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Orvieto patrimonio Unesco. Facciamo il punto.

SIAMO NELLA “TENTATIVE LIST” DAL 2006 MA NON ABBIAMO AVVIATO ANCORA TUTTE LE PROCEDURE.

Sulla questione UNESCO ci siamo spesi molto per il riconoscimento della biodiversità ambientale ma non abbiamo, nel periodo in cui eravamo presenti in Consiglio comunale , sollevato il coperchio da quel vaso di Pandora che è il lavoro da fare per rendere tutta la città anche solo alcuni specifici monumenti patrimonio dell’umanità, con tutto quello che in termini di vincoli e di disciplinari può esserne conseguenza.

Ci interessava infatti che una eventuale seconda candidatura sul territorio evitando non ostacolasse quella ambientale, che è stata ottenuta ed é oggi alla fase successiva con la elaborazione ed applicazione dei progetti di governance.

In ogni caso nel giugno del 2018 mentre Vittorio Sgarbi lascio lanciava la sua provocazione sul candidare solo il Duomo come World Heritage Unesco la nostra portavoceLucia Vergaglia aveva già posto le basi per la discussione quando si sarebbe insediata la successiva amministrazione del 2019, e se avessimo avuto la possibilità di presentare la lista e quindi di essere quantomeno presenti in Consiglio comunale, se non addirittura in amministrazione, con questo argomento che sarebbe sicuramente all’ordine del giorno.

Però non ci tiriamo indietro, ne abbiamo parlato col Lucia vergaglia ed ecco cosa ci siamo detti:

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Meetup Orvieto. Servizi museali aggiuntivi.

IL MUSEO ARCHEOLOGICO NAZIONALE E LA NECROPOLI DEL CROCIFISSO DEL TUFO POTREBBERO GARANTIRE NUOVI POSTI DI LAVORO ADEGUANDO I SERVIZI MUSEALI ACCESSORI.

Ottime news dal ministero per i Beni Culturali nelle regole del ministro Bonisoli. Abbiamo finalmente sbloccato le procedure per far ripartire i bandi per le concessioni e i servizi aggiuntivi nei luoghi della cultura statali.
Grazie a un disciplinare sottoscritto da Mibac e #Consip, abbiamo finalmente posto le condizioni per superare la grave anomalia delle proroghe ripetute. Questo significa anche che ci potrebbero essere nuovi spazi per la progettazione di servizi museali accessori nei nuovi progetti di gestione.

Codice dei beni culturali indica quali possono essere (art. 117) e in quali forme debbano essere gestiti (art. 115) i servizi al pubblico nei luoghi della cultura.

I servizi al pubblico includono un’ampia gamma di servizi di ospitalità e assistenza culturale e svolgono un ruolo fondamentale per la valorizzazione del patrimonio e per la promozione della conoscenza culturale.

Essi comprendono:

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ORVIETO. MANCA LA DIALETTICA CULTURALE

AL NETTO DELLA PREPARAZIONE DEI SINGOLI LA POLITICA CULTURALE ORVIETANA NON È FECONDA NONOSTANTE LE POTENZIALITÀ PERCHÉ MANCA LA DIALETTICA E LA RELAZIONE TRA POLITICA E MONDI DELLA CULTURA.

Gaio Cilnio #Mecenate è ben riconosciuto come uno dei fautori del successo politico e culturale di Ottaviano Augusto e della affermazione, in epoca classica e successive, del potere che hanno arte e conoscenza nel sostenere la prosperità dei territori piccoli e grandi.
Antesignano dei moderni “ministri della cultura” operò innanzitutto la costruzione di solidi legami con i poeti del tempo, come Orazio, Virgilio e Properzio, protagonisti indiscussi di quella stagione della storia di Roma. A lui dobbiamo anche la sapiente accortezza di indirizzare i big del suo “circolo” letterario verso generi diversi, evitando rivalità e gelosie che altrimenti avrebbero vanificato l’intero progetto di crescita culturale.

Ben più ampia fu la portata del mecenatismo rinascimentale da parte nobiliare e quello ottocentesco che vide la borghesia protagonista.

In epoca repubblicana è lo Stato ed il territorio che diviene protagonista ad esempio seguendo quelle iniziative che diedero origine ai teatri stabili come servizio pubblico, sulla falsariga delle proposte manifesto di Paolo Grassi e Giorgio Strehler.

Ecco. Giungiamo ai nostri giorni ed al nostro territorio cuspide tra Lazio, Toscana ed Umbria dove invece questo sistema di relazioni è assolutamente avulso alla iniziativa politica dell’attuale Assessorato alla cultura orvietano.

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Palazzo dei Sette centro espositivo.

LA NATURA DEL PALAZZO DEI SETTE È QUELLA DI CENTRO ESPOSITIVO PER ALLESTIMENTI TEMPORANEI, EVENTI E COROLLARIO DEL SISTEMA MUSEALE DEL TERRITORIO.

