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Orvieto in prima linea nel piano RISCHIO idrogeologico

UNA ESPERIENZA IMPORTANTE, NATA DAL CONFRONTARSI CON GRANDI E PICCOLI CRISI IDROGEOLOGICHE, CHE CI RENDE UN PUNTO DI RIFERIMENTO IN UMBRIA ED IN ITALIA. CON IL NUOVO PIANO DOBBIAMO RIPORTARE LA CENTRALITÀ DEL TERRITORIO E LAVORARE SULLA SICUREZZA.

Presidente del Consiglio dei ministri, avvocato Giuseppe Conte, ha dato il via alla serie di azioni relative al nuovo piano Sul rischio idrogeologico ed ad investimenti che superano il miliardo di euro. Secondo la nostra portavoce Lucia Vergaglia, che ha spessissimo trattato questo argomento nel consiglio comunale di Orvieto in riferimento al nostro territorio cuspide tra le regioni Umbria, Lazio, e Toscana è arrivato il momento di mettere a frutto la grandissima esperienza accumulata in questi anni di dissesti ed inondazioni e lavorare per la sicurezza dei cittadini e per l’assetto del nostro circondario di competenza cogliendo questa grandissima occasione. Per questo, come esponenti del Consiglio comunale, abbiamo formalmente ringraziato il nostro primo ministro, illustrando con una lettera personale le tante questioni ancora sospese nel nostro territorio e delle quali ci saranno prossimi approfondimenti.

Queste le parole di Giuseppe Conte:

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Interrogazione Capanni in zone esondabili

LA NUOVA CARTOGRAFIA DELLE AREE ESONDABILI INDICA RISCHI NELLE COSTRUZIONI PROVVISORIE. OCCORRE FARE LE VERIFICHE CON DILIGENZA. NON AVENDO TROVATO ATTI INTERROGHIAMO IL SINDACO.

Quella dei capanni fluviali è un’altra delle terre di nessuno che sfuggono ad ogni classificazione e responsabilità degli enti che dovrebbero essere preposti, con buona pace di quelle iniziative di governo del territorio caricato non nel contratto di fiume. In questi casi però le responsabilità diventano concorrenti e bisogna fare in modo che nessuno se ne possa lavare le mani e quindi occorre scrivere scrivere scrivere.

Saranno poi gli uffici a trovare il modo migliore di passare il cerino tra di Orvieto, provincia di Terni, regione Umbria , autorità di bacino arrivando alla magistratura delle acque e risolvere il problema? Noi non possiamo fare che il nostro dovere di tenere alta l’attenzione e non è che possiamo risolvere le cose come se fossimo sempre al posto del sindaco o del dirigente con tanto di ufficio, cartografia e personale tecnico a disposizione.

Da parte nostra possiamo solo garantire restiamo a disposizione per ogni segnalazione ed approfondimento e che la guardia non l’abbiamo mai abbassata. Al tempo stesso garantiamo a tutte le persone di buona volontà impegnate nel lavoro e nell’opera di preservazione di questo magnifico territorio e nel suo sviluppo e valorizzazione che non siamo tra quelli che gettano discredito ed allarme.

Ci riuscirebbe facile battere i pugni e fare chiasso, agitandoci invece che realizzando anche se siamo solo dell’opposizione. Fidatevi sarebbe molto meno faticoso ed impegnativo, e tra l’altro ci sarebbe riconosciuto in maniera plateale come merito anche se nel frattempo non sarebbe servito alla maggioranza dei cittadini.

Contratto di fiume del Paglia: l’approccio M5S

In questi giorni si è molto parlato del Contratto di fiume del Paglia, anche in relazione ad una recente polemica ed ad un incontro negli ottimi spazi della Biblioteca comunale. Per cattiva informazione, purtroppo da parte dell’Amministrazione, si è lasciato intendere, in seguito all’osservazione del M5S che mancasse una progettualità europea, che invece questo contratto fosse parte della programmazione comunitaria fatta dai nostri assessorati ed addirittura che si dovesse ringraziare una qualche segreteria politica per aver avuto quest’occasione d’accedere ai fondi europei.

