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Vergaglia. Le attività produttive come Pilastro dell’economia orvietana

NON SOLO AGRICOLTURA, TURISMO E COMMERCIO. I PILASTRI DELL’ECONOMIA ORVIETANA PASSANO NECESSARIAMENTE PER L’INDUSTRIA.

Lo sviluppo economico è materia complessa ed articolata. Se da un lato, in questa epoca robusti cambiamenti climatici e crescenti livelli di inquinamento, bisogna premiare la sostenibilità e l’attenzione all’ambiente dall’altro Bisogna comunque non perdere le occasioni di sviluppo economico, di innovazione tecnologica e di aumento dei livelli di occupazione. Questo Fu uno dei primi terreni di scontro della nostra attività consiliare quando proponemmo un articolato programma per il rilancio del distretto produttivo di Fontanelle di Bardano, che è il centro esatto d’Italia, non solo per tamponare le crisi industriali dando una possibile alternativa di riqualificazione alle aziende ma soprattutto per gettare le basi di una vera e propria politica di sviluppo territoriale proponendo di trasformare le peculiarità territoriali in opportunità lavorative.

Si trattava dello sviluppo un vero e proprio cluster sul modello Nord europeo piccola che avesse il suo focus sulle tecnologie indossabili, il cosiddetto wearable, e come elemento distintivo la manifattura italiana.

L’idea la avevamo già sviluppato in campagna elettorale ma ne approfondimmo le caratteristiche durante la prima Cluster conference Europea a Bruxelles cominciando ad intessere una rete di rapporti e relazioni istituzionali.

Anche perché ogni tipo di relazione internazionale diventa un elemento di valore aggiunto nella programmazione Europea che avrebbe potuto fungere da motore economico-finanziario per un eventuale progetto di questo livello. Gli approfondimenti sulla logistica attuale, quindi sulla possibile utilizzo di una seconda uscita autostradale Orvieto nord e sull’utilizzo dello scambio merci di rete ferrovie Nord adiacente alla zona industriale, il recupero di specifici beni culturali come ad esempio Ponte Giulio, L’importante copertura mediatica che potrebbe dare il valore aggiunto di essere al centro Esatto d’Italia, la formazione è riassunzione del personale delle aziende come la ex Grinta – Mmanifatture ed il coinvolgimento delle realtà territoriali a partire dalla Electrosys oppure dalla Vetrya (che successivamente ha per conto proprio portato avanti l’idea della centralità che doveva essere alla base di tutto il distretto) ed infine come in tutti i cluster il condimento delle realtà che si occupano di innovazione a partire dalle università. Insomma una idea che avrebbe potuto dare sbocchi ed impiego a oltre 300 maestranze direttamente, garantire prospettive a numerose famiglie ed una formazione di qualità per molti giovani senza considerare l’indotto.

Questo proponevamo quando parlavamo del Centro del Made in Italy.

Ecco come è andata:

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Orvieto e l’Umbria senza credito

NON C’È PACE PER LE NOSTRE PICCOLE E MEDIE IMPRESE, STRETTE TRA LA CRISI ED IL CREDIT CRUNCH BANCARIO. IL MODELLO REGIONALE NON FUNZIONA PIÙ E L’UMBRIA SCIVOLA ULTIMA IN CLASSIFICA…

Così come con il PIL ed il passaggio della nostra regione Umbria da sviluppata a “regione di transizione” che nel burocratico linguaggio europeo vuol dire semplicemente che non rispetta gli standard minimi comunitari dei luoghi e dei territori in cui c’è sviluppo economico e prospettive.

Questa volta il credito alle imprese sotto accusa e non da parte del MoVimento 5 Stelle o dei consiglieri dei singoli comuni, ma è il rapporto della cgia di Mestre che ha fatto saltare sulla sedia tutti coloro che si sono dovuti sentire dire, nel corso di questi anni, che andava tutto bene e che il sistema Umbria con il suo modello Cooperativo ed imprenditoriale , con le sue banche vicine al territorio, era un esempio di sostenibilità e di sviluppo. Invece è vero il contrario.

