LE AMMINISTRAZIONI DEVONO OPTARE PER UNA GESTIONE PRUDENTE ED OPPORTUNA, COME SE IMPREVISTI E PROBLEMI FOSSERO SEMPRE DIETRO L’ANGOLO INVECE DI CROGIOLARSI NEL TUTTO VA BENE…
Il refrain è sempre quello del tutto va bene Madama la marchesa e nel frattempo si danno via i beni pubblici senza alcun tipo di piano, ancora non si vincolano gli organizzatori degli eventi e non si investe nella formazione del personale oppure nella pianificazione con i fondi europei. Sì naviga a vista e campa alla giornata. Una amministrazione non deve aver paura di investire ma deve operare con prudenza e sul lungo periodo, investendo su se stessa e preparandosi al meglio come un esercito che affila le proprie dotazioni di armi, le proprie riserve è la formazione dei propri soldati in vista di una guerra.
Quello che manca è lo spirito con cui almeno un giorno all’anno bisogna immaginare il proprio territorio. Almeno una notte bisogna non dormire e domandarsi cosa fare in caso di una crisi grave. Con l’alluvione ci è andata bene che non ci sono stat vittime ma si vedeva che
Si è svolta a Terni la conferenza stampa congiunta dei portavoce al M5S al Senato, in regione Umbria e dei comuni di Terni ed Orvieto sull’inquinamento dei corpi idrici umbri, in particolare del Paglia e del Nera che confluiscono nel Tevere sfociando nel mediterraneo.
La questione nerina è una storia di inquinamenti da metalli pesanti e di residui industriali molto recente ma quella del Paglia è molto più antica.
Si tratta di contaminazioni da mercurio per le quali il M5S, da solo ed assieme ai comitati cittadini, si è interessato sin dal suo ingresso in Comune con la portavoce Avv. Lucia Vergaglia.
«Osservato speciale per le numerose contaminazioni da mercurio rilevate nei sedimenti e per gli sversamenti rossi dovuti probabilmente alle vasche delle miniere di cinabro sull’Amiata non è mai stato oggetto di progetti seri e completi di bonifica o messa in sicurezza, ad Orvieto questa condizione ha creato non poco scalpore quando l’inquinamento di mercurio rilevato in discarica si è sovrapposto ai rilievi nel fiume. Attualmente vige un pressocchè inosservato divieto di pesca sul bacino nel Comune iniziato nel novembre 2012 ed avente causa il blocco dei depuratori per l’alluvione e, nella distrazione amministrativa, mai revocato. Gli studi americani presentati dal Consigliere regionale Liberati, come quello di Grey del 2013 (Long-distance transport of Hg), rilevano che non solo i sedimenti del Paglia risultano contaminati come già potemmo far rilevare lo scorso anno in occasione dei rilievi di Arpa e della stessa Acea sul fiume all’altezza della discarica di Le Crete, ma che la biodisponibilità e la diffusione del contaminante si è estesa anche alla parte investita dall’alluvione ed alla flora e fauna fluviale.
Metallo inquinante e velenoso, il mercurio si trova in natura in forma di composti di mercurio come il cinabro estratto presso il monte Amiata, origine primaria per la contaminazione di lungo periodo del Paglia e, quindi, del Tevere.
Il mercurio entra negli organismi per ingestione, inalazione, o anche per contatto visto che è in grado di penetrare i tessuti cutanei. Stessa cosa per i sali di mercurio, che generalmente si accumulano attraverso la catena alimentare, in particolare di quelle viventi in ambienti acquatici dove i livelli di accumulo del mercurio sono critici. Un pericolo che riguarda l’intero ecosistema se consideriamo che concentrazioni 2-10 volte superiori alla norma possono alterare significativamente l’attività biologica dell’ambiente.