Una corbelleria bella e buona. A questo punto è necessario fare chiarezza su cosa sono questi contratti di fiume e su come il M5S Orvieto ha impostato la propria azione locale nei confronti di questi strumenti.

Innanzitutto sfatiamo una erronea percezione: I “Contratti di Fiume” non sono europrogettazione ma piuttosto un accordo tra enti per un processo di programmazione negoziata per la valorizzazione del sistema fluviale e la riqualificazione territoriale, paesaggistica, dei territori ad essi connessi, attraverso un’azione coordinata. In pratica è un accordo tra enti e portatori d’interesse che opera nell’area vasta del fiume, che va oltre i confini dei comuni, ed a volte di regioni e provincie, la cui attività venga infine ratificata dagli enti partecipanti e diventi definitiva.

Un Contratto di fiume elabora le linee di sviluppo di un territorio fluviale ed include le proposte, anche politiche, dei territori, gli interessi di associazioni ed imprese e, talvolta, le esigenze dei comitati cittadini. Di per se non porta uno straccio di Euro ed il contratto non viene registrato in appositi uffici europei, non esiste un albo dei contratti di fiume e non ci sono automatismi che ne prevedano finanziamenti. Sarebbe demagogia far intendere il contrario.

Noto come ponte dell'adunata è il ponte tra Orvieto Scalo e Ciconia

Volendo approfondire la questione noi del M5S sappiamo bene che in alcune regioni, come il Veneto ad esempio, esistono bandi appositi per i contratti di fiume che esclusivamente insistono in quella regione, specifichiamo però che i destinatari sono quei tanti Enti pubblici aventi competenze in materia di risorse idriche e tutela delle acque quali, per esempio Provincie, Comuni, Consorzi di Bonifica, AATO, AIPO, Autorità di Bacino, ecc… che vengono sostenuti nello sforzo di assumere il contratto di fiume come strumento di gestione integrata per ridurre i centri decisionali. Da noi è così? E’ questo il nostro caso? A noi non pare proprio.

L’Assessore regionale Rometti, ad Orvieto all’atto della presentazione del Contratto del Paglia, diceva testualmente: Continua a leggere Contratto di fiume del Paglia: l’approccio M5S

Sardegna: la risposta del M5S a catastrofi presenti e future

Riportiamo dalla Commissione Ambiente (Gruppo M5S, Camera dei Deputati)

E’ una roulette russa.

Adesso è toccato alla Sardegna, una settimana fa alle Marche. Prima ancora alla Toscana e al Veneto. E tra una settimana a chi toccherà? E quella successiva?

Il clima è cambiato, dobbiamo capire che ciò che anni fa era un evento meteo straordinario, adesso è divenuto ordinario. Il problema è già noto in tutta la sua drammaticità: l’82% dei comuni italiani è esposto a rischio idrogeologico (frane ed alluvioni).
Il MoVimento 5 Stelle alla camera ha iniziato a lavorare a questo problema fin da subito.
Mettendo in rete le competenze dei portavoce in Commissione Ambiente (geologi, ingegneri, architetti), e interfacciandosi con esperti, tecnici, professori universitari, ricercatori, professionisti, amministratori, sono state individuate delle risposte concrete e sono state tradotte in mozioni e proposte di legge.
Le altre forze politiche si riempiono la bocca di vuote parole dopo il minuto di silenzio. Il governo non agisce (solo 30 Milioni stanziati per la prevenzione su tutta Italia).
collage1IL MOVIMENTO 5 STELLE PROPONE DELLE SOLUZIONI in cui si punta sulla prevenzione e su una corretta gestione del territorio da parte di privati e di enti territoriali:

    • Proposta di legge sullo svincolo del patto di stabilità per le spese degli enti territoriali relative a ripristino, previsione e prevenzione del rischio idrogeologico e sismico (Spesso gli enti territoriali hanno in cassa fondi per intervenire adeguatamente e mettere in sicurezza il territorio per far fronte a vecchie e future emergenze ambientali. La prevenzione e la messa in sicurezza del territorio sono fondamentali per limitare l’impatto delle calamità naturali).
    • Proposta di legge “geobonus” (agevolazioni fiscali per chi investe in sicurezza del territorio e difesa del suolo).
    • Proposta di legge per “Limiti all’impiego di sostanze diserbanti chimiche” (Proposta per lo stop all’uso di questi prodotti lungo le strade, carrarecce, etc, visto che questa pratica porta al deterioramento del tappeto erboso naturale e conseguentemente ad erosione, dilavamento e franamento del terreno sulle sedi stradali)

12 novembre, primo anniversario.

Un anno fa Orvieto fu sommersa dalle acque del Paglia allo scalo, come un castello di sabbia in riva al mare.

Per fortuna, buona stella od un intervento da lassù nessuno ci ha lasciato la pelle. Pronti, istantaneamente gli orvietani hanno affrontato il disastro e ricostruito le attività, ripulito le case, recuperato e salvato i beni. Gli angeli del fango sono stati su tutti i giornali, sulla televisione, su internet, nelle parole dei preti dal pulpito, nei discorsi dei politici. E’ passato un anno, con i soldi degli interventi si è fatto qualcosa? Cosa? La complanare, la fondazione dell’iper? Il comitato 12 novembre oggi manifesterà in un evento chiamato “le code di Paglia” ricordando le promesse (molte) non mantenute (sempre molte) e denunciando lassismi e male gestioni.

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Noi denunciamo altro; ancora una volta noi denunciamo che il disastro era annunciato da tempo e che questo non è servito a nulla, noi denunciamo che le istituzioni, governate da Pd e/o Pdl con le loro varie declinazioni da due facce della stessa medaglia, alla politica locale ed alla cittadinanza proprio non hanno voluto prestare orecchio. I nostri politici locali non hanno saputo farsi ascoltare dove le decisioni si prendono davvero, a Roma.

Intanto lerci più che mai affaristi ed antagonisti d’oggi che erano della partita il giorno prima tentano di fare il colpaccio urlando e sbraitando contro la nuova Coop nata nelle aree dell’alluvione. Porca miseria c’era gente del Pd in una manifestazione anti Coop contro un centro commerciale approvato dalla loro giunta in un’area da loro giudicata corretta per la Coop; e poi quelli che sono del Pd e fanno un evento intitolato “La Coop non siamo noi” fanno davvero ridere. E la copertura politica della Coop chi è? Berlusconi? Ridicoli, patetici… incredibili. Ma chi vi sta ancora d’appresso?

Ad Orvieto ci chiediamo che farete dopo? Le darete la colpa della chiusura dei negozi del centro? Quelli con i cartelli cedesi, vendesi e fittasi ormai sbiancati da sole ed intemperie per tanto è il tempo che ci stanno.

Intanto con le vostre facce sempre uguali, con cartelli e manifesti stampati dalla tipografia solita delle elezioni, ancora una volta a sperare nel peggio per ritagliarvi uno spazio… all’asciutto, ma solo per voi.

Piove, governo assente…

Mentre si prepara un nuovo piano regolatore (di quelli, dicono, elettorali) qui ad Orvieto arriva l’autunno.

Cantiere complanare dopo la pioggiaLe prime piogge hanno già messo a nudo i limiti del cantiere della “complanare”, che tra l’altro sarà battuta in velocità di realizzazione dal nuovo centro commerciale “Le porte di Orvieto” di prossima apertura, ben prima della fine dei lavori stradali. Il tutto in piena area alluvionata il 12 novembre scorso.

La messa in sicurezza non è affatto completata, ci sarà gente e la situazione è la solita: Piove, governo… assente.