Ed è ancora più grave la sottolineatura del centro studi che indica come ci sia un grande iato, una vera e propria soluzione di continuità a fare da netta separazione, crea il tessuto delle piccole e medie imprese a cui si chiedono dei tassi anche doppi nell’interesse da corrispondere al sistema bancario rispetto alla grande azienda. Così mentre diventa quasi Impossibile avviare un processo di innovazione partendo dalle peculiarità territoriali e dalle startup che incontrano le difficoltà a consolidarsi ed assumere anche e soprattutto per la mancanza di un sistema di credito proattivo abbiamo che il grosso della movimentazione interessa i soliti grandi gruppi. In questa regione molto più che altrove. Ed un motivo ci sarà. Alla vigilia della presentazione della relazione di segreteria della consulta per lo sviluppo economico del territorio orvietano Lucia Vergaglia, la nostra voce del MoVimento 5 Stelle è responsabile appunto della consulta sottolinea le tante grida l’allarme lanciate proprio nel consiglio comunale di Orvieto dal gruppo M5S.

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Orvieto. Le misure anticrisi respinte dalla maggioranza

ALLA FINE SI DEVONO FARE I CONTI CON LA REALTÀ ED È GIUSTO RICORDARE CHE SOLO LUCIA VERGAGLIA COL M5S HA PRESENTATO PROPOSTE ANTICRISI E DI RILANCIO DELL’ECONOMIA. SEMPRE RESPINTE DALLA MAGGIORANZA.

La perdita netta del PIL pro capite, le chiusure continue di commerci e botteghe artigiane le mancate prospettive industriali stando impattando pesantemente sulla vita dei cittadini di Orvieto come del resto in tutta l’Umbria. In questi territori più che altrove.

Non eravamo Cassandre quando nel 2014 proponevamo una strategia di rilancio del comparto industriale locale con la proposta del centro del made in Italy da sviluppare in 5 anni basata su considerazioni concretissime e su punti di forza che abbiamo unicamente noi. Proposte irrise e bocciate. Le industrie però le abbiamo perse.

Non eravamo Cassandre neanche quando depositavamo le proposte di rilancio del Commercio. Proposte bocciate. I negozi chiudono.

Non eravamo Cassandre neanche

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Consulta sviluppo. Conclusione fase di ascolto.

LA PRIMA FASE DI ATTACCO DELLA CONSULTA PER LO SVILUPPO ECONOMICO DELL’ORVIETANO SI AVVIA ALLA CONCLUSIONE. DOPO IL CONFRONTO CON IL CENTRO STUDI SI DOVRÀ TRASFORMARE IN ATTI OPERATIVI QUANTO DISCUSSO.

Abbiamo avviato un processo di confronto con le forze cittadine che propongono visioni ed interessi contrapposti in relazione allo sviluppo economico del territorio orvietano. Adesso concludiamo il ciclo con l’audizione ed il confronto con gli attori del bollettino della situazione economica e sociale dell’orvietano che fanno capo al centro studi città di Orvieto Csco. Con loro la valutazione agli attuali punti di forza e debolezza, alle aree critiche ed alle opportunità di sviluppo che è possibile perseguire alla luce della nuova condizione della Regione Umbria divenuta regione di transizione e del nuovo budget europeo che pone obiettivi diversi e mette a disposizione nuove risorse quali, a titolo di esempio, i 2,8 miliardi nel comparto cultura e creatività e per i quali occorre essere preparati per tempo per quanto, a differenza di altri comparti che possono influenzare lo sviluppo economico come ad esempio l’industria, sono immediatamente attivabili e non hanno bisogno di quelle infrastrutture fisiche per le quali occorre un tempo non breve e che devono seguire una programmazione molto più lunga e quindi sono meno adatte ad interventi in breve periodo e che, comunque, si avvantagerebbero comunque di un ambiente più creativo, quindi innovativo, e culturalmente più attrattivo.

