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Vergaglia. La politica non faccia Pilato sulla CariOrvieto

LA QUESTIONE DELLA CASSA DI RISPARMIO DI ORVIETO ANDAVA GESTITA ALLE PRIME AVVISAGLIE DI CRISI, ORA SI INTERVENGA.

“…si deve comunque ragionare sul governare, nei limiti delle competenze comunali, su un Memorandum of Understanding, un patto tra le parti, che permetta la cessione delle azioni della Fondazione ma in cambio di specifiche qualità dei servizi e livelli occupazionali che andranno mantenuti, con penali che disincentivino l’impoverimento ed il decentramento da Orvieto e dal territorio orvietano…” dalla lettera aperta sul futuro della Cassa di Risparmio di Orvieto dell’Avv. Lucia Vergaglia, ex consigliere comunale M5S.

Il nuovo sindaco Roberta Tardani si trova immediatamente ad avere a che fare con una offerta vincolante di acquisto della Banca del territorio su cui i riflettori già sono accesi ad un prezzo forse sovradimensionato rispetto al valore attuale ed è comunque una di quelle situazioni nelle quali le amministrazioni hanno il dovere di far sentire la propria voce e soprattutto di tenere informati i cittadini.

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Beneficiari conti dormienti

UN INTERVENTO LEGISLATIVO PER SOPPERIRE AL RISCHIO DI ESPROPRIO DEI DIRITTI DEI CITTADINI NELLA ZONA GRIGIA DELLE REGOLE BANCARIE.

Su Polizze e conti Dormienti le banche e assicurazioni dovranno cercare i legittimi beneficiari.
È stato votato l’emendamento 20.0.200, al decreto fiscale, con il quale banche e assicurazioni dovranno verificare, grazie alla banca dati dell’agenzia entrate, quali sono i loro clienti deceduti e dovranno attivarsi per cercare i legittimi beneficiari.
Sembra e dovrebbe essere una cosa ovvia ma essendoci 130 miliardi di euro in polizze potenzialmente dormienti (fonte Ivass) Tuttavia persino dal consiglio comunale di Orvieto abbiamo dovuto ricordare ai cittadini di attivarsi e fare pressing perché anche il comune ricordi alle nostre banche locali che gli interessi economici non devono schiacciare i diritti ed espropriare ad esempio agli eredi di quanto non erano stati informati. Ben venga quindi l’intervento del governo.

Luce: vediamoci chiaro

RISPARMIO, EFFICENZA, SOSTENIBILITÀ, UTILITÀ E VALORE ANCHE ESTETICO VANNO CONIUAGATI ASSIEME.

La bolletta energetica comunale sfiora la milionata di l’anno ed il progetto globale di lavori di adeguamento ed efficientamento energetico degli impianti di pubblica illuminazione già approvato dalla Giunta Comunale per un importo complessivo di 820 mila Euro in realtà va a creare ulteriori nuovi punti luce piuttosto che a rendere inferiore la spesa energetica.

A questo punto dobbiamo capire se a regime il lavoro di efficientamento abbattere i costi oppure no. Quanto alla questione di mettere in sicurezza alcune specifiche strade noi crediamo che il problema non sia solo le illuminazione ma quell’insieme di pratiche di sicurezza stradale e quindi vanno affrontati in termini di sistema. Inoltre per quanto riguarda alcune specifiche anche della città a vocazione turistica tocca anche valutare l’impatto di una eventuale sostituzione con lampade LED in termini di estetica.

Essendo complesso l’argomento abbiamo proceduto ad interrogare la assessore con una serie di domande scritte e richieste di relazioni agli uffici.

Agonia titoli

IL CROLLO “DILUITO NEL TEMPO” DEI TITOLI VENDUTI ATTRAVERSO LA CASSA DI RISPARMIO RESTA COMUNQUE UN CROLLO. E COME TALE VA AFFRONTATO.