La salute umana è messa particolarmente in pericolo dal metil-mercurio, un composto del mercurio presente negli organismi viventi, in particolare nei pesci dove si verifica il fenomeno del bio-accumulo. La tossicità del mercurio colpisce principalmente il sistema nervoso centrale e periferico ma, come la maggior parte delle sostanze neurotossiche, agisce anche su cuore, reni e sistema immunitario. Gli effetti di alcuni tipi di contaminazioni da mercurio possono manifestarsi anche dopo diversi mesi in maniera virulenta e con danni permanenti. Il mercurio attraversa facilmente la placenta penetrando nel feto compromettendo lo sviluppo normale del cervelletto del nascituro. Ma non è tutto: tra gli effetti direttamente connessi all’accumulo di mercurio negli organi o nei tessuti, figurano anche patologie diffuse come depressione, epilessie, distrofie, paralisi, asme per le quali, probabilmente, occorrerà effettuare una valutazione dell’incidenza locale rispetto a quella nazionale. Copie degli studi sono state inviate al Comune di Orvieto per gli approfondimenti necessari e per una valutazione da parte del primo cittadino, dott. Germani, responsabile della salute pubblica, da parte nostra continueremo a lavorare con i portavoce regionali e nazionali per portare alla luce questo problema da sempre sottostimato e mai affrontato in maniera organica e sistemica, che investe, nel suo percorso un popoloso bacino fluviale, tre regioni e persino la costa tirrenica. Sappiamo di essere una forza di minoranza di un comune di dimensioni limitate ma non abbiamo alcuna intenzione di restare a guardare.» Lucia Vergaglia, M5S Orvieto
Bisogna ripartire dai fondamentali: l’ambiente è una realtà dinamica.
Negli ultimi anni abbiamo avuto decine di alluvioni, alternate a siccità prolungate fino alla micidiale esondazione del Paglia nel 2012 che non ha fatto vittime solo per la fortuna nell’orario e nella prontezza di spirito di coloro che sono stati direttamente coinvolti.
Non ci ha salvato un sistema d’allarme, un piano di protezione civile condiviso e per le esercitazioni dei cittadini. Niente di tutto questo. In ordine sparso si sono salvati tutti, in ordine sparso i giorni seguenti gli angeli del fango, in gran parte studenti minorenni, hanno ripulito e riordinato strutture che potevano essere pericolanti in condizioni di sicurezza non asseverate da nessuna autorità e sempre in ordine sparso sono partiti una serie di provvedimenti tampone e di incontri con le realtà alluvionate frutto certamente di buona volontà ma prive di una catena chiara di responsabilità.
Sono passati anni, si è cercato di mettere ordine nella vicenda, c’è un gran parlare di coinvolgimento delle associazioni, della società civile e degli studiosi. Di fare sistema, di Contratto di Fiume sul modello Lombardo, di gestione del bacino idrografico del Paglia come sistema, come insieme, e alla fine cosa abbiamo?
Gli stracci che volano nel partito di maggioranza, i rimpalli di responsabilità con i partiti d’opposizione, un autentico topolino il progetto degli argini presentato dalla montagna, dalla conferenza dei servizi, e le associazioni più o meno ambientaliste a vario modo coinvolte nella vicenda con le accuse di essere parte del problema. Ecco cosa abbiamo.
Il M5S orvietano non può che bocciare una politica degli argini e del tentare improbe “risagomature” del fiume. Questo a maggior titolo considerando che l’area di espansione del Paglia è ridotta e costretta anche dalla complanare e di conseguenza altezza e velocità di un evento di ritorno non saranno compatibili con il modello 2012 ma saranno decisamente più catastrofiche.
Invece si va per fare argini. Spesa dettata dall’esigenza di proteggere aree rese edificabili ed occupate da immobili e capannoni costruiti con idee e metodi degli anni dei condoni edilizi, in piena area alluvionale o sul rilevato fluviale stesso. Adesso a loro va anche il premio di svariati milioni di euro di fondi pubblici, di tutti, soprattutto di chi ha costruito in maniera virtuosa e senza intenti speculativi, per creare “protezioni” a ciò che doveva essere altrove. Continua a leggere Arginare la speculazione, non il fiume.→
Da allora tanti annunci, tanti soldi stanziati, tanti rimpalli di responsabilità tra uffici e tra politici. Nessuna indagine, nessun inquisito, nessuna sicurezza. Come se il fiume non avesse mai scavalcato ponte ed argini, come se tutto sommato dato che non ci sono stati i morti in fondo va bene così. Una nuova normalità che negli ultimi anni qui in Umbria, con i suoi recenti eventi alluvionali “non ordinari” (2005, 2008, due nel 2010, 2012 e 2013 ), e le sue tre emergenza siccità (2003, 2007, 2012) è ormai percepita come consuetudine. E poco importa che climatologi e metereologi confermino per il futuro un aumento in frequenza ed intensità di questi eventi “estremi” e che il solo impatto economico diretto, a seguito delle alluvioni di questi ultimi 10 anni, sfiora il miliardo di euro (tra danni e perdite al patrimonio pubblico e privato). Tutto ormai viene considerato normale, lo sappiamo, lo sanno quelli dei comitati locali ed i tanti cittadini. Sanno tutti che gli eventi si ripeteranno, non sanno quando, non sanno come, ma sono coscienti, tutti, che torneranno a ripetersi.