Si da spazio comunque anche la programmazione di lungo periodo ed a possibili interventi su conseguenze immediate, ci saranno infatti anche le ultime attività di approfondimento di quest’anno, ad esempio incontreremo i responsabili dei taxi , e per le ultime iniziativa di verifica di questa tornata.

Qui di seguito la nostra portavoce ad Orvieto in Umbria Lucia Vergaglia.

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Rilanciare la produzione

INSEDIAMENTI PRODUTTIVI LASCIATI PRIVI DI PROGETTI E PROSPETTIVE. NESSUN PIANO INDUSTRIALE, TANTI FALLIMENTI ED UN DECLINO DA SCONGIURARE.

Le aree che erano state indicate come possibile sviluppo industriale del territorio orvietano stanno subendo un declino pluriennale ed ormai siamo stanchi di fare il conto delle realtà un tempo formidabili se non addirittura considerate delle eccellenze nel panorama produttivo che poi per un motivo o per un altro sono state lasciate spegnersi nella colpevole inerzia degli assessori allo sviluppo economico del territorio.
L’industria rappresenta non solo un’occasione di riscatto sociale e di affrancamento dalla fonte primaria che è l’agricoltura, ma rappresenta anche un elemento di collegamento essenziale nei territori tra il primario ed il terziario che nel nostro caso ha anch’esso una valenza formidabile, quella del turismo.
E quindi fondamentale che venga mantenuto un minimo equilibrio tra questi comparti e vengano proposte dalla politica delle vie in cui la libera iniziativa possa esprimersi al meglio senza poi ritrovarsi messa all’angolo da sistemi regolatori che nei momenti di crisi invece che essere scudo e tutela diventano zavorra e ceppi.
Abbiamo già misurato i limiti in questo senso per le strategie affrontate nel corso degli anni da Concina prima e da Germani poi. PRUSST, PUC2, AREE INTERNE E CONTRATTO DI FIUME o non sono andate a buon fine oppure con lo sviluppo economico hanno avuto in realtà ben poco a che fare.
Le istituzioni che si rispettano hanno la capacità di interfacciarsi con chi crea valore e con chi organizza il lavoro per la produzione manifatturiera, o di precisione o rinnovazione. Il confronto avviene attraverso quelle persone e quelli uffici preposti che vanno generalmente sotto il nome di Assessorato allo Sviluppo economico che, tra l’altro, è una delle missioni fondamentali del comune in quanto ente esponenziale e territoriale.

La nostra esperienza, corroborata da numerosi atti ed interrogazioni documentate, è quella di un assoluto lassismo e senso di distacco rispetto alle problematiche di chi produce e di chi lavora da parte proprio degli assessorati competenti per materia. Incredibile.

E non ci dà nessuna soddisfazione l’essere stati tra quelli che hanno chiesto le dimissioni e visto andar via due degli assessori dell’attuale amministrazione. Avremmo voluto e, se fossimo stati sostenuti dalla maggioranza, certamente avremmo potuto fare di più ma siamo in democrazia e siamo stati messi in minoranza, con idee e proposte forti bocciate e talvolta serie e da chi per Bardano non ha fatto nulla.
Pertanto non possiamo solo ribadire che nel 2019 sarà meglio cambiare e cambiare in meglio.

LUCIA VERGAGLIA ALLA SEGRETERIA DELLA CONSULTA

PARTE LA CONSULTA ECONOMICA. MOLTE LE PROPOSTE M5S MA PRIMA LA SODDISFAZIONE PER LA UNANIME APPROVAZIONE DI LUCIA VERGAGLIA ALLA SEGRETERIA.

Si avvia la Consulta per lo sviluppo economico del orvietano con la immediata nomina di Lucia Vergaglia, consigliere portavoce del MoVimento 5 Stelle, alla Segretaria della consulta da parte delle categorie e degli operatori economici.