La questione è molto difficile da affrontare per una comunità locale perché è stata tradita la fiducia dei cittadini proprio da parte di chi doveva tutelarne i risparmi e le aspettative future.
Quello che è successo in realtà è che c’è stato un crollo non immediato ma diluito nel tempo. Il paradosso è che i risparmiatori che ci sono finiti stritolati sono stati trattati come fossero i peggio speculatori.
Quando prendemmo in mano la vicenda sollevando la questione in consiglio comunale purtroppo si stava già verificando la questione di Banca Etruria ed in Europa la Corte di Giustizia stava condannando uno stato sovrano che aveva tentato di difendere i propri risparmiatori in un contesto molto simile. Fossimo Continua a leggere Agonia titoli

Conti dormienti: una interrogazione

ABBIAMO INTERROGATO IL SINDACO PER CONOSCERE SE È QUALI INFORMAZIONI ABBIA ACQUISITO DALLE BANCHE SUL TERRITORIO IN RELAZIONE AI “CONTI DORMIENTI ” E SE IL COMUNE SOLLECITERÀ I CITTADINI.
La data di scadenza fissata per tutti i Conti dormienti, polizze, libretti di risparmio, che non vengono più movimentati dal titolare per 10 anni affluiti al Fondo Rapporto Dormienti nel novembre 2008 è fissata per il prossimo novembre. Tutti questi fondi saranno automaticamente trasferiti nelle casse dello Stato.

E non si tratta soltanto dei conti correnti ho dei libretti di risparmio ma è un’intera serie di categorie ed intermediazioni bancarie che sono coinvolte:

  • depositi di denaro;
  • libretti di risparmio;
  • conti correnti bancari e postali;
  • azioni;
  • obbligazioni;
  • certificati di deposito e fondi d’investimento;
  • assegni circolari non riscossi entro il termine di prescrizione.

Si tratta di ulteriore ricchezza che dovrebbe essere trattenuta sul territorio, se possibile e se il privato vuole , essere rimessa nell’economia reale. La nostra popolazione, ancora di più che nel resto della regione Umbria, è piuttosto anziana e potrebbe esserci un numero di rapporti di questo genere molto, ma molto, elevato.

Doverosamente chiediamo al primo cittadino della nostra Orvieto se abbia per tempo acquisito informazioni su tale delicata materie e se voglia o possa in qualche modo sollecitare la popolazione a non perdere queste proprie risorse. In ogni caso cogliamo l’occasione per richiamare pubblicamente l’attenzione su questa scadenza che il prossimo novembre potrebbe privarli di beni di loro proprietà diretta oppure ereditaria, soprattutto quest’ultima non è da sottovalutare perché potrebbe essere letteralmente sfuggita di vista a tanti cittadini che verrebbero da novembre letteralmente andare in fumo la possibilità di ottenere indietro quanto depositato, non riscosso oppure investito dai loro cari negli anni passati.

Orvieto. Risparmio tradito e titoli in caduta libera.

I RISPARMIATORI ORVIETANI SONO STATI COINVOLTI NELL’ACQUISTO DI TITOLI CHE NON RIESCONO A CEDERE E CHE SI DEPREZZANO COSTANTEMENTE. UNA STORIA PER LA QUALE LA POLITICA NON HA SAPUTO DARE RISPOSTE ADEGUATE.

La storia la conoscete, una Cassa di Risparmio territoriale che è divenuta parte del gruppo della Popolare di Bari, una Fondazione che non si confronta pubblicamente, un sistema di norme che obbliga la trasformazione in SpA ed in mezzo ci siete Voi, i cittadini che hanno scelto di investire in titoli rilevatisi rischiosi. La questione scoppia con una interrogazione a prima firma Lucia Vergaglia e relativa proprio al ruolo della Fondazione; un atto doveroso visto che il Comune rappresenta i cittadini quale ente esponenenziale e, a dirla tutta, sollevando la questione di consiglieri ed assessori in conflitto di interesse perchè dipendenti proprio della Cassa di Risparmio. Apriti cielo. Subito il fuoco di fila di accuse di demagogia ai grillini populisti e l’alzata di scudi a difesa del risparmio e dell’identità cittadina. Succedeva tra la fine 2015 e la primavera del 2016 a più riprese.

