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Orvieto. Il Reddito di cittadinanza si dimostra necessario.

VANNO AVANTI LE PRATICHE E LE RICHIESTE PER ISEE E RDC ANCHE NELLA NOSTRA CITTÀ ED IL CENTRO PER L’IMPIEGO SI STA ATTREZZANDO. MA IL COMUNE?

Abbiamo fatto inserire nel nuovo statuto comunale il diritto al lavoro ed all’occupazione ed affiancato questa iniziativa tutti quegli atti tecnici che permettono la regolamentazione autonoma del comune in modo da poter avviare uno sportello lavoro ed inserirsi nei processi relativi alle politiche attive per il lavoro. Il reddito di cittadinanza è una di queste in quanto il suo meccanismo impone la partecipazione ad iniziative civiche e socialmente utili, nel caso si segua il percorso previsto dal patto per il lavoro, che però devono essere organizzate appunto dal comune. Lo stesso comune, attraverso il suo braccio operativo Csco, Centro Studi città di Orvieto, può operare fornendo spazi e professionalità con un percorso formativo professionale nel caso invece l’utente del reddito di cittadinanza decida per il cosiddetto reskilling, cioè firmando il patto per la formazione, ed anche in questo caso il Comune può e deve essere protagonista.

Dal 6 marzo sono partite le richieste ed il regione ci siamo accorti che la necessità del reddito di cittadinanza è sentita e diffusa. Questo accade anche nel nostro territorio.

Ed essendo i numeri importanti in termini di possibile utenza gli enti Come il nostro comune devono attrezzarsi per rendere le politiche attive per il lavoro veramente uno strumento di inclusione operativa , senza abdicare ancora una volta per favorire i privati nella somministrazione dei percorsi formativi. Tuttavia atti in questa direzione da parte del comune non se ne sono visti, almeno fino ad ora.

Vergaglia sul lavoro. Seguite in Umbria l’esempio di Orvieto

#REDDITODICITTADINANZA PER #CONFINDUSTRIA E #INPS 780 € SONO TROPPI POICHE’ DISINCENTIVANO I #GIOVANI #UNDER30 CHE PRENDONO 840 € AL MES? LA SOLUZIONE? CONTRATTI ETICI COME AD ORVIETO E SALARIO MINIMO ORARIO.

Quella del reddito di cittadinanza può essere una grande occasione di inclusione sociale e di aumento delle possibilità di lavoro nei comuni come Orvieto a patto di seguire alcune buone pratiche. Tuttavia stiamo assistendo ad una vera e propria campagna di denigrazione da parte sia delle associazioni datoriali che di alcune sigle sindacali.

Il direttore dell’area Welfare di Confindustria e il presidente Inps in audizione sul #decreto hanno affermato che i 780 euro di reddito rappresenteranno un disincentivo per convincere un disoccupato, che può usufruirne, ad andare a lavorare. Secondo loro infatti la differenza tra reddito e stipendio sarebbe troppo piccola, sopratutto per i giovani under 30 che di media prendono 830 euro netti al mese.

Hanno regione. Col reddito di cittadinanza non sarà semplice avere a disposizione lavoratori a salari da terzo mondo ed occorrerà darsi da fare per poter garantire una prospettiva (oggi assolutamente inimmaginabile) di carriera e crescita, con uno stipendio adeguato. La soluzione in termini di legislazione generale già stata depositata dal Movimento5stelle, IL SALARIO MINIMO GARANTITO.
Con questa legge si andrà ad individuare una retribuzione minima di 9 euro all’ora. Il che significherà non avere più persone sfruttate, riportando il mondo del lavoro in una dimensione dignitosa. Tuttavia questo non basta.

Infatti occorre che le aziende che lavorano con gli enti pubblici aderiscano alle migliori condizioni per i lavoratori se vogliono mantenere appalti e forniture e per raggiungere questo risultato si deve innanzitutto bisogna agire sull’autonomia regolatoria e statutaria del comune stesso. Continua a leggere Vergaglia sul lavoro. Seguite in Umbria l’esempio di Orvieto

Università o Tribunale alla ex Caserma Piave di Orvieto?