Un riconoscimento personale della competenza, capacità pratica e di sintesi politica che non era affatto scontato e che supera i tanti dubbi che negli anni scorsi seminava chi ci accusava di dilettantismo ed ancora una volta oggi è smentito dai fatti.

Subito a seguire ci sono stati i primi confronti sui primi atti e sulle prime questioni da affrontare e depositate le prime proposte da parte di Vergaglia.

“Sono onorata. Siamo da sempre in prima linea nella nostra città e nel nostro territorio per migliorare la qualità della vita e la possibilità di cittadini e imprese ho il dovere di dare il meglio avendo l’occasione di farlo. Da subito abbiamo portato delle prime proposte ma è importante la partecipazione dei cittadini e degli Imprenditori che segnalino a loro volta, alla consulta, gli argomenti che intendono far approfondire scrivendo al comune all’attenzione della sottoscritta o della presidente Cotigni. ” (Lucia Vergaglia M5S)

Sviluppo e viabilità

SVILUPPO, INDUSTRIA E CASELLO NORD POSSONO ESSERE UNA SOLUZIONE PIÙ ECONOMICA E SOSTENIBILE DELLE COMPLANARI.

Sulla destra di questa foto scorre la A1 autostrada del Sole ed al centro dell’immagine si sviluppano i distretti artigianali ed industriali di Orvieto in particolare, esattamente al centro dell’immagine, quello di Fontanelle di Bardano che immediatamente seguito dagli insediamenti di Ponte Giulio.

Ecco secondo noi il mancato sviluppo di questa parte del territorio e soprattutto della programmazione industriale è dovuto anche da una precisa difficoltà logistica a raggiungere le province più ricche del nord durante il primo turno di guida nel rispetto delle normative come limiti di velocità e durata appunto del turno di guida le quali, ci dicono, sono delle vere e proprie barriere per chi è costretto uscendo dai capannoni delle aree nelle immagini, a tornare prima indietro ad Orvieto Scalo passando per Sferracavallo e quindi impiegando quella mezz’oretta in più prima di passare davanti al proprio capannone e sottraendo quindi km importanti per raggiungere la Emilia Romagna oppure la Lombardia. Queste sono valutazioni che vanno concretamente messe sul piatto della Bilancia quando si deve ragionare in termini di sviluppo economico e pianificazione del territorio.
Ad esempio a fronte di questa situazione vi pare una risposta intelligente costruire una nuova strada complanare lunga molti chilometri, che consuma suolo utile ed affianca un fiume in una situazione idrogeologica di rischio continuo, quando probabilmente sarebbe bastato fare l’ingresso dell’autostrada(Casello Nord, situato al centro esatto d’Italia) con un impegno economico nettamente inferiore?

La domanda è, naturalmente, pleonastica e a nostra volta dobbiamo chiarire per i soliti che fanno finta di non capire che non vogliamo gettare il bambino con l’acqua sporca. Dalla complanare Infatti viene un risultato estremamente positivo e cioè quello del secondo ponte sul paglia , Ma viene anche un risultato non positivo che è quello dei terrapieni su cui è costruita la nuova strada che rappresentano un ulteriore possibile vulnus in caso di nuova crisi idrogeologica ed eventi climatici estremi.

“Piano regolatore e viabilità sono elementi che rappresentano la visione della città da parte delle diverse sensibilità politiche. Noi vogliamo avere una visione in prospettiva che permetta di attrarre investitori e residenti, di mantenere elevato Lo standard è la qualità della vita di chi viene a lavorare ad Orvieto e di chi ci vive e soprattutto il tema della sostenibilità c’è molto caro. In troppi invece navigando a vista non riescono a dare prospettive a cittadini ed imprese. Le conseguenze in termini di riduzione dei residenti e dei lavoratori, e della scomparsa delle Industrie sono sotto gli occhi di tutti.” Lucia Vergaglia, capogruppo M5S Orvieto

Tribunale europeo dei brevetti. Inizia la fase 2.

