoncino passa con due manovre ma non ci sono proprio i numeri per definirlo problema insormontabile, men che meno fonte d’inquinamento costante.

Se poi ci facciamo il problema del traffico all’orario d’ingresso a scuola od alla chiusura uffici ebbene queste sono problematiche logistiche ed organizzative che si possono affrontare a monte senza ingolfare l’agenda politica della mobilità. Già, perché proprio qui si finisce a giocare la partita, sulla mobilità, e quest’argomento è totalmente integrato nelle prospettive di sviluppo e sostenibilità di Orvieto.

Traffico permettendo potremmo affrontare i problemi di mobilità nel dettaglio, ma nel quadro complessivo, e trasformare i punti critici in vere opportunità.

Movimento 5 Stelle, promotrice Napoli città per la Costituzione, politica e territorio.

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Presidente XII Commissione Affari Sociali. "In Parlamento portavoce degli Italiani"

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