Restate sintonizzati:

La lunga estate calda 2013

Ancora un’estate record,

Tolto qualche recente scroscio è stata una stagione torrida e asciutta, quasi due gradi in più nelle medie, quasi il 20% di precipitazioni in meno, non è questo il miglior viatico attendendo i rovesci d’autunno che nel 2012 furono alluvioni. Non lo è soprattutto qui ad Orvieto, città alle prese con la realizzazione di un nuovo centro commerciale in zona alluvionata solo l’anno scorso e, soprattutto, della nuova “complanare”, un raccordo praticamente inutile (a sentir gli Orvietani) che a sua volta fiancheggia il fiume nelle zone dove ha esondato a novembre scorso.arizona complanare

Per la costruzione di quest’ultima sono stati tagliati gli alberi dagli argini; chi ha competenze di sicurezza idrogeologica indica proprio negli alberi una prima efficace barriera contro smottamenti e rischi di eventi franosi. Ciò per non parlare delle operazioni di messa in sicurezza che pare non abbiano soddisfatto né associazioni, né cittadini e neppure le imprese.

Riassumendo abbiamo terra disseccata da una stagione caldissima e asciutta, riduzione della protezione degli alberi, nuove, estese, costruzioni in zone soggette ad eventi d’alluvione.

E’ stata una lunga estate calda, speriamo però di non doverci ricordare l’autunno… ed i primi scrosci già ci hanno avvisato.

Restate sintonizzati:

Il rimpiattino dell’alluvione continua…

Continua, continua ancora.

alluvioneAncora rimpalli di responsabilità, tentate affermazioni personali, accuse reciproche in un rimpiattino che continua ancora. E’ incredibile. Le dichiarazioni di Trappolino, le sue accuse sulle promesse non mantenute di Monti, i milioni in legge di stabilità, destinati agli alluvionati ma, ricorda proprio a Trappolino Piergiorgio Pizzi, sui quali non son ancora giunti ragguagli, la richiesta del nostro Sindaco di velocizzare la pratica della richiesta di stato di calamità, per 7 milioni, che tuttavia solo il 3 gennaio è stata trasmessa agli uffici competenti, il capogruppo pidielle Nevi ne fa una questione di campagna elettorale e tira in ballo la sotterranea alleanza tra lo stesso Monti e Bersani che induce la nostra presidenza regionale a tacere su questi problemi locali, a seguir poi la scontata e piccata risposta della Marini…

Signori, basta. Fatti non parole. L’alluvione c’è stato ad inizio novembre, siamo alla fine di gennaio e qui c’è solo il rimpiattino che continua.

Another brick in the wall

Dopo i lavori di ottobre, dopo le frane, dopo i riaffioramenti, dopo l’alluvione finalmente parte la “messa in sicurezza” sulla via della Rupe. Un pasticcio dopo l’altro avrà portato a ragionar meglio? Oppure invece che mettere un muro inclinato come regola d’arte vuole  a far da spalla alla sezione franosa, magari dotato degli scolatoi per le acque pluvie, si è messo un muretto di mattoni, impermeabile, senza sfoghi alla pressione idrica? Accidenti non sarà mica così?

Muretto anti frana

Signori cari, ma non è forse vero che far le cose secondo normativa è giusto ma farle anche a regola d’arte è molto meglio?
Beh… vedremo come andrà a finire, intanto guidate con prudenza.

Stay tuned and drive safetly

Piovono affioramenti

Salendo verso la Rupe di Orvieto, lo splendido centro storico della nostra cittadina, troverete in questi giorni le frane di cui parlavamo qui. All’altezza della Necropoli Etrusca, sotto il livello dei sentieri, cominciano a spuntare degli affioramenti tufacei, squadrati e lavorati.

Affioramenti potenzialmente relativi alla Necropoli Etrusca di Orvieto
Affioramenti potenzialmente relativi alla Necropoli Etrusca di Orvieto

Non sarò un genio ma per me puzza di nuovi ritrovamenti. Nel caso fosse vero forse i lavori sono stati fatti così male proprio perché l’alluvione riportasse alla luce un’altra parte della Necropoli? Beh, in questo caso chapeau, io non sarò un genio ma l’amministrazione invece si. Complimenti.