CON LA DICHIARAZIONE DI GIUNTA INIZIA LA FASE DUE DEL PROGETTO PER PORTARE AD ORVIETO UN PRESTIGIOSO ENTE COMUNITARIO: IL TRIBUNALE UNIFICATO DEI BREVETTI.

Tutto nasce dalla proposta in chiave brexit della Movimento 5 Stelle Orvieto: proporre la ex caserma Piave come sede del prestigioso Tribunale unificato dei brevetti, previsto a Londra. Lucia Vergaglia in approvazione un ordine del giorno con tale obiettivo in consiglio comunale nell’ottobre del 2016 ottenendo la larghissima maggioranza e l’interessamento degli europarlamentari pentastellati.

Qui di seguito il comunicato ufficiale del comune di Orvieto che potete trovare anche qui: Continua a leggere Tribunale europeo dei brevetti. Inizia la fase 2.

Le sfide future del lavoro si affrontano oggi.

AFFRONTIAMO OGGI LE PROSSIME SFIDE DEL FUTURO.

Era lo scorso novembre ed a Palazzo dei sette Organizziamo un incontro sulle problematiche del lavoro prossimo venturoe sull’idea che avevamo noi per affrontare e superare la naturale crisi che l’innovazione avrebbe potuto portare sui territori. Si partiva dal progetto del MoVimento 5 Stelle animato dal professor Domenico de masi, e con la presenza di una delle relatrici la portavoce alla Camera dei Deputati Tiziana ciprini, da cui è scaturito il libro lavoro 2025. A questo avevamo affiancato una serie di iniziative locali che poi sono state trasformate in atti al consiglio comunale approvati all’unanimità Anche dalla destra e dalla sinistra che in questo momento è maggioranza ad orvieto. La questione è molto semplice e riguarda tutti: Come si può affrontare la perdita e la necessaria riqualificazione del Lavoro in presenza di un automazione talmente spinta da permettere che arrivino a sostituire le persone dei veri e propri robot.

Va detto che in molti avevano scosso la testa perché l’impatto di tecnologie e di robotica sembra in questa regione è ancora molto lontano. Questo Almeno fino ad oggi cioè a pochi mesi di distanza da quando cominciavamo ad ammonire gli amministratori e i lavoratori di quanto ci aspettavamo che potesse accadere rapidamente. Adesso il problema c’è è reale e tangibile anche nella nostra regione ed in questa provincia visto che a Terni, proprio alla Acciai Speciali che ne é la fabbrica simbolo, stanno arrivando i primi robot.

Ora che il problema è dato concreto c’è una possibilità che si cominci a ragionare su questo nuovo modello del rapporto tra lavoro innovazione formazione e reddito che Deve necessariamente essere declinato sui territori anche dalla politica locale. Infatti in quello stesso convegno, Lucia vergaglia consigliera comunale del MoVimento 5 stelle, pose una serie di punti di riferimento che sono divenuti parte dell’azione di governo della città anche se partiti dalla nostra opposizione. Si tratta di in dov’è che anche le macchine comunali come abbiamo cominciato a fare noi qui ad Orvieto.