Altrove già piove di nuovo, è normale, si sa, e la gente in altre regioni ci muore per via di un argine di polistirolo disgregato da un fiume come i giocattoli dei bambini, e di nuovo il minuto di silenzio per le vittime e di nuovo la colpa e del dissesto, mai di un politico o di un progettista, di un professore che ha dato il via libera, della commissione apposita di scienziati, come la “Grandi Rischi” tutta assolta a L’Aquila (ma allora perchè convocarla e pagarla? Perchè decidere sulla scorta di opinioni di cui non sono responsabili?).
E’ così in tutta la nazione ed Orvieto non fa eccezione, la resa sembra istituzionalizzata. Sappiamo che il Paglia può esondare così le istituzioni, per star tranquille, sanno telefonare un allarme a centinaia di famiglie ed aziende e poi facciano quel che vogliono, vadano da amici e parenti, vadano nei due centri di accoglienza, vadano mentre il fiume travolge un territorio trascurato e protetto solo sulla carta.
Noi però non ci arrendiamo, e non vogliamo che le istituzioni ribaltino responsabilità e colpe sui cittadini per poi gridare all’emergenza ed all’imprevedibilità, per poi parlare di “calamità”. In occasione di questa giornata chiediamo all’assessore Custolino ed al Sindaco Germani d’intervenire in commissione e spiegare perchè i soldi stanziati non sono serviti a completare le opere di messa in sicurezza e quali azioni il Comune intenda porre in essere a tutela dei propri cittadini.
E’ doveroso non lasciar sopire la faccenda con il solito inutile minuto di raccogliemento e con le parole di solidarietà, è doveroso mettere in sicurezza il territorio, è doveroso chiarire la catena delle responsabilità.
A proposito non per allarmismo, ma per banalissima constatazione che non richiede tecnicismi particolari: i terreni sono saturi, le falde piene, la capacità di assorbimento nell’autunno e nell’inverno limitata del fiume Paglia e dei suoi affluenti
Polemichetta orvietana piccola piccola su un un problema grande grande.
In occasione dell’anniversario dell’alluvione sul ponte del Paglia i comitati spontanei nati sul territorio subito dopo l’evento hanno organizzato una manifestazione semplice e gentile in cui sono stati esposti sul ponte i disegni dei bambini ed alcuni, a volte forti, richiami alle autorità ree, dicono i manifestanti, di aver disatteso gli impegni di messa in sicurezza, prevenzione e gli accordi con chi su quel territorio vive, lavora, manda i figli a scuola.
La polizia municipale ha rimosso tutto, pare per problemi di traffico che si veniva a creare. Fin qui è tutto leggittimo, scortese, pessimo e rasentante il ridicolo per la forma (la motivazione addotta, che se vera allora IMPONE l’immediata rimozione di ogni pubblicità ai bordi delle strade, per esempio presso il nuovo centro commerciale) e per la sostanza (sono stati sequestrati i disegni di BAMBINI), tuttavia fin qui non siamo nell’illegittimità. Poi in quella che ci dicono essere una strana, scomposta, forma risarcitoria i disegni sono stati portati in esposizione nella sala consiliare.
Un anno fa Orvieto fu sommersa dalle acque del Paglia allo scalo, come un castello di sabbia in riva al mare.
Per fortuna, buona stella od un intervento da lassù nessuno ci ha lasciato la pelle. Pronti, istantaneamente gli orvietani hanno affrontato il disastro e ricostruito le attività, ripulito le case, recuperato e salvato i beni. Gli angeli del fango sono stati su tutti i giornali, sulla televisione, su internet, nelle parole dei preti dal pulpito, nei discorsi dei politici. E’ passato un anno, con i soldi degli interventi si è fatto qualcosa? Cosa? La complanare, la fondazione dell’iper? Il comitato 12 novembre oggi manifesterà in un evento chiamato “le code di Paglia” ricordando le promesse (molte) non mantenute (sempre molte) e denunciando lassismi e male gestioni.
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Noi denunciamo altro; ancora una volta noi denunciamo che il disastro era annunciato da tempo e che questo non è servito a nulla, noi denunciamo che le istituzioni, governate da Pd e/o Pdl con le loro varie declinazioni da due facce della stessa medaglia, alla politica locale ed alla cittadinanza proprio non hanno voluto prestare orecchio. I nostri politici locali non hanno saputo farsi ascoltare dove le decisioni si prendono davvero, a Roma.