RAPPORTI CON LE UNIVERSITÀ? NOI SIAMO IN PRIMA LINEA. MA RINUNCIARE ALLA CORTE EUROPEA È IRRESPONSABILE.

di Silvio Torre.

Ben vengano gli accordi e nuovi corsi universitari come ha spiegato in pubblica Assise sia dal professor Bizzarri che dagli esponenti del Csco, Centro Studi città di Orvieto, E dov’è che addirittura l’idea progettuale di un Campus Universitario anche se in era di università on-line diventa più difficile immaginarlo rispetto agli anni 90. È magnifico vedere tanti giovani che vengono da altre nazioni qui città a studiare e conoscerci, incontrarsi, e render vive alle nostre strade insieme a tutti noi. Tra l’altro da commerciante ho un ottimo ritorno della nuova presenza ed un grande ricordo visto che da lontano rimaniamo ancora in contatto e continuano a promuovere sia noi che la città ed il territorio.
Però ragazzi ostacolare in questo momento delicato della trattativa la possibilità di portare il Tribunale europeo unificato dei brevetti qui ad Orvieto ci è sembrata e ci continua a sembrare una roba da irresponsabili.
E hai voglia a dire noi segmentiamo gli spazi… vediamo di cosa hanno bisogno…
Si doveva aspettare la fine della trattativa o mettere in mezzo l’idea delle università quando era il momento cioè un minuto dopo le elezioni a sindaco di Orvieto.
In ogni caso il protocollo parla del singolo programma E non dirmi che un campus ad una università. Un programma che può benissimo essere ospitato nelle sedi attualmente disponibili e certo non necessita di 55000 metri cubi dell’imponente ex caserma Piave.
Insomma per dare lustro a una “non notizia” si è rischiato di affondare una delicata trattativa.
So che Movimento 5 stelle con Lucia Vergaglia ha chiesto il carteggio cronologico completo relativo alla ex caserma degli ultimi mesi per ricostruire nei fatti l’andamento della vicenda e cercare di metterci una pezza.

Però se la trattativa salta qualcuno si dovrà assumere la responsabilità di spiegarlo agli orvietani.

La sfida Csco. Dalla mozione M5S a buoni risultati e grandi prospettive

PUO’ UNA “PARTECIPATA” DIVENTARE UN VOLANO PER LA CITTÀ? NOI CI AVEVAMO SCOMMESSO.

Il Centro Studi Città di Orvieto in occasione della chiusura del bilancio esercizio 2017, ha presentato alla Città il programma delle attività ed i progetti per il prossimo futuro. Eravamo abituati a tutta una’altra impostazione della precedente gestione del CSCO e con risultati decisamente peggiori. Tanto di essere arrivati al punto di voler ribaltare l’impostazione perché qual è il comune si trovava a dover scegliere se andare verso la liquidazione oppure sostenere economicamente il centro stesso oltre che con le infrastrutture e, talvolta, anche con impegni straordinari. Accogliemmo la sfida. Con una delle nostre prime iniziative, la proposta denominata la nuova linfa per il CSCO, che è una vera e propria invasione di campo dato che spostava dal Consiglio Comunale ognuno nel proprio ordine di servizio su come impostare i nuovi corsi procedendo a coniugare assieme alla mission tradizionale del Centro studi, con la Summer School e le altre attività in favore degli studenti università straniere, anche le iniziative di formazione continua obbligatoria per i professionisti del nostro territorio in modo da avere una apertura nuova e diversa sul locale ed avere una base minima non dipendente dai flussi stranieri che, soprattutto in quel periodo, potevano soffrire di quelle dinamiche internazionali legate ai fenomeni terroristici.