In molti ne propongono diverse destinazioni d’uso ad esempio come galleria commerciale con doppio ingresso a Piazza del Popolo e lungo il corso principale del centro storico, corso cavour, invece altri propongono di farlo diventare una specie di locale di intrattenimento collegato alla Libreria dei Sette, altri ancora hanno proposto la trasformazione in vero e proprio museo che rispetti i requisiti infrastrutturali previsti per i luoghi che ospitano in maniera permanente opere di valore. Si tratta di interventi sul piano del mantenimento del microclima, sulla sicurezza intrinseca dei beni ospitati e sull’accessibilità per un ordine di grandezza che supera il milione di euro.

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Istituzioni culturali a misura di bambini

UNA CITTÀ A MISURA DEI BAMBINI? COMINCIAMO DALLE ISTITUZIONI CULTURALI.

Il nostro sistema museale è adatto ai più piccoli? È stato immaginato perché sia compreso da chi non conosce la lingua italiana o addirittura non sa leggere? Almeno in parte?
L’apprendimento veloce, l’interattività, la possibilità di fare laboratori e incontri di gruppo con guida ed esperti fanno parte della bagaglio operativo, del kit di funzionamento, dei moderni sistemi museali che non sono più pensati per poter vedere qualcosa di bello non altrimenti disponibile come succedeva nell’800 come le stampe a colori le riproduzioni mancavano ma invece dovrebbero servire dal punto di vista divulgativo per immettersi attraverso proprio il nostro sistema museale in una esperienza se non puoi ripetere attraverso uno smartphone oppure un tablet, dal punto di vista educativo per far venire voglia di conoscere ed approfondire determinate materie e determinate opere ed autori, infine dal punto di vista culturale dovrebbe permettere attraverso linguaggi internazionali o linguaggi ponte l’approfondimento (oppure attraverso sostegni tecnologici che possono essere “evocati” attraverso codici QR o l’utilizzo di lavagne interattive, chioschi o totem digitali) appunto per i cultori della materia facendo attenzione a non seminarli a caso ma legandoli ad un percorso ed un progetto facendo Continua a leggere Istituzioni culturali a misura di bambini

Esperienza culturale e museale

Dal 27 al 31 Maggio, oltre 300 professionisti della cultura si sono incontrati nella capitale belga Bruxelles per confrontarsi sul ruolo dei musei all’interno della società contemporanea. L’occasione è la conferenza “Communicating the Museum” un appuntamento arrivato alla sua 20˚ edizione, che quest’anno si concentra sul tema della partecipazione culturale e dell’inclusione sociale. Unico partecipante italiano, il Museo Egizio di Torino. LA direttrice, Corinne Estrada, indica come passaggi chiave la visitor experience e audience development, in particolar modo attraverso l’utilizzo dei nuovi strumenti di comunicazione digitale, per questo tra il 2010 e 2015 se ne è discusso molto di social media e Rete. A partire dal 2015 abbiamo assistito a un ulteriore passaggio con la necessità di concentrarci maggiormente sul ruolo politico delle istituzioni culturali e su tutte quelle attività dedicate al social engagement, alla interazione e coinvolgimento delle nostre comunità di riferimento.

Questo è un dibattito da cui Orvieto, che è un sistema museale a cielo aperto e che ospita una quantità di risorse culturali e strutture museali che ne fanno un Unicum nel centro Italia, lontanissima e soprattutto priva di prospettive. Eppure con la nuova è superiore scolarizzazione degli individui e la disponibilità informativa in tempo reale è proprio sull’ esperienziale che bisogna puntare. Noi questo lo sappiamo bene mentre c’è una intera classe culturale che gioca ancora a crogiolarsi sugli Allori degli anni 80 e 90 tempi ormai molto lontani e distanti da ciò che è l’attesa dei fruitori o visitatori dei sistemi e delle città d’arte. Occorre quindi guardare avanti e prepararsi a rendere il maggior numero di visitatori dei nostri centri storici in fruitori del nostro lifestyle piuttosto che viaggiatori ospiti. Bisogna fare in modo che una esperienza ad Orvieto possa trasformarli in veri e propri Ambasciatori delle nostre migliori qualità ed unicità di modo da conteggiare a loro volta nuovi visitatori oltre che lasciar loro una promessa di nuove e migliori opportunità di vivere Orvieto ed il suo patrimonio museale, culturale e territoriale per farli tornare ancora ed ancora. Non sarà semplice, non sarà possibile in uno o due anni, ma necessità di una grande partecipazione perché bisogna superare delle resistenze ed una tendenza allo status quo che sono connaturate e tratti riconosciuti del nostro establishment ed anche di una parte della nostra popolazione. Ma il guadagno potrebbe essere, come a Civita di Bagnoregio, immenso e tale da giustificare impegni e cambiamenti di abitudini.

Noi su questo ci siamo.