Intanto lerci più che mai affaristi ed antagonisti d’oggi che erano della partita il giorno prima tentano di fare il colpaccio urlando e sbraitando contro la nuova Coop nata nelle aree dell’alluvione. Porca miseria c’era gente del Pd in una manifestazione anti Coop contro un centro commerciale approvato dalla loro giunta in un’area da loro giudicata corretta per la Coop; e poi quelli che sono del Pd e fanno un evento intitolato “La Coop non siamo noi” fanno davvero ridere. E la copertura politica della Coop chi è? Berlusconi? Ridicoli, patetici… incredibili. Ma chi vi sta ancora d’appresso?
Ad Orvieto ci chiediamo che farete dopo? Le darete la colpa della chiusura dei negozi del centro? Quelli con i cartelli cedesi, vendesi e fittasi ormai sbiancati da sole ed intemperie per tanto è il tempo che ci stanno.
Intanto con le vostre facce sempre uguali, con cartelli e manifesti stampati dalla tipografia solita delle elezioni, ancora una volta a sperare nel peggio per ritagliarvi uno spazio… all’asciutto, ma solo per voi.
Tolto qualche recente scroscio è stata una stagione torrida e asciutta, quasi due gradi in più nelle medie, quasi il 20% di precipitazioni in meno, non è questo il miglior viatico attendendo i rovesci d’autunno che nel 2012 furono alluvioni. Non lo è soprattutto qui ad Orvieto, città alle prese con la realizzazione di un nuovo centro commerciale in zona alluvionata solo l’anno scorso e, soprattutto, della nuova “complanare”, un raccordo praticamente inutile (a sentir gli Orvietani) che a sua volta fiancheggia il fiume nelle zone dove ha esondato a novembre scorso.
Per la costruzione di quest’ultima sono stati tagliati gli alberi dagli argini; chi ha competenze di sicurezza idrogeologica indica proprio negli alberi una prima efficace barriera contro smottamenti e rischi di eventi franosi. Ciò per non parlare delle operazioni di messa in sicurezza che pare non abbiano soddisfatto né associazioni, né cittadini e neppure le imprese.
Riassumendo abbiamo terra disseccata da una stagione caldissima e asciutta, riduzione della protezione degli alberi, nuove, estese, costruzioni in zone soggette ad eventi d’alluvione.
E’ stata una lunga estate calda, speriamo però di non doverci ricordare l’autunno… ed i primi scrosci già ci hanno avvisato.
Con l’equinozio di oggi tradizionalmente parte la primavera e complice la bella giornata siamo andati a dare un’occiata al Parco Fluviale di Orvieto, travolto dall’alluvione del novembre scorso.
La situazione è ancora sospesa nel limbo degli interventi pubblici ed i cittadini un pò più anziani che si affacciano sull’ormai ex campo del tradizionale “ruzzolone”, dal ponte sul Paglia chiuso da pannelli di legno, osservano lo scempio scuotendo la testa e sospirando con rassegnazione. Intanto, poco lontano, proseguono incessanti il lavori per la famosa, e famigerata, via “complanare”.
Cosa dire?
Che era meglio prevenire che curare? Che si doveva già avere certezza di tempi ed interventi condivisi con la cittadinanza? Oppure… oppure oggi facciamo festa, ci rilassiamo ed una volta tanto ci godiamo la bella giornata. Ma si, per oggi ci limitiamo a fare qualche foto, poi ricomincerà il “fiato sul collo” agli enti coinvolti, in tipico stile 5 Stelle, come sempre.
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Ieri ho assistito ad una scena bella, mi ha riportato la speranza in un giorno uggioso e cupo.
Ho visto tra il fango ed i rottami dell’alluvione lo spettacolo della vita, l’energia di quell’Orvieto che non si abbatte, non cede. Quella tigna con cui si affronta e si supera ogni problema. Ecco, ieri è stata una bella giornata e volevo condividerla con Voi.
Meraviglia splendente nel fango dell’alluvione. La vita che s’impone sulla distruzione
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Movimento 5 Stelle, promotrice Napoli città per la Costituzione, politica e territorio.
Alla negazione della libertà, e perfino della possibilità della libertà, corrisponde la concessione di libertà atte a rafforzare la repressione. H. Marcuse