Intanto ai cittadini non arrivavano risposte fino a quando, in maggio, agli approfondimenti giornalistici che cominciavano ad esserci l’intera conferenza dei capigruppo, cioè la somma delle forze politiche cittadine tranne, in quell’occasione il Movimento 5 Stelle, scrisse una dura comunicazione in cui si accusava dell’infondatezza delle notizie della necessaria convocazione di un Consiglio Comunale aperto sulla vicenda. Insomma si lasciava intendere tra le righe che i problemi dei risparmiatori erano non meritori di tale approfondimento. A nostra volta invano chiedemmo la massima trasparenza ed il Consiglio effettivamente non fu fatto, i voti a favore furono solo del PSI e del M5S. Da parte nostra portammo la questione fino in Parlamento, non per spirito polemico: erano i mesi di “Banca Etruria” ed il M5S era costantemente in piazza su questo argomento. Noi volevamo impedire il degenerare della situazione e capire come mai la Fondazione non avesse esercitato la clausola che obbligava la Banca Popolare di Bari a riacquistare almeno le quote rimaste nella pancia proprio della Fondazione. Purtroppo da soli non avemmo i numeri necessari. A questo si aggiunsero le nuove normative ed il pronunciamento della corte di giustizia europea a favore delle banche e le cose, purtroppo, si sono incardinate con il neonato Comitato dei Risparmiatori che non è riuscito ad avere voce nelle assisi pubbliche e con i risparmiatori che si sono trovati nel tritacarne del Multilateral Trading Facility nel quale, in un anno, il valore dei titoli è precipitato e per il quale vale il “price discovery”, che semplificando significa che il prezzo inizialmente determinato con atto volitivo dalla banca emittente debba poi venga effettivamente confermato o smentito in un mercato ristretto, concentrato e nel quale gli operatori hanno informazioni che vengono anche dagli altri mercati e che, nel nostro caso, si raggiunge per avvicinamenti successivi con offerte in specifici range di prezzi. Nel Mercato di riferimento per le quote in possesso dei nostri concittadini, che si chiama Hi-Mtf, le aste sono settimanali e non si vedono i compratori così il prezzo cala progressivamente. Attualmente è possibile piazzare ordini in acquisto e vendita nella fascia di prezzo che va da 3,89 euro a 6,90 euro. Chiariamo che non ci sono state offerte significative di acquisto neanche per il prezzo di 3,89 e che tale cifra rappresenta un calo del 48,13% rispetto ai 7,50 del recesso (Che l’emittente, a detta dell’ADUC, non pagherebbe) e del 59,18% rispetto al massimo precedente di 9,53.

Purtroppo in Italia spesso abbiamo visto il risparmio dei cittadini venire tradito, i risparmiatori la cui fiducia veniva portata a scambiare titoli ad alto rischio per “obbligazioni sicure” essere descritti come degli investitori professionali e spregiudicati ed il territorio impoverito subire la mancanza di una vera coscienza sociale d’impresa della quale, oggi, c’è davvero bisogno.

Nei prossimi mesi con la campagna elettorale la questione tornerà in primo piano, a noi diranno come al solito di essere impreparati a governare la città mentre loro vanteranno lauree in economia ed una solida carriera in enti pubblici, o che lavorano col pubblico od addirittura in banca.  E Voi che per dignità non avete mai mostrato la sofferenza per la perdita, o per aver avuto fiducia in loro, cosa risponderete?

Sfiducia finanziaria

NEL TERRITORIO LA BANCA SALVADANAIO FUNZIONA, LA PROPOSTA DI TITOLI ED OBBLIGAZIONI INVECE NON PIÙ.

Nessuno vuole più il Bond delle banche locali
Nessuno vuole più il Bond delle banche locali

Fummo i primi a denunciare i problemi che poi sono diventati i critici della Cassa di Risparmio e della Fondazione c r o di Orvieto. Subito dopo le nostre interrogazioni nacquero i comitati dei risparmiatori ed una importante attenzione politica e pubblica sull’operato e sulle prospettive bancarie locali soprattutto in vista con la fusione della banca con la Popolare di Bari.