Innanzitutto il comune deve prendere l’iniziativa a diventare sede di intermediazione tra domanda e offerta di lavoro e punto di riferimento della formazione e riqualificazione dei lavoratori cosa che adesso è possibile grazie ad alcune modifiche normative. Prima infatti era tutto demandato agli sportelli provinciali Ma la provincia è stata quasi del tutto spogliata di risorse e quindi almeno che non sei nel capoluogo ha molte difficoltà a rinnovare se stessa e ad incidere nella vita dei cittadini. Il comune è diverso è molto più vicino alla realtà del territorio e può disporre, tra servizio civile ed alternanza scuola lavoro, anche di risorse aggiuntive che se correttamente indirizzate, assieme al personale riqualificato del comune, possono reagire più rapidamente di quanto si è visto fare fino a ora. A questo raggiunta la necessaria innovazione degli Statuti cioè delle costituzioni su cui si basano i comuni stessi, le quali sono autonome per ogni singolo comune, e che devono indicare che la macchina amministrativa possa incidere e puntare alla migliore e massima occupazione del territorio dando così spazio alla politica ed alla funzione regolatoria dei comuni per rimuovere le eventuali barriere al lavoro ed avvicinare maggiormente alla cultura dell’occupazione stabile e di qualità sia L’impresa che i cittadini stessi. In realtà è un primo passo lo facemmo quando facemmo a approvare che il csco, cioè il centro studi città di orvieto, non si limitasse alle proposte universitarie soprattutto per gli stranieri Ma si comincia a essere impegnati nella formazione continua Ed in quella obbligatoria dei professionisti. Insomma le sfide ci sono ed in presenza di una più moderna organizzazione comunale anche qui nel piccolo del territorio possiamo fare la nostra parte perché non si venga colti di sorpresa con l’arrivo della robotica e dell’Agricoltura di precisione basata anche sui droni. Piuttosto vogliamo governare questo processo per diventare una area di riferimento e favorire Il ritorno dei tanti giovani che si sono Allontanati e perché no la residenzialità dei nuovi lavoratori.

E per farlo servono innovazioni non solo culturali o tecnologiche ma anche di funzionamento delle macchine amministrative e noi le abbiamo messe in campo da tempo pur essendo all’opposizione come minoranza compressa tra un ex maggioranza dei tempi di Toni Concina ed una maggioranza che invece ha portato elettoralmente al successo Giuseppe Germani. Ecco noi ci siamo dimostrati in grado di guardare oltre e mantenere la nostra prospettiva alternativa ad entrambi virgola senza gettare ciò che di buono hanno saputo fare e senza limitarci a fare una sterile politica del no. In realtà siamo quelli che stanno tracciando le linee del prossimo futuro e di una Orvieto in grado di cogliere le sfide che ci arrivano progresso punto

Crisi industriali nell’area di Bardano un anno dopo

Sphera, Grinta, Mmanifatture, Tione, Electrosys erano punti di riferimento per famiglie e lavoratori orvietani, per l’indotto e per un’idea ormai trascurata che si chiamava Sviluppo della città.

Ecco come in quelle trasmissioni televisive stile report vogliamo dare il via ad una sorta di rubrica “Come è andata a finire”. Lo facciamo perchè è doveroso e giusto che l’Amministrazione delinei cosa ha fatto per prevenire quelle crisi, per contenerle e ridurne l’impatto e per quali politiche abbia messo in campo per dare nuove prospettive a quelle realtà orvietane ormai compromesse.

La domanda doverosamente la poniamo all’assessore competente, dottoressa Martino, speriamo che non sia avocata a se dal Sindaco se non, nel caso, assumendosi anche la responsabilità di ciò che accadde, di come fu gestita la situazione.

«Le persone e le aziende non scompaiono dai radar della politica se non si vuole che sia cosi. Il M5S ha seguito alcune di quelle vicende, specificamente quelle post 2014, ed ha proposto soluzioni che sono rimaste inascoltate a fronte dell’appoggio a piani che oggi bisogna chiarire quale successo abbiano avuto. Domandiamo alla dottoressa Martino di fare rapporto al Consiglio su questi argomenti rispondendo a formale interrogazione, non le chiediamo l’abbondante mola di documentazione e slides che i suoi colleghi addirittura anticipino ma è insostenibile a distanza di oltre un anno dall’ultima formale interrogazione che non abbia sentito la necessità di tenere informato il Consiglio sugli stati di avanzamento, o sulla mancanza di progressi. Questo lede il diritto d’iniziativa dei delegati dai cittadini di poter, giustamente, intervenire a tutti i livelli e, nel nostro caso almeno, arrivando a farlo in filiera con Regione, Parlamento ed Europarlamento. C’è bisogno di più presenza e trasparente cura di quanto ci si è resi responsabili accettando il proprio ruolo in Giunta.» Lucia Vergaglia, M5S Orvieto

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