Naturalmente tale visione politica non fu colta al volo da tutti gli operatori e da quelle che vengono definite classi dirigenti tuttavia il rinnovato consiglio di amministrazione fece propria questa proposta e la introdusse negli statement, cioè nelle dichiarazioni di presentazione, della nuova governance della nostra partecipata. Oggi A distanza di 4 anni abbiamo visto che questo tipo di impostazione in questo caso ha dato i suoi frutti.

Fossero state colte alla stessa maniera iniziative come il Cluster industriale a Fontanelle di Bardano per il centro del made in italy, la gestione del titolo minerario tione, il centro di recupero rifiuti elettrici ed elettronici negli spazi dell’ex consorzio crescendo , la proposta di viabilità per la rupe, l’avvicinarsi alla condivisione delle produzioni con il teatro stabile dell’Umbria e quelle decine di altre iniziative portate avanti da Lucia vergagli forse la nostra base di occupati e le condizioni economiche locali non sarebbero le stesse di adesso con il triste primato riportato dai dati di opencoesione che non ci vede esattamente tra i primi per finanziamento europeo dei progetti pro capite, né per numero assoluto dei progetti e neppure per la capacità di attrarre investimenti.

Registriamo quindi delle parole di Matteo Tonelli , il presidente del centro studi città di Orvieto , non solo il senso che adesso si può scegliere se galleggiare o investire ma soprattutto la spinta a guardare ad una politica territoriale diversa che non resti a fissarsi l’ombelico e si proponga di aprirsi a quanto potrebbe e nuove economie.

Infine sottolineiamo dall’intervento la nostra portavoce proprio sui banchi dal centro studi che le risorse infrastrutturali non vanno squalificate e svalutate mettendole a disposizione a macchia di leopardo ma bisogna immaginare la città viva e vitale con i propri organi come il CSCO ben collegati tra loro e connessi al tessuto culturale, sociale, imprenditoriale e soprattutto lavorativo del territorio con il comune che funga da facilitatore oltre che da controllore. Invece la fretta che sta dimostrando l’amministrazione in quest’ultimo anno, assegnando in modo gratuito spazi e permessi oltre che le gravi carenze dei bandi per Belvedere o Palazzo del Popolo ad esempio, ci lascia davvero l’amaro in bocca perché è il contrario di ciò che necessita la città se si vuole che diventano davvero un volano per la nostra economia e per il nostro sviluppo.

Nuova linfa al CSCO

Il Centro Studi della Città di Orvieto è da tempo in difficoltà economica e gestionale.

cscoNon staremo qui, oggi, a ripercorrere le alterne vicende che hanno portato questa struttura, una Fondazione di Partecipazione voluta dal nostro Comune, alla situazione attuale. Ci interessa, come sempre, intanto cercare di mettere in sicurezza il bene, i lavoratori e l’indotto e per farlo, da forza di minoranza quale siamo, proponiamo, argomentandole, soluzioni e descriviamo sommariamente i mezzi per raggiungerle; non siamo noi che possiamo dire ai dirigenti del Comune e delle partecipate come operare, ne possiamo stabilire la direzione operativa che è della giunta. Noi facciamo la proposta politica ed in questo caso la includiamo in un atto d’indirizzo raccomandandone la presa in carico da parte dell’Amministrazione, se avremo il beneplacito della maggior parte dei consiglieri.

«Le fondazioni che hanno successo, che cioè producono un buon servizio alla collettività nel rispetto delle intenzioni dei fondatori, debbono potersi valere di almeno due fattori: una fonte autonoma e stabile di reddito (generalmente, ma non esclusivamente, di fonte patrimoniale); l’esistenza di un consenso di fondo sostanziale sugli obiettivi istituzionali e sulle modalità di perseguirli all’interno degli organi di governo e controllo. In mancanza di queste due caratterizzazioni le fondazioni rischiano di vivere una vita grama e di produrre assai più problemi di quanti non riescano a risolverne» (Fonte: monitoraggio del settore in Italia da parte del Centro di documentazione sulle fondazioni della Fondazione Agnelli).