Non ci sorprende quindi il clima di sfiducia che si è creato intorno agli strumenti finanziari che sono stati messi ormai molte volte sotto la lente d’ingrandimento. Occupandoci di territorio avevamo avuto il sentore della entrata in crisi di un sistema ma onestamente non pensavamo a numeri così importanti, da vera e propria crisi, che dovrebbero far allarmare imprenditori e amministratori locali.

Vogliamo ricordarlo che la raccolta in termini di quote obbligazionarie fatta proprio per la Popolare di Bari da parte di Cassa di Risparmio di Orvieto rappresenta multiplo del nostro bilancio cittadino? Vogliamo ricordarlo i soldi investiti in quelle quote si sono rivelati illiquidi e non immediatamente recuperabili neanche accettando non il mancato guadagno in termini di interesse, ma addirittura rinunciando a parte del valore?

C’era ovviamente da aspettarsi una tale perdita opportunità per il mercato di credito e Finanza oltre che un possibile problema adesso per l’accesso al credito da parte di chi volesse investire in attività produttive ed imprenditoriali.

Personalmente come consigliere comunale e come avvocato trovo più che opportuno che un sistema bancario territoriale possa affermarsi soprattutto nella tutela del risparmio piuttosto che con l’offerta finanziaria e men che meno a sportello fatta ad una utenza che non è professionalmente investitrice. Il territorio ha bisogno di una barca di riferimento, che sappia stare sul mercato, ma che non si sbilanci sul terreno che proprio di altri tipi di istituzioni finanziarie, soprattutto se gode di una forte reputazione affidabilità ed ha una delle più senior di quella dei propri partner pugliesi, Non dimentichiamo che il territorio orvietano ha un indice di vecchiaia di 2,4 cioè di oltre 2 over 65 per ogni Under 14 è che i depositi bancari, i conti correnti, sono molto utilizzati anche dalle categorie cittadine più avanti con gli anni. Va quindi sostenuta la vocazione a fare da centro di raccolta del risparmio e punto di riferimento dell’economia reale di ogni banca del territorio. Diversa e più attenta valutazione invece per l’attività da banca d’affari che in una epoca di mercati internazionali e globalizzata con prodotti finanziari derivati e strutturati probabilmente richiede professionalità specifiche che nelle banche dei territori è molto più difficile poter raccogliere o addirittura valutare all’atto della presentazione e del colloquio degli eventuali professionisti che si vogliono inserire in organico. Deciderà il governo se tale divisione debba essere nettamente portata avanti ma, per ora, è lo stesso mercato ad avere punito l’attuale impianto. Come amministrazione come politici locali, al netto di qualche iniziativa sul microcredito come quella portata avanti negli anni scorsi con successo dal Movimento 5 Stelle , non possiamo purtroppo sostituirci al sistema bancario a me non inventarci qualcosa di completamente nuovo. In alcuni comuni si stanno tentando monete complementari o addirittura sistemi di blockchain tipo Bitcoin per sostenere l’economia locale. In genere queste iniziative funzionano o in comuni molto grandi ho in territori comprendenti più comuni. Se volete approfondire questi argomenti contattateci sulle pagine social di Orvieto 5 stelle oppure scrivete ad info chiocciola Orvieto 5 stelle. Com.

Resilienza: buone pratiche antispreco sui riscaldamenti 1/10

Resilienza: buone pratiche antispreco sui riscaldamenti

Parte 1: Scelta e manutenzione degli impianti. È la regola numero uno, sia per motivi di sicurezza sia per evitare sanzioni: un buon impianto sia per motivi di sicurezza sia per evitare sanzioni: un buon impianto ben regolato consuma e inquina meno, ma anche la scelta dell’eventuale nuovo impianto è imp…

Approfondisci: Resilienza: buone pratiche antispreco sui riscaldamenti 1/10

Indagine BpB. Nuove tegole per i risparmiatori di Orvieto

Non si può dire che sia un fulmine a ciel sereno l’iscrizione nel registro degli indagati del dott. Jacobini, presidente di quella Banca Popolare di Bari che sta inglobando la Cassa di risparmio di Orvieto, e dei suoi figli e collaboratori. Sull’ostacolo alle autorità di vigilanza, già emerso come ipotesi di reato in altre inchieste, c’era una necessaria cautela ma sarebbe stato ingenuo non prenderlo in considerazione come possibile fattispecie anche in ordine alla gestione dell’istituto pugliese. Quello che invece sorprende è la quantità e la gravità delle altre accuse che le cronache locali riportano così: “Una nuova inchiesta della Procura barese racconta anni di gestione irregolare, bilanci in perdita, prestiti anomali, aggravati dalla acquisizione di Tercas, la vecchia Cassa di Teramo. E sullo sfondo, una vicenda di maltrattamenti ed estorsione ai danni di un funzionario troppo solerte.”.

Lucia Vergaglia

Pertanto in previsione degli ulteriori passi relativi all’acquisizione della Cassa di Risparmio di Orvieto, la banca del nostro territorio, da parte di tale istituto attualmente sotto la lente della magistratura in diverse indagini, e considerata la gravità delle accuse e le pesanti ombre che queste gettano sulle operazioni finanziarie il Movimento 5 Stelle di Orvieto chiede di mettere in naftalina tutta l’operazione in attesa dei necessari chiarimenti. Questo a tutela dell’interesse principale della tenuta del nostro tessuto produttivo locale e del risparmio dei cittadini, elementi fondamentali per una forza politica che agisce localmente prima che sui grandi temi nazionali e che qui ad Orvieto hanno già innescato gravi perdite come quelle dei famosi titoli BpB piazzati agli investitori e crollati nel valore. Qui di seguito il commento di Lucia Vergaglia, che da subito ha seguito la vicenda interessandone il Consiglio cittadino. Continua a leggere Indagine BpB. Nuove tegole per i risparmiatori di Orvieto

Unione dei Comuni dell’orvietano.

Abbiamo tentato da subito, come da programma elettorale del M5S la via della “Fusione dei Comuni“. Senza ipocrisie, senza inseguire la convenienza elettorale, a testa alta e senza nasconderci.

In molti suggerivano cautela, tra i commentatori politici ed i veterani del Consiglio Comunale. Comprendiamo bene la difficoltà di capire chi fa scelte lontane dalla sicurezza del parlare alla pancia degli elettori solo dei problemi del momento, ma c’è il dovere del mandato elettorale, delle scelte di fondo che il MoVimento, quando ancora era in gestazione, fece con la “Carta di Firenze” e l’obbiettivo della sostenibile crescita del territorio e della cittadinanza.Featured Image -- 3418Ripartiamo quindi da dove ci eravamo fermati, nel rispetto del risultato consiliare, sovrano, puntando almeno ad avvicinarci al risultato dell’Unione dei Servizi dei Comuni dell’Orvietano per ridurre le centrali di spesa, disintermediare e puntare decisamente ad un’agenda europea per rafforzare le quote di bilancio che ogni campanile coinvolto metterà in campo.

Dovrà essere un momento di partecipazione e di comunione d’intenti, coinvolgendo le varie anime della rappresentanza politica ed i cittadini, pertanto nel prossimo Consiglio Comunale porteremo in ordine del giorno la questione chiedendo la partecipazione e la firma congiunta a tutte le forze politiche sia di maggioranza che di minoranza, sulla scorta della disponibilità mostrata dal Sindaco Germani il 16 luglio scorso e sull’avvicinarsi delle scadenze previste dalla legge regionale per la creazione della commissione di studio che se ne possa occupare.

E’ un primissimo piccolo passo, ma partendo subito possiamo già raggiungere dei primi risultati da sottoporre alla cittadinanza e, entro Natale, inviare in Regione. Senza arrenderci, senza tirarci indietro, ma rispettando la risposta democratica che ci ha visti sconfitti sulla fusione, ma positivi e fecondi attori di un dibattito vivo ed acceso che va alimentato e sostenuto sulla necessità di una migliore organizzazione della politica territoriale, meno appesantita da burocrazie ed intermediari, molto più vicina alle esigenze dei cittadini.

Qui di seguito il testo della proposta. Continua a leggere Unione dei Comuni dell’orvietano.