Sulla base di queste considerazioni abbiamo proposto al Consiglio un Ordine del Giorno atto a raccomandare l’aggiunta formale di un nuovo dipartimento nell’alveo formativo del CSCO da dedicare alla formazione continua obbligatoria degli ordini professionali. Gli ordini infatti sono tenuti alla formazione dei propri associati sulle novità normative e dello stato dell’arte. Per fare un esempio l’Avvocatura orvietana, più di cento iscritti, a breve dovrà adeguarsi ai livelli di formazione ed alle metodiche previste dall’avvocatura ternana con cui si sta per fondere. Portare queste ore di formazione obbligatoria e continua, come quelle degli altri ordini professionali, all’interno del CSCO permetterà di mantenere la centralità professionale sul territorio con le relative positive ricadute e rappresenterà parte di quella fonte stabile ed autonoma di reddito per il Centro rivalutandone le potenzialità e ravvivando le iniziative di Orvieto Città degli Studi da tempo trascurate.

Qui di seguito l’Ordine del Giorno Continua a leggere Nuova linfa al CSCO

Education 2.0: Firenze 2012

Orvieto Civica partecipa al convegno nazionale che Education 2.0 organizza per il terzo anno a Firenze; l’obiettivo resta quello di dare alle scuole un luogo per discutere e riflettere su quello che stanno facendo, quello che scoprono nel lavoro quotidiano e sulle esperienze che ritengono utile mettere in comune.

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“La scuola nuova nasce dal basso. Esperienze concrete di innovazione educativa”

Il principio organizzativo, ma soprattutto la nostra ispirazione, rimangono sempre gli stessi: dare voce alle scuole e agli insegnanti, alle loro idee e, soprattutto, alle loro esperienze per far emergere costantemente la progettualità e le pratiche innovative.

I TEMI

Le scuole sono libere di scegliere i temi e le esperienze che vogliono presentare. Il quadro di riferimento è quello delle grandi questioni che la scuola sta affrontando in questi anni:
• Le scelte dell’inclusione, dell’integrazione e dell’intercultura come risposta ai problemi posti da una società caratterizzata da differenze sociali e territoriali ancora molto ampie, dalla crescita dell’immigrazione, dalla dinamica delle culture e delle aspettative giovanili.
• L’orientamento come pratica continua e integrata nei curricoli, sia per la ricerca del massimo successo di ciascuno, sia per la preparazione al lavoro.
• Il confronto con le finalità culturali e professionali che vengono proposte alla scuola, a tutti i livelli, dalle recenti riforme e riordini. E, in questo quadro, il lavoro di ricerca sui saperi, gli assi culturali, la loro integrazione.
• Il tentativo di rispondere, con nuove soluzioni curricolari e metodologico-didattiche, alle finalità culturali e professionali, ma tenendo conto della complessità dei comportamenti e delle aspettative giovanili, che reclamano varietà di approccio, possibilità di scelta, impegno teorico e pratico.
• La voglia di dare una risposta forte a tutto quello che prospettano le tecnologie digitali, in termini di nuovi comportamenti degli studenti, nuovi saperi e nuovo modo di trattare i vecchi, opportunità per l’innovazione didattica.

Tutti i livelli scolastici sono coinvolti da tali questioni e tutti saranno presenti nel convegno che seguiremo interessati.

I NUOVI CURRICOLI

Education 2.0
Education 2.0

Un’attenzione particolare l’avrà l’applicazione dei nuovi curricoli previsti dal riordino della secondaria superiore, dato che in questo anno scolastico si conclude il primo biennio della loro attuazione e già in questa fascia, che poi è la conclusione dei 10 anni di istruzione per tutti, le scuole si sono dovute confrontare con tutta una serie di problemi organizzativi, culturali curricolari e didattici. Fra questi due temi emergono, a nostro avviso:
• l’integrazione dei vari assi culturali e la sua realizzazione in un disegno di percorsi che attraversano varie discipline o almeno ne richiedono il coordinamento.
• La laboratorialità, come principio didattico permanente per tutte le discipline e in ogni ordine di scuole Continua a leggere Education 2.0: Firenze 2012